Chi ha l’occasione di seguire delle terapie in Camera Iperbarica resta senz’altro stupefatto dalle speciali tecniche utilizzate. Così è successo a me in queste settimane.
NOTA - Alcune immagine derivano da quelle originali della pagina di
Ossigenoterapia Iperbarica dell'Ospedale di Niguarda. Sono state spersonalizzate per rispettare la privacy e ritoccate qua e là.
L’ambiente molto tecnologico ed il fatto che durante le due ore di terapia non si possa far nient’altro che pensare, mi hanno ispirato questo racconto.
Anche nella mia storia si usano delle Capsule, simili a quelle Iperbariche. Le mie Capsule però perseguono un obiettivo assolutamente diverso.
Amici miei, avete mai desiderato di tornare indietro nel tempo?
C'è qualcosa del vostro passato, vicino o lontano, che vi piacerebbe rivivere?
Che cosa fareste se vi dessero l’opportunità di andare a rivedere un momento importante della vostra vita passata?
Ma ciò che è fatto, ormai è fatto, non si torna indietro: non abbiamo il tasto rewind, come sul registratore!
Ma dai! ... proviamo invece ad immaginare che possa talvolta accadere! Ecco allora che cosa succede a Gino, il protagonista del mio racconto.
Un giorno, girovagando per la città, lui s’imbatte in uno strano cartello: “Vieni anche tu da Time Won, il Vincitore del Tempo, sperimenterai un fantastico viaggio nel tuo passato!“
– Magari fosse possibile ...! – lui commenta subito tra sé e sé.
Il messaggio gli ha risvegliato un desiderio celato nei cantucci della mente; gli ha acceso un antico sogno. Ma è un sogno breve, perchè subito Gino torna alla realtà ed è preso dalla voglia di scoprire quale inganno si celi dietro a quella pubblicità.
Per verificare bisogna però andare a vedere, lui perciò segue la freccia del cartello che lo invita ad entrare. Superato l'ingresso ecco tre porte con le indicazioni: Accettazione, Laboratorio e Informazioni.
Gino va verso quest’ultimo, entra e s’accomoda di fronte ad una scrivania dove sta un signore molto serio: occhiali spessi, camice bianco e modi gentili.
Questi anticipando ogni domanda, inizia subito a parlare:
– Ora le spiego tutto, cioè, che cosa facciamo qui. –
– E’ proprio ciò che desidero. – riesce a dire Gino.
– Sono l’ingegner Time Won ed ho realizzato un dispositivo capace di comprimere il tempo, ovvero di fletterlo, piegarlo in modo di aprire delle scorciatoie per raggiungere i momenti del passato e così poterli rivivere in prima persona. –
– Ma non è scientificamente possibile! … c’è senz’altro qualche inganno! – sbotta subito Gino.
Allora con pazienza Won, mentre gli porge un depliant, riprende:
– Potrà poi leggere qui le recensioni di chi, e sono tanti, ha già fatto da noi questa esperienza. E vi troverà anche i pareri positivi di un paio di noti astrofisici. I suoi dubbi spariranno. Sono certo che se ne convincerà.
Perciò passerei adesso ad illustrarle come avviene in pratica il viaggio che le propongo. Vuole? –
Gino accetta di stare al gioco e annuisce. L’ingegnere allora riprende:
– Posso metterle a disposizione un posto nella mia Capsula Ipertemporale, in cui possono viaggiare insieme una dozzina di persone. Ognuna di loro, prima dell’inizio del viaggio, deve definire con me: l’anno, il giorno, l’ora e il minuto del punto del passato dove vuole arrivare. Deve pure decidere quanto a lungo soffermarsi in quella piega del tempo.
Ogni viaggiatore può scegliere quindi due parametri personali: il suo punto-tempo nel passato e la durata della sua sosta. Così varrà per lei. –
Allora Gino chiede:
– Fino a che data del passato è possibile tornare? –
– Nella versione attuale, la mia navicella può discendere fino a 14 anni addietro e consente una sosta di poco più di due giorni. – risponde Won.
– Allora il viaggio dura due giorni? – chiede Gino.
– No, no … il tempo all’interno della capsula, cioè: la durata del viaggio, scorre come il nostro tempo, qui adesso, ed è stabilito in poco più di due ore. E non ha nulla a che fare con gli ipertempi esterni scelti dai viaggiatori per le loro soste nel passato. Tempi da definire qui con me tra un solo minuto ed, appunto, i due giorni. –
Gino, che intanto ha già gettato qualche rapida occhiata al depliant, domanda:
– Per me tutto ciò andrebbe bene. Vorrei andare indietro per rivivere pochi importanti minuti di nove anni fa. Ma che rischi, che pericoli ci sono? –
– Basta essere in buona salute, come per un'attività dilettantistica sportiva.
