Mago 2.0

Nota - il titolo si legge “Mago due-punto-zero” così come è tipico nel mercato dei prodotti informatici.

Lo sapete che un tempo non c’erano i Maghi, ma soltanto le Fate?
Ora ve lo racconto.


Bambini miei, tutte le Fate di questo mondo ubbidiscono da sempre alla Grande Fata Regina.
Lei vive sulle nuvole nel suo bel castello e là lei le fabbrica.
Avete capito bene? E’ lei che se le costruisce! Le inventa, le realizza e poi le invia di qua o di là nei vari luoghi della terra, a seconda di quante ne occorrano in ogni posto.
Molti anni fa, in quel laboratorio le costruiva una alla volta, con molto tempo e pazienza. Ma in seguito, dopo aver fatto uno stage in America e in Germania, ha ideato e realizzato una speciale macchina “Fata-trice”, con la quale poterle fabbricare in serie, molto rapidamente.

Da allora, per un po’ la Grande Fata è rimasta soddisfatta, ma ad un certo punto si è stancata di avere attorno a sé soltanto Fatine femmine.
Loro la rispettavano, la ubbidivano e in maggior parte si comportavano bene, però ce n’erano alcune di cui lei si dispiaceva, perché non si impegnavano abbastanza.
Ovvero: quelle Fatine stavano troppo tempo davanti allo specchio per farsi ancora più belle. E le davano anche altri grossi pensieri: si vantavano troppo delle loro imprese, erano invidiose le une delle altre e si facevano vari dispetti.
Se voi aveste potuto starle accanto, avreste sentito la Grande Fata lamentarsi:
– Uffa ... troppe Fatine frivole attorno a me! Che problemi … che grane, sono proprio arcistufa! –

Fu così che la Regina delle Fate pensò di introdurre un nuovo modello. Invece di fabbricare ancora Fatine femmine, decise di farsi una Fata maschio, ossia, come ormai diciamo oggi: “un Mago”.
Si mise subito all’opera: senza grandi difficoltà modificò la sua “Fata-trice” e alla fine dallo sportello di uscita della macchina apparve la sua nuova creazione.

Mago 1.0 Dato che sulla terra non se n’erano mai visti prima, non ebbe dubbi sul nome da dargli.
Quando le apparve, allegro e vispo, venir fuori dalla macchina gli disse:
– Ciao figliolo, ti chiamerò Mago! –
– Grazie – lui rispose – il nome mi piace, Padrona mia. –
– Ti voglio mettere subito alla prova. Vediamo se ti ho costruito bene e se sei abbastanza bravo. –
– Sono ai tuoi ordini, mia Regina, dimmi cosa devo fare. –
– Innanzitutto, vediamo … dimmi: quanto fa 1 + 1 ? –
– Uhm … fa 9, mia Regina! – rispose il Mago.
– C’è qualcosa che non funziona! – borbottò sorpresa la Grande Fata.

Subito si rimise all’opera, armata di tutti gli attrezzi, aprì il coperchio della “Fata-trice”per arrivare cuore del meccanismo principale: il super “Computer F-atomico”.
Lo tolse e si diede da fare per riprogrammarlo. Alla fine, soddisfatta lo rimise a posto, controllò con cura tutti i meccanismi e riavviò la macchina.

Dopo pochi minuti la “Fata-trice” si arrestò con un sonoro beep-beep e mandò fuori in output il nuovo Mago: era davvero bello, allegro e sorridente. La Grande Fata era soddisfatta.
– Ciao caro, tu sei la versione aggiornata del mio primo Mago, ti chiamerò Mago 1.1 (uno-punto-uno). –
– Mi va benissimo! Sono contento di poterti servire, Regina mia, dimmi cosa devo fare. –
– Prima di mandarti nel mondo ti devo controllare. –
La Grande Fata gli fece tantissime domande alle quali Mago 1.1 seppe rispondere alla perfezione.
Soddisfatta, gli assegnò la destinazione, la città di Milano, ed il suo compito ufficiale:
– Vai e aiuta le persone che vedi in difficoltà! –

