Come sarebbe brutto e triste il mondo senza la musica!
In questa favola capita proprio questa sventura.
Leggendola saprete perché avviene e come si riuscirà a sconfiggerla.
Nel paese di Pietrazzurra il re, sta tornando da un lungo viaggio di visita ai regni vicini, quando incontra lungo la strada un mendicante.
Quell'uomo si mette davanti alla carrozza reale, la obbliga a fermarsi, quindi attacca a suonare il suo violino. Sono poche note ma molto toccanti e suggestive.
Il re avrebbe certamente gradito il breve intermezzo musicale, se non fosse che è innervosito dal viaggio durato più del previsto. È veramente stanco, perciò ordina di fare spostare il violinista ed al cocchiere di riprendere il viaggio.
Non l'avesse mai fatto!
Gli abitanti del luogo lo sanno, ma il re no: quel mendicante è anche un po' mago ed abbastanza scontroso. Ma c'è di peggio: qualcuno va dicendo in giro che abbia la coda nascosta nei pantaloni e che sotto al cappello abbia un paio di piccole corna: insomma che sia in realtà una specie di fauno o di diavoletto!
Mentre la carrozza si allontana, il violinista gli grida:
– Tu non hai voluto ascoltare la mia musica? Male! Te ne pentirai ...! –
Ma il re non si preoccupa di quelle parole minacciose e pensa infatti:
– Perché mai dovrei pentirmi? Che cosa mi può fare questo meschinello? –
Dopo qualche giorno alla corte viene organizzata una grande festa, con tanti invitati importanti. Per intrattenerli è previsto anche un concerto con bravissimi musicisti.
Dopo la prima parte della cerimonia, arriva il loro momento, ma tra lo sbalordimento generale, dalle trombe e dai fiati escono solo dei rauchi: prr, prrh ...
Dai violini soltanto dei fiochi: ffff, ffffh ...
Dai grossi tamburi dei goffi: glu, gluh ...
Il re, arrabbiatissimo, chiama le guardie ed ordina di portare in prigione tutti gli orchestrali, che poveretti, piangendo, non fanno che scusarsi, giurando che non volevano prendere in giro la corte, né il re, né i suoi ospiti, ma che veramente qualcuno deve aver sabotato i loro strumenti.
Qualche invitato, ambasciatore, tra quelli dei regni vicini con qualche ruggine verso il re, già comincia a sogghignare ed a ridacchiare sotto ai baffi per la svolta vergognosa che la festa sta prendendo. Le loro consorti non sono da meno e, sventolandosi per nascondere i risolini, bisbigliano tra loro paroline piccanti alla volta della regina.
Il maestro di cerimonie cerca di correre ai ripari.
Manda immediatamente in città la carrozza reale a prendere il più bravo tenore e la più famosa soprano.
Li caricano a forza e li portano in fretta e furia al ricevimento reale.
I due cantanti, già sul palco, confabulano un poco tra loro per decidere quale aria cantare e poi con un cenno di assenso al maestro di cerimonie, attaccano la loro esibizione.
Ma quale figuraccia!
Dalla bocca della soprano non esce altro che un rauco raglio d'asino e dall'ugola del tenore un lieve tenue miagolio!
Che fallimento!
Anche i cantanti vengono trascinati in prigione. Ed il re preso da convulsioni di rabbia è costretto a congedare tutti i suoi invitati ed annullare la festa!
Passa la notte. L'indomani mattina c'è una fila di sudditi del re che vogliono parlare coi suoi ministri.
Stanno tutti denunciando che qualcuno ha rovinato i loro strumenti musicali: non emettono che suoni mesti e sgraziati.
Ma ci sono anche tanti altri che chiedono di poter essere visitati dai medici di corte, perché, appena tentano non di parlare, ma di accennare alla più breve, semplice canzone, non producono che sibili e gorgoglii.
Ecco chiarito il mistero: questa è la maledizione del violinista incontrato al margine del bosco!
Si sono perse le Note, lui le ha nascoste!
Con le scuse del re vengono liberati i concertisti e i cantanti ed il re manda subito in tutte le città i suoi araldi, perché nelle piazze proclamino questo editto:
– Chi riuscirà a sconfiggere la maledizione del violinista e ritrovare le Note Perdute, riceverà onori solenni ed un premio di mille talleri d'argento! –
Una ricompensa molto allettante, non vi pare?
Lo è certamente, perciò in tanti si danno subito da fare.
Qualcuno cerca le Note in fondo ai pozzi, qualche altro nelle grotte più profonde, altri ancora si spingono in cima alle montagne più alte, ma senza riuscire a ritrovarle.
Infatti, le Note che il violinista scontroso ha allontanato dalla musica e dal canto, sono fuggite in una scura foresta.
Ed i giorni passano invano.
