Sentite un po’: se poteste andare indietro nel tempo di cento anni, chi incontrereste?
Ma come si fa a retrocedere nel tempo?
La mamma e il papà? No: non erano ancora nati.
I nonni? No, neppure loro.
I bisnonni? Ecco: probabilmente loro sì.
Soltanto col pensiero, il sogno e la fantasia.
Così accade in questa favoletta, che ho inventato insieme alla mia nipotina Occhi-di-Stella
Come già successo altre volte, Annina è andata coi genitori a visitare la vecchia casa della bisnonna Guglielmina.
Quella vecchia abitazione resta sempre chiusa. E' necessario controllare ogni tanto che non ci siano intrusi o disastri. Ed è anche l’occasione per prelevare qualche oggetto dei pochi là rimasti.
Molte stanze sono ormai completamente vuote.
Annina ci va molto volentieri. L’atmosfera antica della casa l’aiuta a pensare a come vivevano i suoi lontani parenti. Le piace fantasticare: ha solo nove anni ed è dotata di molta fantasia.
Mentre i genitori, come le altre volte, fanno il loro giro di controllo, lei preferisce fermarsi nel grande atrio d’ingresso e immaginare ciò che potrebbe esser successo in quella bella, grande casa ai tempi della bisnonna.
Nel salone dove si è fermata le tende, di pesante stoffa, sono aperte e lasciano passare la luce del giorno, ma gli angoli lontani da quella finestra restano in penombra.
Annina si guarda intorno. Lì la cosa più importante è la grande scala di marmo bianco che porta al piano superiore. E’ molto imponente e l’ha sempre incuriosita.
L’arredamento ormai non esiste più: è rimasta soltanto una vecchia sedia impolverata, in un angolino. Il suo velluto rosso è bucato in due, tre punti, dove le molle si son rotte.
Con un po’ di cautela lei prova a sedersi proprio lì, mentre aspetta che papà e mamma finiscano il loro giro di controllo.
Cari bambini state a sentire: sta per avvenire qualcosa di strano, anzi: due cose strane.
Annina si è appena seduta su quella sedia ed ecco che la stanza magicamente si illumina tutta. Dal soffitto adesso pende sfavillante un grande lampadario acceso. La penombra è sparita.
Lei pensa di sognare; si stropiccia gli occhi, ma nulla cambia: rimane la stessa visione.
Inoltre nella stanza adesso ci sono alcune persone. Tre dame con bellissimi vestiti stanno conversando allegramente e sorridendo; le accompagnano giovani signori pure molto eleganti.
Sembrano tutti pronti per uscire, ma manca qualcuno e lo stanno attendendo.
Chi mai sarà?
Eccola finalmente la persona che aspettavano. Una giovane dama, bellissima, sta scendendo lo scalone con movimenti graziosi. Indossa un abito stupendo, ma ancora più luminoso è il suo grande sorriso.
I presenti la salutano affettuosamente:
– Ciao, ciao … buonasera … Guglielmina! –
E dopo i saluti, ecco che tutti si avviano per uscire di casa.
Ora avviene la seconda cosa strana (forse non vi sembrerà strana, ma capirete dopo che lo è ...).
In quel momento Annina si sente toccare dolcemente sulla spalla. Il papà la sta chiamando:
– Annina, abbiamo finito, vieni che ce ne andiamo! –
La bimba eccitata non sa trattenersi dal dirgli:
– Papà, papà … sai, ho appena sognato la bisnonna Guglielmina. Era qui in questa stanza ed era bellissima! Ma non mi sembrava un sogno, tutto pareva proprio vero: le persone, le voci …! –
– Cara, stanotte hai dormito poco, hai bisogno di riposare … –
– No, papà! Tutto è cominciato appena mi sono seduta su questa sedia! Sembrava tutto vero … forse è una seggiola magica! Ti prego papà, prova a sederti anche tu qui, un attimo soltanto … –
– Va bene, Annina, ti accontento … – rispode lui pazientemente.
Il babbo ha deciso di sedersi per farla felice. Ma appena, appena si è accomodato, la sedia manda un triste scricchiolio: una gamba s’è piegata e sta per spezzarsi. Il papà si rialza di scatto:
– Ahimè povera sedia, è rotta! –
Ma vedendo il dispiacere apparso sul viso di Annina, aggiunge:
– Sai allora che cosa facciamo? La mettiamo in macchina e la portiamo dal falegname perché la aggiusti. Poi, se ti piacerà, la potremo tenere a casa nostra. –
E così fanno davvero.
Da quel giorno è passata ormai una settimana. Una sera il papà riporta a casa la sedia riparata.
Hanno fatto un bel lavoro: aggiustata la gamba, rifatta l’imbottitura e il sedile con un nuovo, brillante velluto rosso: ora è davvero bella.
La mamma decide che starà molto bene nel salotto di casa, accanto alla credenza dello stesso stile.
Annina la osserva contenta e con il forte il desiderio di riprovare a sedersi lì, per verificare se ritornerà il suo bel sogno interrotto.
Ed ecco che dopo cena, invece di guardare un po' di televisione la bimba ci riprova.
Si siede: davvero, ora è proprio morbida e non punge più il sederino. Chiude gli occhi e prova a tornare col pensiero alla scena sognata qualche giorno prima.
Meraviglioso! Le immagini stanno arrivando … ma non c’è più il salone della bisnonna. Quelle stesse persone adesso sono a teatro, sedute una accanto all’altra.
Però con loro c’è una persona nuova. Sì, accanto a Guglielmina è seduto un bel giovanotto, in fiammante divisa azzurra: i due si guardano e si sorridono in continuazione.
– Come sono carini! – pensa Annina.
Lo spettacolo pare sia finito. Mentre tutti applaudono, i due continuano a tenersi mano nella mano.
– Ehi, Guglielmina, Armando … noi andiamo. Avete intenzione di restar qui sino a domattina? – li richiamano gli amici.
Adesso le cose strane sono finite e capirete quali erano.
A questo punto l’immagine si annebbia … c’è una voce più forte, che arriva da molto vicino!
– Annina … Annina, ti sei addormentata? Scusaci, stavolta io e la mamma abbiamo fatto un po’ tardi. Abbiamo voluto controllare anche le stanze del secondo piano. Ogni tanto occorre farlo. –
La bimba apre gli occhi: è ancora lì, nella casa della bisnonna! Si rialza dalla sedia su cui si era appisolata:
– Allora è stato tutto un unico lungo sogno! – pensa tornando alla realtà.
Il papà la prende per mano e, mentre si preparano ad uscire, Annina gli confida:
– Papà, lo sai che ho sognato la bisnonna Guglielmina? E lei era innamorata di un bel signore, un tenente di nome Armando. –
A quelle parole il babbo esclama:
– Ah, ecco come si chiamava il bisnonno: Armando! Me l’ero proprio dimenticato, perchè non è un nome molto usato. Però: se non te l’ho detto io, tu, Annina, come fai a saperlo? –
– Papà, è il nome con cui la bisnonna Guglielmina lo chiamava nel mio sogno. –
– E’ proprio strano ciò che mi dici! – commenta lui.
– Forse è merito della seggiola dove sono stata ad aspettarvi. Forse è un po’ fatata! –
Il babbo si sofferma ad osservarla, poi dice:
– E’ proprio bella … dai che ce la portiamo via e la facciamo riparare! –
– Oh sì … grazie, grazie, papa! –
– Annina, sai che è veramente strano che tu conosca il nome del bisnonnno Armando? –
– Papà, dammi un pizzicotto per favore, non vorrei essere ancora nel mio sogno! –
G.A.