Mago 1.1, assai contento della sua missione, si trovò di botto in una grande via cittadina, in mezzo a tanta gente indaffarata che andava di qua e di là.
Voleva rendersi immediatamente utile. Così, appena vide una donna anziana che cercava di leggere le indicazioni del cartello dei tram e le si accostò:
– Posso aiutarla, signora? – le chiese gentilmente.
– Oh, grazie, dovrei andare in piazza Bologna, ma non so quale linea prendere. –
– Non c’è problema, l’aiuto io … –
Senza darle modo di reagire, la prese in braccio e in un solo secondo, con un magico volo, la portò alla stazione ferroviaria e là la mise a sedere nello scompartimento del treno diretto a Bologna!
Per fortuna la Grande Fata lo stava ancora tenendo d’occhio. Lei risistemò le cose, togliendo subito la poveretta dal treno e portandola sul tram giusto, poi richiamò a sé il Mago 1.1.
– Non sei ancora a posto, purtroppo! Devo fare ancora qualche correzione … –

Riprese i suoi attrezzi e si rimise al lavoro.
Trafficò parecchio. Quando pensò di aver scoperto la causa del cattivo funzionamento di Mago 1.1, capì che non sarebbe bastato un semplice ritocco: era necessaria una seria modifica. Non si perse d’animo e ci lavorò quasi una settimana.
Alla fine poté rimettere la “Fata-trice” in funzione.
Che soddisfazione quando ne uscì il risultato di tanto suo impegno!

Mago 2.0 Il nuovo Mago era carino come i precedenti, ma la cosa importante era controllare se funzionava bene dentro alla testa!
La Grande Fata lo sottopose ad esami ancora più completi di quelli fatti ai Maghi precedenti e quando le parve di potersi fidare gli disse:
– Tu sei adesso il Mago 2.0 (due-punto-zero), versione profondamente corretta delle mie precedenti creazioni … ti prego, comportati bene. Va’ nel mondo ad aiutare le persone che ne hanno bisogno! Bada che io ti controllerò da qui. –

Mago 2.0 se ne partì pieno di entusiasmo e voglia di fare.
Girovagando arrivò in un giardino dove giocavano tanti bambini. Visto un gruppetto un po’ in disparte di ragazzini annoiati e svogliati, si avvicinò per proporre un nuovo gioco che li divertì moltissimo. Stanchi di tante corse, rimasero poi volentieri anche ad ascoltare una favola che Mago 2.0 si inventò lì per lì.

La sua padrona, che lo teneva sempre d’occhio, all’inizio si complimentò con se stessa, perché stava agendo come lei avrebbe voluto. In particolare: era davvero bravo a intrattenere e far divertire i bambini di tutte le età.
Dopo qualche tempo però la Grande Fata si accorse che qualcosa non andava: Mago 2.0 era un mattacchione!
Se trovava l’occasione lui faceva volentieri qualche scherzetto.
Ad esempio, quando non aveva nessuno da aiutare, gli piaceva far arrivare il vento per vedere volare via i cappelli.
Di nascosto tirava la coda ai cani, per farli abbaiare e mettere i loro padroni in imbarazzo.
Qualche volta faceva scattare il rosso del semaforo in tutti e due i sensi d’incrocio, per sentire gli automobilisti strombazzare sui clacson.

Tante lui ne combinò, che alla fine la Grande Fata lo richiamò al castello sulle nuvole.
– Senti Mago 2.0, ho fallito per tre volte, perciò ho deciso di annullare il mio progetto e di smettere per ora di fabbricare Maghi. Quanto a te, ti ritiro dal tuo incarico. –
– E di me cosa farai allora, mia Padrona? –
– Se ti va, ti posso rimandare nel mondo, però come una persona normale. Cioè perderai le tue capacità magiche. –

Il mago restò un po’ turbato, ma poi si riprese e disse:
– Accetto, mia Regina, però vorrei chiederti di lasciarmi almeno una delle mie capacità attuali ... –
– Beh, se si tratta di una sola ne possiamo parlare …. dimmi, quale vorresti mantenere? –
– Vorrei conservare l’abilità di far divertire i bambini, giocando con loro e intrattenendoli con le mie favole. –
– D’accordo Mago 2.0, mi sembra un desiderio lecito e buono. Te lo concedo! –
Il mago, molto contento le fece l’ultimo inchino.
– Tieniti pronto, ora ti rispedisco laggiù … e ti raccomando; quando sei là, cambiati il nome! –

Cari bimbi, adesso lui è qui nel mondo. E’ una persona normale, ma non si chiama più Mago 2.0.
Avete qualche idea di chi mai possa essere?
Vi do un aiutino: il suo nome comincia con “G” …

Castello sulle nuvole



G.A.

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