Di favole sui tesori nascosti in mare ne sono state scritte già tante, anche molto belle.
Ho una mia piccola esperienza, perché da ragazzo anch'io cercavo cose preziose nel mare.
Comunque, questa è la mia. Spero che abbia in sé qualcosa di originale.
Nell'Adriatico qualcuno aveva trovato perle in qualche conchiglia del tipo "Pinna Nobilis" (vedi qui a lato).
Allora anch'io andavo a cercarle in fondo al mare con maschera e pinne; di quelle conchiglie ne avrò portate su qualche decina: ma niente, niente perle ...
Mino è un bravo e infaticabile pescatore. Lavora parecchio, anzi, più che può, per poter mantenere la sua famiglia: la moglie Lina e i due suoi figlioli.
Non sono ricchi ed il lavoro di Mino è l'unica fonte di sostentamento.
Ogni mattina, all'alba, Mino esce in mare con la sua piccola barca. Per l'intera giornata cala e salpa la sua rete più volte che può.
Quando la giornata è fortunata, porta il pesce al mercato e torna a casa con qualche soldino. Servirà per le spese indispensabili, alle quali la famiglia deve far fronte: qualche vestito, i libri per la scuola dei ragazzi e qualche oggetto per la casa.
Se, invece, la pesca non è favorevole, Mino cerca di rientrare almeno con qualche pesce per la cena della sua famiglia.
Anche oggi è uscito in mare. Purtroppo, sembra che sia una delle giornate sfortunate, anzi: di quelle proprio negative. Infatti, è già sera e non è riuscito ancora a catturare neppure un piccolo pesce.
Quando il sole è quasi del tutto calato, raccogliendo le scarse forze e le poche speranze rimaste, Mino decide di provare un'ultima calata di rete, però in un punto non ancora tentato.
Di solito là non ci va, perché ci sono dei rischi. È un posto dove qualche pescatore ci ha rimesso un bel pezzo di rete che non ha più recuperato: le rocce o qualche antico relitto, depositato sul fondo, possono agganciarla, spezzarla e trattenerla laggiù.
Ed è una vera disgrazia perdere gli arnesi del proprio lavoro, non vi pare?
Giunto su quel fondale, Mino fa egualmente l'ultimo tentativo della giornata.
Cala la sua rete, la lascia in acqua finché c'è ancora qualche debole ma utile raggio di sole. Poi in fretta la recupera.
Qualcosa c'è … che luccica:
– Meno male: qualcosa contiene. –
È un bel pesce, uno solo però.
Mentre rema verso terra Mino si consola commentando:
– Almeno sono riuscito a portare a casa la cena! –
La sua famiglia lo sta attendendo sull'uscio di casa. I figli hanno scorto il viso imbronciato del babbo ed hanno capito che non bisogna chiedergli nulla. E’meglio distrarlo un po', raccontandogli qualcosa di bello successo a loro.
Intanto Lina, la moglie di Mino, ha portato in cucina il cesto della pesca: sta pulendo e lavando il pesce per cucinarlo.
Ma ecco che ad un tratto lei chiama tutti accanto a sé:
– Venite, venite qui subito a vedere! Guardate che cosa ho trovato nel ventre di questo pesce ... guardate che cosa aveva mangiato! –
Tutti accorrono:
– Sembra una strana conchiglia – dicono i ragazzi.
– Lina, prova a sciacquarla meglio, mi sembra di metallo. – dice Mino.
Lei comincia a strofinarla energicamente con una spazzola. E, man mano che procede, diventa sempre più evidente di che cosa si tratti, ma nessuno osa parlare, finché:
– È una moneta d'oro! – esclamano tutti insieme.
Che gioia quella sera ... e quanti progetti!
Forse fin troppi, fin oltre il valore di quella moneta, pur se tutta d'oro.
Ma adesso se ne potrà realizzare certamente qualcuno!
L'indomani si recano tutti insieme in città con l'elenco delle cose importanti a cui avevano sino ad allora dovuto rinunciare. Ed è un giorno di parecchi acquisti.
Sono tutti felici per la fortuna capitata proprio quando ce n'è un grande bisogno. Ora può iniziare un periodo migliore, con meno preoccupazioni.
Ho appena detto che la famiglia di Mino adesso è felice, ma non è proprio esattamente così. Vale per la moglie ed i figli, ma non per il papà.
Infatti, dopo la gioia iniziale, nel suo animo è cresciuta l'ansia, la smania di andare a cercare altre monete d'oro come quella già pescata:
– Su quel fondale di certo è naufragato qualche antico vascello. Chissà quante ricchezze portava, quanti forzieri pieni di monete! Potrei trovarne ancora qualche altra ... – questo è il pensiero che non gli dà pace.
Da allora Mino torna ogni giorno a calare la sua rete sempre in quel posto.
Ha preso l'abitudine di uscire di casa ben prima dell'alba. E talvolta di restare in mare fino a notte fonda.
Non è il pesce che lo interessa, può capitare infatti che lo ributti nell'acqua, dopo averlo, però aperto e ben esplorato nei suoi visceri.
È davvero ossessionato in questa ricerca. È sempre in affanno, è dimagrito, ha un'aria triste ed incupita. Parla poco, anche in famiglia. È diventato burbero e schivo con gli estranei, anche se suoi amici.
Presso la riva dove Mino ormeggia la barca è solito sostare un vecchio pescatore.
Questi ormai non esce più in mare, ma gli piace salutare chi sta per andare a pesca e seguirne i preparativi.
Il vecchio lo conosce fin da bambino. È stato lui ad insegnargli molti trucchi di pesca.
Sin da quei tempi gli è rimasto affezionato ed ha seguito con preoccupazione il profondo cambiamento che sta tormentando il suo giovane amico.
