Cari ragazzi, certamente sapete che cos'è l'arcobaleno. Sembra una meravigliosa magia, ma in realtà è un fenomeno fisico che la scienza ci sa spiegare molto bene, come già i più grandicelli di voi avranno imparato sui libri di scuola.
Per tagliar corto e poter incominciare la mia favola, ricordo soltanto che esso compare, talvolta, alla fine di un temporale.
Ma tra di loro i sei colori vanno d'accordo? Andiamo a vedere.
È un grande arco che attraversa il cielo e si compone di sette fasce di colore diverso: rosso, arancio, giallo, verde, blu, indaco e violetto.
I più scrupolosi, oggi, dicono però che sono soltanto sei, perché considerano l'indaco una sfumatura del blu: un blu scuro.
Teniamo allora per buona quest'ultima versione con sei colori soltanto.
I sei colori dell’arcobaleno sanno che hanno un compito importante da svolgere insieme.
Perciò, pur se ognuno abita nella propria casa, in luoghi diversi, quando scoppia un temporale loro stanno all'erta, pronti a radunarsi nella parte giusta del cielo.
E se il Sole decide che deve apparire l'arcobaleno, ecco che vanno rapidamente a prendersi la rispettiva, giusta posizione.
Così a noi offrono la gioia di poterli ammirare tutti assieme nel loro meraviglioso arco multicolore.
Il Rosso, che si dà arie da protagonista, esige il privilegio di stare nella zona più alta, all'esterno. Infatti dice:
– Sono il colore del fuoco e del sangue, del cuore e dell'amore, della vita e della forza. Sono davvero il più importante tra tutti! –
L'Arancione gli si mette subito a fianco, nella fascia immediatamente al di sotto. Sa di essere un colore caldo e piacevole e dice:
– Io so stendere la mia dolcezza e il mio calore su ogni cosa. Porto ottimismo e saggezza, non si può fare a meno di me! –
Il Giallo pretende di stare tra gli archi centrali e difende tale posizione:
– Sono il colore del sole e dell'oro, della gioia e dell’allegria. È un mio diritto stare proprio nel mezzo! –
Il Verde non fa discussioni e si mette tranquillo nella fascia più sotto:
– Sono il colore della natura, degli alberi e dei prati, del ritorno della primavera e quindi della vita. Tutti sanno che rappresento la speranza. Allora non faccio questione di posto, perché sono comunque importantissimo, dovunque io mi metta. –
Anche il Blu che lo segue, accetta di non stare in una posizione di particolare evidenza:
– Sono il colore del mare e del cielo, sono il più diffuso sulla terra. Porto pace e armonia. Tutti mi ammirano, dovunque io mi trovi. –
Infine c'è il Viola. Gli è stata data la fascia più bassa, la più interna, dove l'arco è più corto.
Sinora lui si è rassegnato ad occupare quel posto meno visibile. Per la sua disponibilità e modestia gli altri colori hanno preso gusto a fargli mobbing e a maltrattarlo un po'.
E’ un tipo tranquillo e non protesta, tuttavia ha anche lui il suo intimo orgoglio e tra sè e sè si ripete:
– Sono il colore del mistero e della magia, della fantasia e del sogno. Indico umiltà ma anche saggezza. –
Bene o male fino a ieri i colori sono riusciti ad andare abbastanza d’accordo, mettendosi in fila così come abbiamo appena detto, però … arriva un giorno diverso dagli altri. Cosa mai sta succedendo?
E’ appena terminato un temporale. Il sole li ha richiamati al loro compito, svegliandoli nelle loro case. Si stanno radunando, ma lassù tra i nuvoloni ancora gocciolanti di pioggia si son messi a discutere.
Andiamo a sentire cosa si stanno dicendo:
– Ehi tu Viola, sei in ritardo! Lo sai che devi arrivare subito per incominciare: devi sdraiarti per primo. Se non sei puntuale mandi all’aria tutto il nostro lavoro! –
– Non rimproveratemi ogni volta! – lui risponde – Ho solo tardato un attimo, perché dovevo andare a colorare un bel ciuffo di violette appena sbocciate, nel prato bagnato dalla pioggia. –
– Tu non puoi fare i tuoi comodi, caro mio – insiste il Rosso – ci servi qui. Non distrarti, fa' il tuo dovere! –
– Ma l’ho sempre fatto! Siete dei bei prepotenti! – e poi, molto arrabbiato – Sapete che faccio? Me ne vado … fate pure il vostro arcobaleno senza di me! –
E accade così davvero: ecco che il Viola lascia le nuvole e si incammina diritto verso casa sua.
