Il Granellino di Sabbia

Può una cosa piccola ed insignificante, come un granello di sabbia, insegnarci qualcosa?
A buon senso, risponderemmo immediatamente di no.
Però provate a leggere questo mio racconto ...


Mi chiamo Grene: sono un piccolo granello di sabbia.
Se avete un po' di tempo vorrei raccontarvi la mia storia.
Anche se io e voi umani siamo completamente diversi, potreste imparare qualcosa dalle mie esperienze.

Io sono fatto di silice e di calcare, ma non saprei dirvi come e quando sono nato.
Nel mio ricordo più lontano, il più antico, mi vedo in una grande spiaggia in riva al mare.
Un posto splendido, pieno di luce, di sole, di brezze tiepide e profumate.
Là ci stavo benissimo, potrei dire: come un re. Infatti, mi sentivo un tutt'uno con quel luogo: io appartenevo a quella spiaggia ed essa era mia, tutta mia, era la mia casa.
Le ore più belle le trascorrevo presso il bagnasciuga. Sì, è vero, talvolta il vento mi spostava, più o meno lontano dalla riva. Altre volte un'onda più forte mi trascinava nell'acqua, ma poi, presto o tardi tornavo all'asciutto, là dove tanto mi piaceva stare.
Che gioia in quel periodo lontano!

Il granchio Un giorno, mentre mi riposavo tranquillo proprio sulla battigia, un piccolo granchio avventuroso, uscito dall'acqua, è venuto a fermarsi accanto a me, facendomi ombra.
Speravo che spontaneamente se ne andasse, così come era arrivato.
Per un po' l’ho tollerato, ma, dato che non si muoveva, alla fine l’ho invitato a spostarsi:
– Senti, amico, tornatene da dove sei venuto, non farmi ombra ... questa è la mia spiaggia!
E il granchio, senza spostarsi di un solo millimetro mi ha risposto, seccato:
– Che cosa stai dicendo? Qui ci sono milioni, miliardi di granelli di sabbia come te ... come puoi sostenere che questa spiaggia ti appartenga?
Bello mio, non ti sembra di esagerare a dirmi che è tua ... solo tua? –

Le sue parole mi hanno molto turbato.
Improvvisamente mi sono reso conto che io non ero che una misera briciola, insignificante in un mondo affollato di granelli di sabbia simili a me, quasi del tutto uguali a me! Mortificato e molto confuso ho cominciato a riflettere.
Tutta la mia superbia stava svanendo mentre mi chiedevo:
– Ma allora io chi sono?
Sono soltanto una copia di tanti altri granelli ... che differenza c'è tra me e loro?
Se loro sono uguali a me ... allora io che ci sto a fare qui?
Potrei anche non esistere e nulla cambierebbe! –
Ragazzi miei: se avessi avuto come voi gli occhi e le lacrime, mi sarei messo a piangere, mentre demoralizzato mi ripetevo:
– Io non conto nulla ... hii, hii ... misero me! –

Allora il granchio, impietosito dalla mia reazione, ha provato ad incoraggiarmi:
– Se davvero lo vuoi, tu puoi diventare importante. Puoi riuscire a distinguerti in qualche cosa, però dovresti darti da fare, invece di star qui a sonnecchiare e ad abbronzarti! –
Che granchio saggio, non vi pare? Che fortuna ho avuto io, ad incontrarlo, quel giorno!

La mia spiaggia meravigliosa non offriva occasioni per seguire quei suoi consigli.
Perciò non mi piaceva più, non ero più felice.
Ho deciso di lasciarla ed allora ho chiamato il vento:
– Amico mio, di solito non gradisco quando mi allontani dalla spiaggia, ma adesso avrei proprio bisogno che tu mi portassi in un altro posto, dove ci siano cose diverse da qui! –
E lui mi è stato davvero amico.
Infatti, con un soffio impetuoso, mi ha sollevato in alto, in alto e mi ha portato molto al largo sul mare. Per un po’ ho davvero volato.
Che gioia, che bello librarmi nel cielo azzurro come i gabbiani e gli altri uccelli!
Ma il mio volo ed il piacere sono finiti presto, appena il vento mi ha lasciato.

