La Farfallina Effimera

Bambini, lo sapete voi che cosa significa “effimero”?
Significa: “che dura un solo giorno”.
Questo aggettivo identifica gli insetti che hanno una vita breve o i fiori che appassiscono al calar del sole o, più in generale, qualcosa che dura molto poco, come un lampo o un fuoco d’artificio.
Però può essere effimero anche un sogno che svanisce al risveglio o un desiderio che non si realizzerà mai.

Qui vi parlo di una farfalla, la cui vita dura un solo giorno: nasce all’alba di oggi e morirà stasera al tramonto.


La crisalide si è trasformata, è nata la farfallina!
Lei si è accorta di essere cambiata, ora ha le ali, ma non le permettono ancora di volare: sono accartocciate e umide come le foglie dei cespugli lì tutt’intorno.
Deve aspettare che il tepore dei raggi di sole asciughi il velo di rugiada della notte.
L’attesa la rende impaziente, perché l’istinto le sta dicendo:
– Fai presto, datti da fare, la tua vita è breve! –
Purtroppo deve aspettare: non è ancora pronta per il volo.

Ha provato e riprovato a stropicciarsi le ali: pare che ora siano distese e asciutte e sono di un bell’azzurro.
Le muove su e giù: sì, ora funzionano, ora può fare il primo volo!
Le agita più in fretta … ed ecco che si stacca dalla foglia sotto a cui è nata. Adesso è libera nell’aria.
– Ho tante cose da fare – si ripete – tante cose! –
– Devo sposarmi, devo mettere su casa, devo riprodurmi nei miei figlioli! –

Sulla margherita Sul vilucchio La farfallina sa che ha bisogno di nutrirsi per acquistare energia. Si dà un gran da fare.
Si posa sul cuore giallo di ogni margherita che incontra nel suo volo. Si tuffa nel calice delle campanule bianche e rosa che bordano numerose il ciglio dei prati. Da ogni fiore succhia il suo nutrimento: il nettare dolcissimo.

Ne ha già fatta una bella scorpacciata che subito si è trasformata in nuova forza nelle sue ali. Ora battono nell’aria ancora più veloci e le permettono di volare più in alto, da dove può scorgere subito i fiori più allettanti.
– Diventerò forte e robusta, quanto mi serve per poter fare tutto quello che ho in mente – è il suo pensiero insistente.

Le api Ecco che, superato il gruppo di cespugli, incontra due api laboriose. Stanno tornando al loro alveare con le zampette piene di polline.
Sono due insetti gentili, infatti, appena la vedono, la salutano:
– Ciao farfallina, come ti chiami? –
E lei: – Non ancora pensato al mio nome … , mi piacerebbe Celestina. E voi come vi chiamate? –
– Noi siamo Bzzz e Bz-Bzzz … ascolta, se aspetti qui un attimo, noi stiamo andando a depositare questi granellini nell’alveare e poi torniamo. Se ti va, puoi venire con noi; sappiamo dove sono sbocciati dei fiori di acacia, colmi, zeppi di nettare dolcissimo! –
– Care, grazie, ma non ho tempo, devo fare in fretta … devo ancora fare mille cose! –
– Allora torna qui più tardi – la invitano le due api.
– Mi piacerebbe, grazie, ma non so se ce la farò. –

Celestina riprende il volo, vuole raggiungere un prato scorto più in là, dove ci sono grandi fiori in abbondanza.
Ecco che è già arrivata; si è posata tra i petali di un bellissimo margheritone giallo e sta succhiando il suo nettare.
La cavalletta Ha fretta, non si attarda lì troppo. Ne ha già bevuto abbastanza ed è pronta a passare al prossimo fiore. Si rialza in volo per sceglierlo, ma qualcuno la chiama:
– Ehi amica, non scappare! Dove vai così di fretta? –
– Chi mi chiama? – chiede guardandosi intorno.
– Sono io, sono Martino, la cavalletta più veloce di questo prato! –
Chi le parla è proprio lì accanto, posato su uno stelo d’erba più alto degli altri.
– Ciao, sono Celestina … vado di fretta, perché ho ancora tante cose da fare. –
– Ma dai! Aspetta, divertiamoci un po’. Ti sfido a chi arriva prima là, a quel cespuglio chiaro: tu con un volo ed io con un unico salto. Vuoi? –
Ma lei gli risponde, salutandolo:
– Mi piacerebbe molto giocare con te, grazie Martino, ma sono già in ritardo, è già quasi mezzogiorno. Ho molta fretta … molta fretta! – e, senza fermarsi, continua il suo volo.