Non era mai successo! Gli altri colori restano molto sorpresi, ma poi non si danno per vinti:
– Dai, facciamo da soli. Facciamogli vedere che non abbiamo bisogno di quel meschinello! –
– Ehi, tu Blu – dice allora il Verde – dai, prendi la posizione … sdraiati appena sopra all’orizzonte, in modo che io mi ci appoggi. Poi proseguiremo come al solito! –
Così fanno, ma l’arco che il Blu ha disteso, pare che non sia abbastanza resistente: ci si è appoggiato il Verde e poi il Giallo e poi … patatrac !?!
Tutto crolla: il Blu non ce l’ha fatta a sorreggere il loro peso.
Il Rosso se la prende col Blu:
– Ma tu sei fatto di ricotta? – lo rimprovera – se ce la fa quel piccoletto del Viola, possibile che non ci riesca tu che sei più grosso? –
– Ma proprio perché il Viola è piccolino, abbraccia solo un pezzetto di cielo, realizza un arco più robusto. Io faccio un arco più lungo … per questo non riesco a portare troppo peso – risponde lui risentito – vieni qui tu, Rosso, facci vedere che sei più bravo di me! –
– Ma io devo stare sopra a tutti voi – ribatte subito l’altro e poi, rivolto al Giallo: – Prova tu, mettiti sotto! –
– Nossignore! Io devo stare nel mezzo, quello è il mio ruolo, – ribatte seccato – non mi abbasso a star sotto a tutti voi! –
L’Arancione, che ha la fama di saggio propone allora:
– Dai ragazzi, non litigate, ci provo io. –
Subito si distende nel cielo e invita a proseguire la costruzione.
Tocca al Blu. Lui ci prova, ma la sua pancia non combacia con la schiena dell’Arancione: tra i due resta una zona color del cielo! Non va bene!
Allora si danno tutti un gran daffare e provano scambiandosi in vari modi. Ne ottengono soltanto grandi pasticci, perché il problema è sempre lo stesso: occorre rispettare la sequenza che sappiamo. Però ci vorrebbe il Blu in basso ma lui non ce la fa a sorreggerne più di un paio!
Il Viola sarebbe davvero indispensabile!
Dopo varie inutili prove, il Sole li congeda rassegnato e loro, mogi, mogi fanno rientro alle loro case.
Purtroppo stanno passando le settimane senza che l’arcobaleno spunti in cielo dopo la pioggia.
E’ importante poterlo osservare? Pare davvero di sì, infatti le persone sensibili e romantiche stanno diventando sempre più tristi e imbronciate. Come rimediare?
Meno male che c’è l’Arancione. Come abbiamo capito lui è saggio e non si fa trascinare vanamente dall’orgoglio. Così decide di andare a casa del Viola per scusarsi e, dopo una robusta stretta di mano, gli dice:
– Senti, amico mio, ti porgo le scuse a nome di noi tutti – e lo fissa negli occhi, sorridendogli.
– Non ce n’è bisogno – ribatte il Viola – posso viver bene anche senza di voi! –
– Ma dai, ti abbiamo offeso, ma tu puoi essere superiore a queste piccolezze. I momenti di attrito possono sempre accadere, ma chi è saggio, e tu lo sei certamente, sa passarci sopra.
Per viver bene bisogna anche cercare di prender le cose, pur se amare, “per il didietro” … cioè sportivamente, scherzandoci sopra, senza darci troppa importanza! –
Dai e dai, con la sua insistenza e da bravo diplomatico l’Arancione alla fine riesce a far passare al Viola ogni risentimento e voglia di ripicche.
La pace è fatta!
Perciò l’arcobaleno, quello vero, adesso si può fare di nuovo.
Che bellezza!
Basta aspettare il temporale giusto e guardare in alto!
G.A.