Cari bimbi, questa è la storia di un clown molto bravo, capace di portare tanta meraviglia e molta allegria.
Ha anche un cuore grande e generoso. Le cose buone che fa non andranno perdute e riusciranno a fare un piccolo miracolo!
C'era una volta un clown molto bravo ed apprezzato.
Il suo nome era Gregory, ma in arte lo chiamavano Gregg o SuperGregg.
Nel corso degli anni si era andato sempre più affermando: i suoi spettacoli erano divertentissimi e suscitavano sempre mille risate e tanta meraviglia.
La gente accorreva in massa ai suoi recital ed ogni volta era una gran festa per tutti.
I papà e le mamme vi portavano i loro bambini piccoli e grandi; i nonni ci accompagnavano i nipotini.
Non saprei dirvi se si divertissero di più i bambini o gli adulti, infatti era un grande spasso, per ogni età.
Aveva talmente successo che dove si esibiva era facile trovare esposto il cartello "Sold out", a dichiarare che era stato venduto fino all'ultimo biglietto disponibile ed occupato fino all'ultimo più piccolo posticino.
Gregg ne era immensamente felice: gli piaceva molto il lavoro che si era scelto. Era conscio di avere successo e si impegnava in continuazione per fare ancora di più, ancora di meglio.
Ma la sua soddisfazione maggiore era riuscire a portare meraviglia ed allegria ai bambini.
Più ci riusciva, più ne era felice. Insomma, il cuore era la bussola della sua vita e far divertire i piccini, era diventato per lui una missione, un impegno morale.
A conferma di quanto Gregg fosse sensibile e generoso vi racconto questo episodio.
Una sera, mentre stava entrando nel teatro per prepararsi allo spettacolo, aveva incontrato un papà con la sua bambina molto delusi. Erano venuti da lontano per potervi assistere, ma non avevano potuto trovare posto: tutto esaurito!
Bice, la bambina, era molto dispiaciuta e due lacrimoni erano lì lì, pronti a spuntarle negli occhi.
Gregg nel vederla così si era intenerito ed era riuscito a far mettere due sedie dietro alle quinte, perché il babbo e la sua bimba potessero assistere da lì egualmente allo spettacolo.
Al termine aveva poi voluto ancora incontrare Bice e divertirla con qualche ultimo frizzo, fuori programma ed un saluto affettuoso e simpatico.
Purtroppo le cose umane nel tempo sono destinate a cambiare, così arrivò anche il giorno in cui il pubblico cominciò a diradarsi ed a mancare: i presenti erano sempre di meno.
Forse si erano abituati alla sua comicità ed avrebbero desiderato qualcosa di diverso o più moderno?
Oppure, era lui ad aver inaridito la vena delle invenzioni e dell'abilità di clown?
Non passò molto tempo che il pubblico prese a scarseggiare anche negli spettacoli di beneficenza, dove non occorreva pagare l'ingresso.
La sua carriera stava scivolando inesorabilmente verso il declino.
Gregg se ne rendeva conto, ma desiderava potersi riscattare con un'ultima serata di grande successo. E cominciò a progettare un nuovo, spettacolare artificio, attorno al quale costruire il recital con cui avrebbe concluso la sua carriera.
Finalmente, ecco l'idea vincente:
- Farò uno spettacolo con le bolle di sapone. Non è un'assoluta novità: tanti prestigiatori e clown oggi le usano, ma io ci metterò qualcosa in più. Le mie bolle saranno grandissime, giganti, così grosse che io tutt'intero potrò entrarci dentro, dalla testa ai piedi. -
Inoltre, ecco la cosa eccezionale:
- Quando sarò nella bolla gigante, farò in modo che la palla si sollevi e voli nell'aria fino al soffitto del palcoscenico, con me lì dentro! -
Straordinario, ma come fare?
- Userò una sfera gigante di plastica trasparente, riempita di un gas riscaldato, leggerissimo: una specie di mongolfiera. Di nascosto la sostituirò alla bolla di vero sapone. -
Si mise subito al lavoro. Sperimentò le alternative e scelse quella più difficile, però maggiormente spettacolare.
L'impresario, pur avendo ormai scarsa fiducia nelle sue capacità, si lasciò convincere ad allestire lo spettacolo ed ad organizzare un nutrito battage pubblicitario per quest'ultima sua esibizione.
