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Marte continua a dare spettacolo
Di Pietro Planezio

Marte continua a dare spettacolo.
Per tutta l'estate lo si è visto sempre più luminoso, sino a questa fine di agosto in cui letteralmente domina il cielo.
Naturalmente i media calcano su questo grande avvicinamento, che per secoli e da secoli non ha eguale, ecc. ecc.
Però vale quanto un 9,90 sui cento metri piani!
Mai si era visto correre così veloce, nella storia dell'umanità, d'accordo, ma senza un cronometro elettronico la differenza tra questo ed il record precedente non si nota, non è che si possa valutare ad occhio nudo.....
E lo stesso per Marte.
È appena un po' più luminoso che non all'ultimo grande avvicinamento, ma di una piccolissima percentuale.
Però, dato che oggi si vive di spettacolarità, sembra che Marte esibisca chissà che.
In realtà diventa brillante più o meno quanto Giove, certo non quanto Venere, che diverse volte all'anno li sovrasta tutti e due messi assieme!
E tutte le osservazioni al telescopio si risolvono nel vedere un dischetto arancione.
Se il telescopio è potente si può, con un po' di fortuna, intuire l'esistenza della calotta polare ghiacciata. 
Se ci si chiede quale sia l'importanza scientifica di questi avvicinamenti, possiamo dire: oggi, zero! (Diverse sonde si sono già posate sulla superficie di Marte, altro che guardarlo al telescopio!).
Ma nella storia sono stati molto importanti.
Dopo Keplero, si conoscevano con una certa precisione le proporzioni reciproche delle distanze dei pianeti dal Sole.
Come dire, ad esempio: Marte dista dal Sole in media 1,524 volte più della Terra.
Bene, però non conoscevamo esattamente questa distanza ne' per Marte, ne' per la Terra!
Ora, sia la Terra (circa per il 3%) che Marte (circa per il 20%) descrivono orbite che si avvicinano ed allontanano dal Sole.
La Terra, all'interno, va più veloce, e "doppia" il Pianeta Rosso (in realtà arancione) ogni circa due anni, sorpassandolo sempre in punti diversi delle reciproche orbite.
A volte sorpassa quando Marte è più lontano, e si vede poco brillante.
A volte sorpassa quando è vicino, come adesso, e si vede molto luminoso.
Ora, durante questi grandi avvicinamenti, (tecnicamente si chiamano "opposizioni" in quanto il pianeta si trova, rispetto a noi, esattamente dalla parte opposta del Sole), con strumenti abbastanza precisi e' possibile misurarne con una certa affidabilità la distanza.
Conosciuta questa, con un po' di geometria si può risalire alle dimensioni di tutto il Sistema Solare.
In questo senso i grandi avvicinamenti di Marte, come anche il passaggio di Venere sul disco solare (avvenimento estremamente raro) permisero di determinare alcune distanze, da cui poi, in proporzione, ecc. ecc.
Comunque il miglior risultato in questo senso si ottenne non con Marte, ma successivamente, con l'avvicinamento molto più "stretto" (2,5 volte) di un asteroide, Eros, che permise misure ancora migliori.
Oggi si fanno rimbalzare sui pianeti onde radar, quindi l'utilità scientifica di questi fenomeni è insignificante! 
Ma non è solo questo a rendere storicamente importante Marte.
A tutti noi, a scuola, è stata mostrata l'orbita dei pianeti come una ellisse molto allungata: è un espediente puramente "didattico".
In realtà i pianeti descrivono, attorno al Sole sì, delle Ellissi, ma che si scostano pochissimo da un cerchio leggermente eccentrico.
Per la Terra, ad esempio, se disegnassimo la sua orbita con un compasso puntandolo distante dal centro il 2% del raggio, l'ellisse dell'orbita terrestre differirebbe dal cerchio per molto meno dello spessore della riga!
Questo ci fa capire perché gli antichi fossero stati tratti in inganno, e li avessero confusi coi cerchi.
Dunque, prima dell'invenzione del telescopio, la massima precisione raggiunta dalle misure astronomiche si deve a Tycho Brahe, (Ticone sui nostri vecchi libri).
Usando queste misure Keplero provò (e pare fosse il primo a farlo) a disegnare le orbite dei pianeti viste "da sopra".
Cioè da fuori del Sistema Solare, e non da Terra, come avevano fatto tutti prima di lui.
Notò che l'unica che, comunque, non si accordasse con un cerchio più o meno eccentrico fosse proprio quella di Marte.
Le differenze fra l'orbita disegnata ed un qualsiasi cerchio non volevano saperne di andare a posto, e per anni Keplero ci si picchiò inutilmente.
Per la verità quella di Mercurio sarebbe anche più ovale, ma Mercurio è sempre vicino al Sole, si vede poco e male, non era facile allora determinarne il percorso con precisione.
Per esempio lo stesso Keplero confessò di non esser mai neppure riuscito ad osservarlo!
L'inutile lotta andò avanti sino a quando, quasi disperato, studiò delle curve (le coniche) di un certo Eudosso, matematico greco.
E quasi per incanto scoprì che l'ellisse si adattava benissimo all'orbita di Marte, ed anche a quella di tutti gli altri pianeti.
Enunciò le sue tre leggi, e l'astronomia passò a piè pari dalla pura geometria alla fisica!
Dicono le cronache che, preso dall'euforia, si presentasse al suo mecenate, non ricordo qual principe, dicendogli: "porto in catene ai vostri piedi un illustre prigioniero, Marte, ecc ecc".
Che differenza dalle pubblicazioni scientifiche di oggi!

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