Le Principesse Danzanti

Una gentile signora ha abbellito la sua casa con degli oggetti molto simpatici.   Sulla credenza della sala da pranzo ha allineato sette leggiadre, piccole damine, eleganti nei loro veli colorati.   Le bambole possono girare su se stesse e ballare al suono dei carillon che fanno loro da piedistallo.

Mi hanno molto incuriosito, tanto da desiderare di farne l’argomento di una favola.


In un luogo abbastanza vicino a noi, in un tempo non troppo lontano, vivevano un Re e una Regina molto saggi e buoni, perciò assai amati dai loro sudditi.
Vivevano serenamente, ma con un grande cruccio nel cuore, infatti desideravano ardentemente la nascita di un figlio che però non arrivava.
Finalmente, quando erano già abbastanza avanti nell’età, ebbero anche loro la gioia della lieta attesa. E dopo nove mesi nacque una bellissima bambina a cui diedero il nome di Beniamina.

La principessina crebbe nell’amore dei suoi, diventando ogni giorno più brava e graziosa.
Il Re si preoccupava di non farle mancare nulla. Anche per la Regina ogni desiderio della loro bambina doveva essere appagato. Tutte le persone del palazzo ebbero l’ordine di assecondare ogni desiderio della principessina.
I maestri di corte le davano lezioni per imparare tutto quello che conveniva ad una futura regina e, quando fu più grandicella, attorno ai 10 anni, pure a cantare, ballare, suonare il flauto e altri strumenti. Nonostante avesse mille cose interessanti attorno a sé, a lei piacevano specialmente la danza e la musica.

Sembrava che fosse completamente felice, ma un giorno lei confidò ad un anziano e sapiente consigliere del Re che avrebbe molto desiderato accanto a sé altre bambine, principessine della sua età, con cui ballare e suonare.
Il consigliere che era anche un po’ mago, per non venir meno agli ordini dei sovrani, le confidò:
– I tuoi genitori non possono più darti le sorelline che desideri, perché sono ormai troppo avanti negli anni, ma se vai nel boschetto dietro al giardino della reggia, forse potrai trovare qualcuno che sa realizzare il tuo desiderio. Infatti, dicono che là ogni tanto avvenga qualche magia, specialmente se la si invoca con una musica armoniosa. –

Beniamina, incuriosita, non se lo fece ripetere due volte. Prese il suo flauto e corse in fondo al giardino. Era la prima volta che vi si recava. Là i cespugli e gli alberi erano cresciuti molto fitti, ma senza timore si addentrò in quel boschetto.
Cercò da ogni parte, ma non vedeva nessuno. Ad un certo punto vide un albero molto bello, coperto di splendidi fiori: stranamente ce n’erano sia di azzurri che di rosa sugli stessi rami.
Perciò comprese che doveva esserci qualcosa di magico. Si fermò lì accanto, estrasse il suo flauto e incominciò a suonarlo, sperando di attirare l’attenzione delle creature incantate, che probabilmente abitavano in quel luogo.

Ed ecco che, dopo solo poche note, sentì una vocina uscire dall’Albero Fiorito:
– Cara Beniamina, cosa desideri da noi? –
– Vorrei poter aver anch’io una sorellina della mia età e con lei cantare, suonare e ballare … anzi, meglio due sorelline … o ancor meglio tre … voglio dire: tante! –
– Si può fare – disse l’Albero Fiorito – questo è il “Boschetto Magico dei Frattali”. –
– Che cosa vuol dire? – chiese Beniamina.
– Qui qualunque oggetto o essere vivente può riprodursi in due, tre, dieci, cento, mille altri tutti identici. –
– E’ proprio ciò che desidero! – disse la principessina – Vorrei tante sorelle come me, con cui divertirmi e fare tutto quello che finora sono stata costretta a fare da sola! –
– Si può fare, però, attenta Beniamina, ci sono due regole da conoscere e rispettare. –
– Dimmele, Albero Fiorito, ti prego! –
– Prima: sarai tu che ti trasformerai nelle tue sorelline, diventando più piccola, perché loro sbocceranno da te stessa, ricevendo un pezzetto di te. Saranno nell’aspetto molto simili a te: più ne vorrai, più dovrai rimpicciolire. Potresti averne anche mille, ma in tal caso saresti piccolissima. –
– Allora me ne basteranano sei. Qual è l’altra regola a cui ubbidire? –
– Seconda: la magia varrà solo finché rimarrai in questo posto, nel grande spazio che troverai attraversando i miei rami. L’incantesimo non può mantenersi al di fuori di qui. Quando uscirai dal mio abbraccio e dal bosco la magia finirà, le sorelline spariranno e tu tornerai così come sei adesso. –
– D’accordo. Ti prego, fammi subito la magia! –
– Bene. Spostati appena un poco, qui dove il sole, passando attraverso le mie foglie, fa un cerchio di luce col suo raggio nell’erba. E ricordati: dovrai uscire dall’incantesimo passando sempre di qua, prima che cali il sole. –