Questa mattina, il vecchio pescatore ha deciso di parlare a Mino per aiutarlo, perciò, appena lo incontra, lo guarda dritto, dritto negli occhi e gli dice:
– Caro amico, ti stai rovinando la vita! Cosa mai vai cercando? Non hai bisogno della ricchezza che sogni e che ti sta accecando il cuore. Rifletti!
Che cosa ti può dare in più il denaro che cerchi? Hai la tua bella famiglia ... ora sei anche meno povero di una volta. Cos'altro vuoi ancora? –
Ma Mino non vuole dargli retta:
– Non temere, amico mio, sono sicuro che riuscirò a trovare ciò che cerco. Là, sul fondo del mare, è senz'altro nascosto un tesoro, mi appare nei sogni quasi come se fosse reale e io lo troverò! –
Il vecchio tenta ancora di insistere:
– Dà retta a me. Ti sto consigliando per il tuo bene.
Alla mia età ne ho viste tante di cose ... ascoltami: ho il doppio dei tuoi anni.
È come se avessi vissuto due volte la tua vita intera. Anzi di più, perché gli anni della maturità sono più saggi di quelli della giovinezza. Avrò ben imparato come gira il mondo, non credi?
Perciò ti parlo come se tu fossi mio figlio: ti prego, rinuncia a questa ostinata ricerca, che ti sta turbando la mente ed il cuore! –
Mino coglie l'affetto sincero di quelle parole, ma non è sufficiente per intaccare la sua determinazione.
Così, pure questa mattina esce in mare per ritentare ancora.
Tante volte cala la rete ed altrettante delusioni vanno ad appesantire il suo animo.
La giornata sta scorrendo inutilmente, come le precedenti.
Ora è già sera ed è una rischiosa serata, perché il cielo laggiù s'è riempito di grosse nuvole e già Mino intravede qualche lampo lontano:
– Forse sarà burrasca? – pensa.
Forse sì, forse no: non è una preoccupazione abbastanza grossa da farlo desistere di provare ancora qualche calata di rete ...
Un tentativo segue l'altro, così Mino non si rende conto che la burrasca è arrivata, se non quando ci si ritrova proprio nel bel mezzo.
Salpa in fretta la rete e prende a remare verso terra con più forza che può.
Ma il vento è contrario e lo allontana ancora di più. Gli scrosci di pioggia, picchiando sull'acqua, sollevano un pulviscolo di spruzzi che nascondono la costa lontana. Le onde adesso sono molto alte e rischiano di far capovolgere la barca.
Povero Mino, sei stato troppo imprudente! Stai rischiando la vita!
– Mamma mia, aiutami! – continua lui a ripetere ad alta voce, affannandosi inutilmente sui remi.
Ma non riesce più a manovrare la barca, sballottata da ogni lato e piena d'acqua già fin quasi a metà.
Sarà opera della mamma? Sarà un miracolo o una magia? Fatto sta che alla luce dei lampi, Mino ad un tratto intravede una grossa massa scura, tondeggiante accanto alla barca ed esclama:
– Cielo, una grossa testuggine! –
Ma è senz'altro qualcosa di più, perché quella tartaruga marina, tra i fischi del vento e gli scrosci delle onde, alzando il capo fuori dall'acqua, comincia a parlargli:
– Forza, gettami una cima ... ti trascinerò io fino a riva! –
Mino dapprima non crede a ciò che ha sentito, ma poi s'affretta a fare come la testuggine gli ha detto.
Lei comincia a trainare la barca, che però, semi affondata com’è, risulta troppo pesante anche se è forte e robusta. Così, dopo un paio di inutili tentativi, nel frastuono della tempesta, l'animale torna ancora a far sentire la sua voce:
– Mino, togliti le scarpe e buttati in acqua! Aggrappati a me! Ti porterò io fino a riva. –
– Non posso perdere la mia barca ... di che cosa vivrà la mia famiglia? – lui si dispera.
– Non temere, conosco le correnti: tra qualche giorno te la riporteranno fino a riva, te lo posso garantire! –
Mino ubbidisce allora alla testuggine e, buttatosi in acqua, si aggrappa al suo guscio robusto.
Ora sì che riescono ad avvicinarsi alla costa. L'animale è forte e veloce.
Mentre nuota verso terra, con lui saldamente attaccato al suo carapace, la salvatrice torna a parlargli:
– Caro Mino, hai visto come, spinto dalla bramosia di possedere altra ricchezza, stavi per annegare? –
– Sì, amica mia, avevo veramente perso il senso della vita, delle cose importanti! Ora me ne rendo conto, non farò più questi errori ... –
Giunti all'ingresso del porticciolo, la tartaruga gli dice:
– Qui non c'è più pericolo. Puoi raggiungere la riva nuotando da solo. –
E, mentre Mino non sa più come ringraziarla, lei aggiunge:
– Voglio solo darti un ultimo consiglio. Viene da un libro antico. Ascolta:
" Cosa è la felicità? La felicità è desiderare quello che già si possiede! "
Tienilo ben presente ... ricordatelo. Vale ben di più di una, di mille monete d'oro! –
Dopo qualche giorno i pescatori del luogo avvertono Mino che la sua barca è stata ritrovata. È stata riportata a terra dalle correnti, così come la tartaruga aveva promesso.
Perciò lui può riprendere la sua attività di pescatore.
Ma da allora, quando esce in mare, cerca solo i pesci, proprio come un tempo, senza più ansie o smanie di trovare tesori sommersi.
È tornato a vivere serenamente.
In quel giorno di burrasca ha fatto la pesca migliore della sua vita.
Non si tratta però di alcun pesce: ha pescato la felicità!
G.A.