In Un Solo Secondo

Cari bambini, un secondo sembra un tempo molto breve: è solo un piccolo tic–tac dell’orologio.
Ma in realtà, anche in quel tempo brevissimo, possono succedere tante cose importanti, dentro di noi e attorno a noi!



– Senti Fabio è già la terza volta che ti chiamo, ma tu continui a giocare e non vuoi venire a vestirti. Ti ho detto che dobbiamo uscire subito! Dai vieni! –
– Papà, ancora un secondo ... –
– No Fabio, vieni qui subito! –
– Ma che cosa vuoi che sia un solo secondo, concedimelo papà? Devo finire il mio gioco, aspetta ancora, per favore. –

– Adesso vieni subito! È importante anche un piccolo secondo. Non puoi immaginare quante cose possono accadere, mentre scorre un semplice, singolo secondo. –
– Ma che cosa mai può avvenire, papà? –
Il cuore orologio – Cose importanti, infatti può essere sufficiente per non fermare la vita, permettendo al nostro cuore di battere ancora una volta. Il tuo cuore lo fa più o meno ogni secondo, ma quello di un bimbo piccolo in quel solo secondo batte due volte o più. –
– Allora papà, se io ascolto il mio cuore posso fare a meno dell'orologio? –
– Sì, più o meno, se non smetti di contare e lui non cambia il ritmo ... Ma ora vieni qui, preparati per uscire e io ti dirò altre cose che certo non immagini. –
– D'accordo, eccomi, mi sto preparando ... e ti ascolto. –

– Allora, caro, ti posso dire che in un secondo si può passare dal pianto al riso e viceversa. Cioè chi è triste può diventare allegro o, al contrario, chi sta ridendo può sentire una tristezza improvvisa così grande da mettersi a piangere. Tutto quanto in un semplice "tic-tac", cioè nella durata di un solo secondo. –
– Io non vorrei mai diventare triste ... papà! –
– Neppure io, però, purtroppo ... succede. –

Il tuono e il lampo Dopo un attimo il papà continua:
– Sai, quando c'è un temporale e vedi un lampo nel cielo, devi aspettare un poco per sentire il rombo del tuono, ma la luce del lampo in un solo secondo può andare dalla terra fino alla luna!
Pensa, Fabio, in un solo, semplice, brevissimo secondo! Allora sei d'accordo che un secondo non è un tempo da disprezzare? –
– Papà, non lo avrei mai immaginato, davvero ... perché un secondo sembra così breve ... –

– Invece in certi casi un secondo può essere fin troppo lungo; infatti ci sono delle cose più veloci di un secondo, perciò, per valutarle bene, occorre dividere il secondo in parti ancora più piccole. –
– Dici davvero, papà? –
– Ascolta, se dividi la torta della mamma per farne 10 fette e poi ne dividi un'altra uguale in 100 fette, quale fetta ti converrà scegliere? –
– Certo, che domanda ... : una fetta della prima torta! Già sarà già piccola, ma quelle dell'altra saranno trasparenti. –
– Bene Fabio, allora ti dico che in certe gare sportive il secondo viene diviso in 10 parti e anche in 100, cioè: in decimi e in centesimi. Ovviamente si usano degli orologi speciali che si chiamano cronometri. –
– Si, papà, l'ho già sentito, però non l'ho collegato al tempo che passa per me. –
100 metri piani – Ad esempio, nella corsa dei 100 metri l'atleta più veloce del mondo, Usain Bolt, ha impiegato 9,77 secondi. Cioè, sarebbero 10 secondi, ma l'ultimo secondo non è stato usato tutto quanto, perché il cronometro si è fermato 23 centesimi prima che fosse passato completamente: 23 sottilisssime fette di torta non consumate. –
– È un record mondiale, vero?
Che scheggia ... pensa che a scuola ne ho impiegati oltre 15"; quindici torte tutte intere della mamma mi sono mangiato! –

– Caro, posso dirti di più, infatti gli studiosi dell'atomo dividono il secondo in millesimi. Pensa: dividono fino in mille parti il breve spazio di un secondo … ed ognuno di quei brevissimi istanti rappresenta qualcosa di diverso dal resto! –
– Ci devono mettere molta attenzione e pazienza, vero? –
– Fabio, a volte occorre dividere il secondo anche per un milione, per un miliardo ... per un miliardo di miliardi! Ma può non bastare e ci vogliono degli speciali "orologi atomici". –
– E cosa mai può avvenire in una briciola di tempo così piccola, piccola? –

Il bib bang – Gli scienziati che studiano il Big Bang, l'esplosione che ha dato origine al nostro universo, sono costretti a dividere il primo secondo di quell'avvenimento, non per un miliardo di miliardi, ma per 1 seguito da circa 40 zeri!
E’ un numero che si fa fatica a dire e a scrivere: occorre usare "i numeri esponenziali". Li imparerai alla scuola media, sono adatti per quello che è infinitamente grande o minimamente piccolo.
Soltanto dividendo un secondo in questi microscopici frammenti, si possono distinguere l'una dall'altra le cose meravigliose avvenute all'inizio di quella fantastica esplosione! –

– Papà, ora mi sono vestito, sono pronto.
Adesso possiamo andare dalla nonna, ma quanti secondi pensi ci impiegheremo?
Vorrei che fossero tantissimi, così mi racconterai ancora altre cose interessanti … –


Mi racconterai ...



G.A.

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