Ed arrivò finalmente la sera dello spettacolo.
Il pubblico affluì numerosissimo, era ancora un successo: un vero "Sold Out" come una volta!
All'inizio tutto funzionò perfettamente. Gregg sembrava tornato quello dei tempi migliori. Ma il suo dispendio di energie fu davvero grande, così arrivò molto stanco al momento clou dello spettacolo.
All’apparenza tutto sembrò filar liscio.
Il pubblico, grandi e piccini, tutti ritti in piedi acclamavano entusiasti: occhi sgranati, meraviglia, incredulità e un gran gridare ed applaudire:
- Bravo, bravo Gregg! Sei bravissimo, sei unico ...! -
Tra scrosci continui di applausi e grida d'ammirazione la grossa bolla con lui all'interno era salita in alto, molto in alto.
Purtroppo l'altezza era eccessiva e Gregg si fece male, quando la ruppe per ridiscendere. Senza però dar nulla a vedere, trattenne il dolore e attese sorridendo la fine degli applausi fino alla chiusura del sipario.
Solo dopo chiese aiuto e si fece portare all'ospedale.
Si era fatto seriamente male, ma fu curato a dovere.
Però, tornato a casa, incominciò per lui un periodo di convalescenza e di riposo: troppo lungo.
Lui, un creativo, aveva bisogno di contatti, di relazioni, per inventare e creare ancora qualcosa di nuovo.
Gregg non si rassegnava a dover star lontano dal pubblico, da ciò che gli aveva sempre dato ispirazioni, soddisfazioni e carica per vivere.
Purtroppo, giorno dopo giorno, Gregg stava restando sempre più solo: le persone che all'inizio lo visitavano si andavano diradando. Poi mancarono anche gli amici, poi i colleghi ed infine anche i parenti più stretti.
A tenergli compagnia gli rimanevano la tristezza ed il rimpianto.
Si dice che un anziano muoia quando più nessuno gli sorride, quando non c’è più qualcuno che lo ascolti, quando nessuno più lo tocca. Stava succedendo proprio così ...
Per fortuna le cose buone che si fanno nella vita non sempre vanno perdute. Se non vengono scordate del tutto, prima o poi producono qualche piccolo miracolo!
La bimba di quella famosa sera, Bice, oramai divenuta grande, era venuta a sapere della disgrazia di Gregg e della solitudine in cui lui era stato abbandonato.
Non aveva dimenticato la bellissima serata, quando il clown l'aveva accolta con affetto e provava ancora un debito di riconoscenza. Così, fu per lei spontaneo lo slancio di andarlo a trovare e a consolare.
Per Gregg fu un momento straordinario, la cosa più bella che gli sarebbe potuta capitare. Che gioia parlare con Bice, cogliere la riconoscenza e l'affetto dal suo sorriso e ricordare insieme i tempi andati ed i successi della sua carriera.
Ma non parlarono soltanto del passato. In quel colloquio nacquero nuove idee e progetti, difatti Bice ad un certo punto gli suggerì:
- Caro Gregg, perché non ti dedichi ad insegnare la tua arte agli altri? Perché non vai ad insegnarla ai bambini che verrebbero felicissimi ad ascoltarti ed ad imparare? -
L'idea lo riempì di entusiasmo e di nuova voglia di vivere.
La mise subito in pratica.
Pur se ormai vecchietto, aveva trovato ancora qualcosa di utile, bello ed importante da fare: la prosecuzione più adatta alla sua lunga carriera.
Da allora incominciò per lui un nuovo periodo felice.
E fu così che Gregg arrivò in punta di piedi, con grande serenità e senza rimpianti
alla calata del sipario del suo spettacolo più importante.
Quel giorno, stava concludendo una bella lezione ad un gruppetto di bambini felici e sorridenti, quando, all'improvviso si sentì trasportato in un posto bellissimo.
Diciamo: un luogo del cuore, un angolo dell'anima, che potremmo chiamare paradiso.
Da quella parte.
Da questa parte, invece non gli era rimasta neppure una briciola di tempo per soffermarsi, nemmeno un minuto ancora da consumare, nemmeno un secondo, neanche il più piccolo posticino dove accomodarsi, ma: tutto esaurito.
Un "Sold out" assoluto, definitivo.
G.A.