Non potrà portare con sé nulla di personale e lascerà qui anche i suoi vestiti. Non le serviranno, perché nel passato si ritroverà con l’aspetto e l’abbigliamento di quel momento della sua vita.
Dia un’occhiata alle immagini sul nostro pieghevole: i viaggiatori nella capsula vestono la nostra divisa di leggeri indumenti blu, in tessuto antistatico. –
– Vedo che indossano pure una maschera, collegata a vari tubi: che cosa respirano? –
– In alcune fasi della compressione e decompressione temporale lo sforzo viene meglio supportato con un po’ di ossigeno. Ma non ci sono pericoli e, comunque, un medico viaggia insieme a voi. –
Gino azzarda la domanda finora taciuta:
– Quando sarò nel mio passato, potrò io fare qualcosa di diverso da ciò che ho fatto a quel tempo? Cioè potrò correggere un errore che allora ho fatto? –
– Me lo chiedono tutti. La risposta è "no/sì", cioè tutto ciò che oggi è materia, che cioè esiste fisicamente non può essere modificato, perché si potrebbe generare un pericoloso collasso spazio-tempo. Al contrario, ciò che invece oggi è solo nei pensieri, nella mente o nella coscienza può essere influenzato da ciò che lei farà tornando nel passato ed è ovvio che si cerchi di andar là per migliorarlo. –
Gino torna a casa molto interessato. Per un paio di giorni si tormenta ed alla fine decide di provare quella strana esperienza. Tornato alla Time Won, dà l’acconto, definisce la data e la durata del tempo che vuole rivivere e concorda il suo viaggio per domani.
Domani rivivrà un po’ del suo passato: "domani sarà ieri"!
Perché mai desidera tornare in quel momento della sua vita passata?
Perché ci sono cose che Gino pensa di non aver detto a suo padre, finché era in vita. Parole taciute per timidezza o per averle considerate scontate ed ovvie nel suo rapporto filiale.
Ed è una sensazione che gli accende un’amarezza, che con l’età diventa sempre più greve:
– Quante cose non gli ho detto abbastanza, quanti pensieri non tradotti in parole!
Voglio tornare a quei giorni, per potergliele dire a piena voce e calmare questo dispiacere! –
Ed arriva il giorno del viaggio.
Gino si reca nella sede della Time Won. Prima sosta in Accettazione, per mettere un po’ di firme e tante crocette sui moduli, poi saldare il pagamento. Seconda tappa nella sala di Attesa Partenze, dove già stanno gli altri viaggiatori di quel giorno. Cominciano presto a chiamarli.
Pure a lui consegnano l’abbigliamento standard: una specie di pigiama, i calzari ed un camice, tutti in speciale tessuto azzurro e lo accompagnano nello spogliatoio.
Un po’ a disagio, con indosso quelle cose strane, Gino passa in un altro locale, che pian piano si va animando con l’arrivo di tutti i viaggiatori.
Da lì si può sbirciare nella Sala di Comando: ogni tanto quella porta si apre ed allora si intravvedono tanti monitor e complicate strumentazioni.
Si può scrutare un po' anche verso l'area di partenza dove stanno due grandi Capsule Ipertemporali.
Le Capsule sono imponenti cilindri, metallici, con oblò, come quelli delle navi ed un gran groviglio di tubi, cavi e manometri.
Sono già arrivati tutti i viaggiarori e sono in attesa.
C’è chi se ne sta sulle sue e chi, invece, più ciarliero, prende a parlare del suo viaggio personale, confessando le sue aspettative, le cose del passato che vuole rivedere o modificare.
I due viaggiatori accanto a Gino stanno parlando del proprio viaggio. Quello di destra confessa:
– Mio nonno, che ora non c’è più, ha riposto da qualche parte i bellissimi gioielli della nonna. Li ho cercati da tutte le parti senza riuscire a trovarli. Ma so che sono ancora nella nostra vecchia casa e devo ritrovarli prima di venderla. Torno nel passato apposta per chiederlo al nonno. –
Anche Gino si apre e confida lo scopo del suo viaggio: vuole tornare indietro di nove anni per poter confermare a suo padre l'affetto e la riconoscenza che crede di non avergli espresso abbastanza.
Chi gli sta accanto a sinistra è invece molto concreto e, mentre mostra dei numeri scritti sul palmo della sua mano, confessa:
– Io torno indietro di poco, di una settimana soltanto. Torno per giocare al SuperEnalotto la combinazione vincente, ora che la conosco! –
– Ma non funzionerà! Won l'ha detto chiaramente ... non si possono modificare le cose del presente, soltanto i pensieri, le sensazioni! – replica subito Gino.
– Ma io lo tenterò lo stesso! – ribatte l’altro deciso.
Dalla sala comando esce un assistente che comunica i numeri dei posti assegnati nella capsula. Vanno rispettati perché sono programmati coi parametri specifici di ogni viaggiatore.
