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La famiglia reale
Di Pietro Planezio

CEFEO E LA FAMIGLIA REALE
Nella costellazione di Cefeo, verso Nord, si trova una stella particolarmente importante, nota come Delta Cephei.
Le convenzioni internazionali assegnano alle stelle lettere greche (alfa, beta, ecc.) secondo la luminosità decrescente, ed alle costellazioni in cui si trovano nomi latini.
Quindi, la quarta per brillantezza (Delta) nella costellazione del Cefeo (Cephei).
All'epoca della scelta i Greci sollevarono obiezioni sul nome latino di costellazioni e pianeti (Jupiter, Venus, ecc.), e probabilmente con ragione, visto che in pratica la loro mitologia ci arriva tutta dall'antica Grecia.
Ma, come si dice: un colpo al cerchio ed uno alla botte...
A proposito di mitologia, vediamo un po':

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Cefeo, Re guerriero d'Etiopia, aveva per moglie Cassiopea e per figlia Andromeda.
Pare che questa Cassiopea fosse bellissima, e se ne vantasse a proposito ed a sproposito.
Una volta, addirittura, affermò di essere più bella di Era (Giunone per i Romani) e delle Nereidi.
Apriti cielo!, come direbbe Achille Campanile.
(Non è un personaggio mitologico, era un bravissimo presentatore televisivo. N.d.R.)
Gli Dei della mitologia greca avevano, al massimo grado, tutti i difetti (pare nessuna delle virtù) degli uomini, in maniera particolare la suscettibilità.
Era (Giunone) poi, regina dell' Olimpo e moglie di Zeus (Giove), era permalosa come una scimmia.
Lei e le Nereidi si rivolsero a Poseidone (Nettuno), Dio del Mare, il quale mandò un mostro marino a devastare le coste del Regno d'Etiopia.
E' storia vecchia che i popoli debbano subire per la leggerezza dei loro capi. 
Comunque si cercò di metterci una pezza, e la figlia Andromeda venne offerta in sacrificio a titolo di espiazione.
Non la colpevole Cassiopea, naturalmente, ma la figlia. (Ma è mai possibile che dai primogeniti dell'antico Egitto sino ai bambini dell'Iraq siano sempre i figli a rimetterci? Ma perché i padri non si pagano un po' da soli i loro conti? Fine della digressione).
La povera Andromeda fu quindi incatenata ad uno scoglio, in attesa del mostro, che puntuale si presentò.
Ma all'ultimo minuto, tale e quale ai nostri thriller televisivi, (o come nei film Western, o nella tragedia greca, a scelta: la zuppa è sempre la stessa) arriva Perseo, sull'alato cavallo Pegaso.
Tornava in volo dopo aver tagliato la testa alla Gorgone Medusa, quella che trasformava in pietra chiunque la guardasse in volto. 
Vide Andromeda incatenata sulla spiaggia, ed il mostro marino che si apprestava a divorarla.
Ora pare che anche Andromeda non fosse poi "da buttare", e comunque l'istinto del Cavaliere che uccide il Drago non è certo un'invenzione dei tempi di Re Artù.
Detto fatto, mostrò al mostro (brrr!) la testa della Gorgone, che a quanto pare conservava le sue virtù anche da morta, e lo pietrificò all'istante.
Si sposarono e vissero felici e contenti.
Gli antichi Greci, per ricordare il fatto, piazzarono tutti i protagonisti nel Firmamento, creando quattro costellazioni: appunto Cefeo, Cassiopea, Andromeda e Perseo.
Vicine tra loro, formano la cosiddetta "Famiglia Reale".
Per la verità ci sarebbe anche il cavallo alato Pegaso, ma arrivò in cielo per conto suo in altra occasione. 
Mancava il mostro marino, ma era un personaggio secondario. Mandato a vendicare un torto che non aveva subito lui, ci aveva rimesso le penne, e non era neanche stato ricompensato con un posto in cielo.
Niente di nuovo sotto il Sole.....(Per la verità in questo caso, sopra il Sole). 

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Torniamo alla nostra Delta Cephei.
Nel 1912 Henrietta Leavitt si accorse di un fatto particolare: guardando nella Grande Nube di Magellano, constatò che diverse stelle, dalle caratteristiche simili alla Delta Cephei, variavano di luminosità nello stesso modo, però con periodi diversi tra loro.
Ma, quel che più conta, più lunghi o più brevi a seconda che la stella fosse più o meno luminosa.
Essendo la Grande Nube di Magellano abbastanza lontana per poter considerare le stelle che ne fanno parte praticamente tutte alla stessa distanza, (però abbastanza vicina da riuscire a distinguerle ancora al suo interno), si poté mettere a punto un metodo che permise di attaccare con successo il problema più grande che l'astronomia abbia dovuto, e debba tuttora, affrontare: la misura delle distanze.
Ne parliamo una prossima volta.
Pietro Planezio


La parte centrale, compresa fra le due righe è stata, con alcune differenze insignificanti, pubblicata sul Secolo XIX, mi pare, nel '90



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