Beniamina ubbidì e appena posò i suoi piedini in quell’alone luminoso la magia si realizzò. Che meraviglia! Che bello ritrovarsi in mezzo alle altre sei principesse molto simili a lei e giocare, saltare, ballare tutte insieme. Il tempo volò rapidissimo.
Prima del tramonto si salutarono e tutto avvenne proprio come l’Albero Fiorito aveva detto: Beniamina si ritrovò nella sua grandezza naturale e tornò alla reggia tutta felice.

Da allora quasi ogni giorno tornò sotto all’Albero Fiorito; là ripeteva la magia, entrava nella dimensione delle sue sorelline e stava contenta in loro compagnia, danzando e suonando musiche sempre bellissime.
Però, col tempo crebbe nel suo cuore la voglia di avere qualcosa di più. Beniamina non sapeva più accontentarsi di stare con le sorelle solamente dentro all’Albero Fiorito. Desiderava averle accanto anche nella vita al di fuori: sempre con sé, anche al ritorno nel suo mondo normale.
Provò a parlarne alle sorelle le trovò entusiaste dell’idea: tutte sognavano e avevano quello stesso suo desiderio. Allora progettò il suo inganno.

Un giorno avvertì le principessine che sarebbe rimasta là fin dopo il tramonto del sole e che loro sarebbero uscite con lei dall’Albero Fiorito e dal bosco.
Fecero davvero così. Aspettarono la sera, nella penombra uscirono dall’albero e tutte insieme e si ritrovarono nel mondo reale di Beniamina.
Però non avendo rispettata la regola necessaria per chiudere l’incantesimo, erano ancora tutte piccine, come quando giocavano dentro all’Albero Fiorito.
L’inconveniente non se lo aspettavano davvero.
Inoltre, per loro così piccole era troppo lunga la strada fino alla reggia, non erano abituate a camminare così tanto.
Ad un certo punto si misero a piangere, pentite di quello che avevano fatto e pure Beniamina piangendo chiamò l’Albero Fiorito.

– Per favore, ti prego, perdonami. Ti ho disubbidito, non ti ho dato ascolto come invece ti avevo promesso, ma aiutami ti prego! –
Lo ripeté più volte e alla fine il mago dell’Albero si commosse e le rispose:
Le principesse danzanti – Cara Beniamina, mi spiace, ma ormai il mio potere si è annullato, dovrete restare tutte e sette per sempre piccine. Inoltre, tra un po’ vi mancheranno completamente le forze, non potrete più muovervi e resterete immobili, inanimate: diverrete sette piccole bambole.

L’unica cosa che ora io, mago dell’Albero Fiorito, posso fare è promettervi che potrete continuare a farvi compagnia e, forse, potrete fare ancora qualche breve danza al suono dei vostri strumenti. –
– Ce lo prometti davvero? –
– Sì, ma perché si realizzi è necessario che restiate con persone a cui piaccia tenervi tutte insieme, osservarvi e godere della vostra eleganza. Ma attenzione: dovranno essere persone con l’animo bello, sincero e pieno di bontà. –

Ed è successo davvero così.
Io le ho viste, veramente!
Oggi rallegrano la casa di una bella famiglia, che ogni tanto carica i loro carillon, con piacere le ascolta, e con gioia le ammira mentre ballano per loro per qualche minuto.

Ma vi confido un segreto!    I proprietari non lo sanno!
Di notte, quando nessuno le vede, le sette principessine si rianimano e sanno danzare da sole fino all’alba, di nuovo felici come una volta.

G.A.

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