Il gruppo viene condotto nel salone di partenza, si userà la Capsula di destra. Vi si accede attraverso la porta a tenuta stagna.
Anche all’interno ci sono molti strani strumenti.
I posti sono distribuiti lungo le pareti ed ognuno si accomoda in quello assegnato.
Come promesso c'è un medico che viaggia insieme a loro.
Viene chiusa la porta della Capsula, il medico ripete ancora una volta le istruzioni, poi, con l’interfono dà l’ok alla Sala di Comando.
Si parte in mezzo a rumori e vibrazioni molto forti. La Capsula sta immagazzinando l’energia necessaria per creare le anse nel tempo e poter ravvicinare momenti del passato che sarebbero distanti.
Il medico spiega che questa prima fase durerà circa un quarto d’ora. E’ la più critica perché può dare dolori ai timpani, simili a quelli che si provano in aereo, in fase di atterraggio.
Finalmente calano i rumori e le vibrazioni; s’è fatto un grande silenzio.
Inizia la seconda fase, quella in cui ciascuno viene deposto nel suo punto-tempo prestabilito. Il medico avverte che l’uscita avverrà uno alla volta, quando si accenderà il segnale luminoso sopra al suo posto, man mano che, andando all’indietro nell’onda temporale, si raggiungerà il momento calcolato per ognuno.
Ecco che si accende una prima spia rossa: è il viaggiatore che andrà meno lontano.
La sua postazione viene avvolta in una luce intensa, che cambia rapidamente, percorrendo tutti i colori dal rosso al violetto. Poi si attenua e si stabilizza in un alone azzurrino dentro al quale si intravede ancora il viaggiatore. Ma è soltanto un'immagine virtuale, perché in realtà lui ha lasciato la Capsula per uscire nel suo punto-temporale. Lo conferma la spia, cambiata da rossa a verde.
La Capsula prosegue la sua corsa verso i passati più lontani ed il processo si ripete identico per altri viaggiatori.
Ora le spie sono quasi tutte verdi. Gino è tra gli ultimi, ma arriva anche il suo turno: s’è accesa la sua spia!
Un brivido gelato lo attraversa, ma è brevissimo: neanche un battito del cuore e lui è già proiettato dall’altra parte, nel suo passato che vuole rivisitare.
La Capsula prosegue il suo percorso. Quando ha depositato tutti i viaggiatori, la Sala di Comando dà l’ok per invertire la marcia: è la terza fase ed inizia il viaggio di recupero. Ci vuole un’altra ora per la risalita, durante la quale i viaggiatori vengono recuperati uno alla volta, nella sequenza inversa dell’andata: dal passato più remoto al più recente.
Le loro immagini virtuali tornano man mano a concretizzarsi fisicamente nei posti corrispondenti; ma i viaggiatori appaiono assopiti, devono ancora riprendersi. Occorre un po’ di tempo per il loro completo risveglio.
Anche Gino ora è tornato cosciente. Si sente bene ed è eccitato. Sta cercando di ricordare cosa gli sia successo. Quando il quadro si è ben riformato nella sua mente, comprende il perché della soddisfazione che sta provando. Infatti il rimorso che sentiva era ingiustificato, perché lui ora sa che in molte occasioni già aveva espresso al padre la sua gratitudine.
– Me n’ero dimenticato e avevo un falso complesso di colpa … – bisbiglia.
Il vicino di posto, quello del tesoro nascosto dal nonno, lo sente ed allora gli chiede:
– Tutto risolto? –
– Sì, sì benissimo, … ed a lei come è andata? –
– Dovrò riprovare ancora, con un’altra data, perché nei due giorni che ho appena rivissuto, il nonno non aveva ancora nascosto i gioielli della nonna. Peccato … ma ci riproverò senz’altro! –
– E a lei come è andata chiede allora Gino al viaggiatore del SuperEnalotto? –
– Ah … male, molto male! Non mi ricordavo i numeri da giocare, quelli scritti sulla mano erano scomparsi! –
– C’era da aspettarselo … però! – dichiara Gino.
Dopo due oltre ore il viaggio è terminato, la Capsula è tornata ad approdare nel presente.
I viaggiatori ne escono pian, piano, ancora un po' frastornati.
All'uscita del salone c'è Time Won che cortesemente chiede ad ognuno:
– Come le è andata ... è soddisfatto? –
Le risposte sono più o meno queste:
– Bene, ho rivisto la persona che desideravo incontrare! –
Oppure:
– Mah … però voglio ritentare. –
La risposta di Gino è un po’ diversa:
– Grazie: il viaggio è stato positivo per me, però non penso di farne altri qui.
Per i miei prossimi viaggi nel passato userò una "capsula" diversa.
Userò quella della mia memoria: mi immergerò nei miei ricordi, cercando quelli più belli! –
G.A.