La foresta non è certamente un luogo gradito, perciò, dopo aver vagato là per alcuni giorni, le Note hanno trovato un rifugio migliore: una casa abitata.
È l’abitazione di un bravo artigiano, che sa costruire e riparare gli strumenti musicali.
Lui è il papà della piccola Emy, una bambina saggia e curiosa.
Le Note sono andate a nascondersi proprio nel laboratorio, ma nessuno della famiglia ci ha ancora fatto caso, perché il papà è assente, in visita ai suoi clienti.
Una notte però Emy sente degli strani rumori provenire dal locale sopra alla sua cameretta, dove appunto il babbo tiene i suoi attrezzi.
Il mattino seguente lei sale lassù, per verificare che cosa sia successo:
– Forse sono nati i gattini! – si dice tra sé e sé.
La bimba esplora per terra ogni angoletto, senza successo, finché il suo sguardo si sposta più in alto, su una mensola piena di materiali ed attrezzi del babbo.
E quale è la sua meraviglia, quando vede su quello scaffale, allineate e sedute con le gambette a penzoloni, sette bimbette piccine, piccine.
Senza dire parola, loro hanno seguito i movimenti di Emy ed ora la guardano, sperando che la bimba non le obblighi ad andarsene di nuovo nel bosco.
Le piccole Note sono vestite in modo curioso: una mantellina con cappuccio, da cui, guardando bene, si vedono spuntare due piccole ali trasparenti.
Ognuna di loro indossa un colore diverso: sette le Note e sette i colori dei loro vestiti.
Emy, molto sorpresa, chiede allora con gentilezza:
– Chi siete? Come mai siete qui? –
E loro le raccontano tutta la storia:
– Cara bambina, noi siamo le Note musicali. Purtroppo siamo state colpite da una strana magia. Qualcosa o qualcuno ci ha strappate dal nostro lavoro, da tutto quello che siamo abituate a fare.
E siamo diventate stanche, senza voglia di far nulla. –
Emy comprende che si tratta del sortilegio del cattivo violinista, di cui dappertutto si parla.
Quelle sono proprio le Note che in tanti stanno invano cercando!
Allora, emozionata, dice loro:
– Vi è successa una brutta disgrazia, ma da adesso siete fortunate: infatti siete capitate nel posto giusto!
Il mio babbo è molto bravo con tutto ciò che riguarda la musica: lui di certo vi può guarire.
Vi torneranno le forze e la voglia di andare dove occorre, come avete sempre fatto, come è vostro dovere! –
Quella sera Emy racconta al papà la sua scoperta. Lui dapprima è incredulo, ma non può più dubitare quando sale a controllare nel laboratorio.
Il babbo possiede un antico manuale di magia, avuto in dono da un saggio veggente. Contiene la formula dell'antidoto necessario per sconfiggere il maleficio del violinista.
Ecco gli ingredienti da mescolare bene insieme: sette gocce di rugiada (però raccolte il mattino del solstizio d'estate), sette petali di rosa azzurra e sette di giraluma (ovvero il rarissimo girasole notturno) e sette lacrime di bambino felice.
Nel laboratorio del papà c'è davvero di tutto, perciò non manca nessun ingrediente, pur se rarissimo.
Subito e con abilità prepara il miscuglio, lo riscalda lentamente, lo lascia raffreddare, quindi lo travasa in un piccolo vaporizzatore.
– Adesso tutto è pronto ... – dice – voi Note, piccine mie, chiudete bene gli occhi ... – ed inizia a spruzzarle in abbondanza.
Che miracolo!
Bastano pochi istanti perché le Note si rizzino in piedi sulle loro gambette e inizino a correre e saltare gioiose in ogni angolo della stanza, piene di nuova forza ed energia.
Allora Emy confida al papà:
– Sono molto simpatiche, più divertenti delle mie bambole, ma dobbiamo lasciarle andare! Devono tornare a fare il loro dovere, quello che è giusto che facciano, la ragione della loro esistenza. –
Appena il babbo apre la finestra del laboratorio ecco un coro festoso di:
– Ciao ... ciao .... ciao! – mentre le Note, non più "perdute" ma "ritrovate" prendono il volo felici.
In pochi secondi già scompaiono nel cielo azzurro.
Beh, cari bambini, per concludere: al babbo vengono dati in premio e con grandi onori mille talleri d'argento, molto utili per realizzare tanti nuovi progetti per tutta la famiglia.
Ma c’è ancora qualcos’altro: infatti Emy il mattino successivo ritrova sulla mensola, proprio lì dove le Note si erano sedute a riposare, sette piccoli micini.
Ed ognuno fa un “miaaooo” un po’ diverso dall’altro: proprio sette “miaaooo” differenti.
Chissà come mai? Mah!
G.A.