Sul fiore rosso Quasi non se ne accorge, ma sotto a quel grosso cespuglio c’è un bellissimo fiore rosso.
– Chissà com’è dolce lì dentro – pensa – vale la pena che mi ci tuffi! –
E così fa davvero.
Ma c’è una sorpresa: nel calice c’è già un’altra farfalla, azzurra come lei, che sta succhiando il nettare zuccherino del fiore.
Questa l’accoglie gentilmente, non la scaccia, anzi si fa un po’ da parte e le dice:
– Vieni pure, qui c’è posto e cibo per tutti e due! –
– Oh, grazie, sei molto gentile, io sono Celestina e tu? –
– Che bello! Io mi chiamo Celestino, nome giusto per stare qui insieme, non ti pare? – e prosegue – Tu, amica mia, hai portato qui un profumo ancora più intenso di quello dei fiori! –
– Ti ringrazio del complimento, però non posso fermarmi – dice lei – ho mille cose da fare ancora! Ora la più importante per me è metter su famiglia e cercare una casa per i miei figli. –
– Oh guarda … anch’io devo farlo e sto cercando una compagna … ma forse … –
Celestino si interrompe un attimo, ma subito riprende: – Forse, il caso ci ha aiutati, sei molto graziosa che ne diresti se ci sposassimo io e te? –
Celestina non si sorprende più di tanto: in fondo pure lei aveva avuto lo stesso pensiero:
– Se vuoi … sei simpatico, non mi spiacerebbe … – e aggiunge – penso che saremmo una bella coppia! –
– Allora Celestina, se sei d’accordo, non perdiamo altro tempo! Facciamo subito il nostro volo nuziale e poi potrai cercare dove deporre le uova. Vuoi? –

Formiche e coccinelle Ecco: le due farfalline già volteggiano abbracciate nell’aria.
Sono un vero spettacolo per gli insetti lì attorno, che li guardano ammirati e commentano compiaciuti: – Sono belli davvero insieme! –
Alcune formichine che stanno passando tra i fili d’erba, in fila indiana, cariche di piccoli semi, sospirano: – Com’è bello l’amore, mi piacerebbe esser là come quelle farfalle! –
Anche le due coccinelle posate sulle foglie di malva commentano e la più piccola chiede:
– Mamma, mi sposerò e sarò felice anch’io? –
– Certo, bambina mia, abbi pazienza, l’amore verrà anche per te! –

Per le due farfalline sarebbe bello continuare così, ma il sole non scalda più come prima: sta cominciando l’imbrunire.
Celestina sente insistente in sé un ordine sempre più forte:
– Metti su casa … datti da fare … è quasi sera, non sprecare il tuo tempo! –
Allora, rassegnata interrompe quel momento felice:
– Devo salutarti, Celestino, vado a cercare un posto adatto dove deporre le mie uova. –

Riprende il volo; l’istinto la guida e le sta dando preziosi consigli: occorre che il posto sia lontano dai nidi degli uccelli, dalle tane delle lucertole e devono esserci foglioline tenere per nutrire i piccoli nati.
Tenta in diversi arbusti, dai quali però si rialza, insoddisfatta.
Forse ora Celestina ha trovato il luogo adatto: lì, tra piccoli, giovani rametti finalmente può deporre ben nascosto un grappolino di uova.

Adesso è esausta; il sole è quasi tramontato. Celestina non ha più forza per tornare a volare e si appende sotto a una foglia, poco distante. E’ sfinita.
L’aria è più fredda. Richiude bene le ali e già si sta appisolando, ma nella sua piccola mente scorrono ancora gli ultimi pensieri: Sotto alla foglia
– Ho fatto tutto, proprio tutto quello che dovevo fare … sono contenta. –
C’è un venticello lieve, lieve che dondola la sua foglia, come una culla gentile.
I soffi della brezza, quasi facendo eco, giocano coi suoi pensieri:
– Ho fatto tutto, sono proprio felice! –
– … fff … fff … fff … –
– … pro-prio … fe-li-ce … –
– … ff-ff … ff-ff-fff … –
– … fe-li-ce … –
– … ff-ff-fff … –
– … … … –

E’ arrivata la notte: il tempo concesso a Celestina è finito.
La vita può essere bella, anche se breve!





G.A.

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