Quando sono ricaduto in acqua, pian piano sono sceso verso il fondo e, per mia fortuna, sono arrivato proprio tra le due conchiglie aperte di un’ostrica, tra le sue valve.
Non ero certamente il suo cibo, non ero digeribile e le davo fastidio. Non riuscendo a scacciarmi, l'ostrica mi ha avvolto nella sua saliva, divenuta ben presto un sottile strato di madreperla attorno a me.
L'ostrica Man mano e col tempo, si sono aggiunti altri strati, così io sono diventato il cuore, il centro di una grossa, bellissima perla!
Quel gioiello si era lì formato per merito mio: perciò io ero diventato la perla nascosta nell'ostrica. Che soddisfazione, che gioia!

Ma è durata solo per un po'.
Infatti, le perle sono inutili se restano in fondo al mare. Cominciavo ad annoiarmi e a chiedermi se avessi fatto davvero bene a seguire i consigli del granchio.
Ma un giorno, fortunatamente, un pescatore con la sua rete ha pescato la mia ostrica e così mi ha trovato. Quell’uomo mi ha venduto ad un gioielliere, che mi ha incastonato in uno stupendo ciondolo da appendere ad una collana. Il ciondolo

Che gioia per me! Ero diventato un oggetto prezioso messo in vetrina, in bella mostra su un morbido velluto. Ero ammirato, ero desiderato da tante signore ed anche da tanti uomini, che avrebbero voluto donarmi alla persona amata!
Lì, nella vetrina del gioielliere ho trascorso dei momenti molto belli, pieni di soddisfazione! Poi però ho cominciato ad intristirmi, perché nulla cambiava.

La collana Finalmente, un giorno, un bel giovane mi ha scelto per completare la collana da portare in dono alla sua innamorata.
Lei ha molto gradito il regalo: il mio ciondolo con la perla le piaceva tantissimo e non si stancava di portarmi al collo come il suo gioiello preferito.
Essere considerato un ornamento così desiderato mi rendeva molto felice.

Le cose però non sono rimaste a lungo così.
Si sa che può succedere, purtroppo: anche un grande amore può finire.
Quando i due ragazzi hanno rotto la relazione, lei ha restituito la collana al suo ex fidanzato.
Per dispiacere o per rabbia, lui l'ha gettata a terra, schiacciando il ciondolo e la mia perla con forza sotto ai suoi piedi.
La mia bella, iridescente veste di madreperla si è sgretolata completamente ed io, granellino di sabbia, mi sono ritrovato sperduto in un mucchietto di polvere, inutile, senza valore.
Non mi hanno neppure raccolto per bene, né gettato da qualche parte. Io sono ancora là in quella stanza, in una fessura dove la scopa non riesce ad arrivare facilmente.

Qui non c'è il mio amico vento a darmi una mano, ma potrei cercare un altro aiuto per allontanarmi da questo posto, ormai senza prospettive per me.
Perché sono sicuro che, se mi darò da fare, questo periodo grigio avrà anch'esso una fine e le cose nuove e belle torneranno anche per me.
Però, ora sono un po' stanco e mi sto regalando una pausa per meditare su tutto ciò che mi è successo. Poi si vedrà.
Infatti, sto riflettendo sulle mie esperienze ed adesso potrei essere io ad insegnare qualcosa al granchio avventuroso.

Ho imparato che l’esistenza è come una grande torta con tanti sapori. Sapori di ogni tipo: più o meno gradevoli.
Però, caro granchio ed anche voi, cari amici, state attenti …

" La gioia non sta mai nelle grosse fette, ma solo nei pezzetti che, qua e là, si staccano dalla torta.
La felicità sta proprio nelle piccole briciole: non sprecatele, non lasciatele cadere senza raccoglierle!
Fatele durare e cercate di coglierle tutte …"

La torta



G.A.

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