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La scoperta di Urano
Di Pietro Planezio

IIl 13 marzo 1781 William Herschel puntò il telescopio in direzione della costellazione dei Gemelli.
Egli stava, come quasi tutte le notti, sistematicamente esplorando il cielo con un telescopio che si era appena costruito.
Notò, come ebbe a scrivere sul suo diario, "un oggetto curioso, una stella nebulosa o forse una cometa".
Il suo telescopio era particolarmente ben costruito, e la sua abilità di osservatore notevolissima.
Comunque sia, questo "dischetto anziché puntino" lo insospettì, e ci ritornò qualche giorno dopo, per vedere se si fosse mosso.
Lo aveva fatto, ed in base a ciò poté stabilire che non era una stella. 
Tanto per rendersi conto di quanto Herschel fosse un abile osservatore, bisogna considerare che dopo il suo avvertimento due professionisti, con strumenti professionali, non riuscirono a notare alcunché di insolito nel posto da lui indicato.
Comunque alla fine riuscirono ad identificare la presunta cometa, e stabilirono che non di questo si trattava, ma di un pianeta.
E fu così che un organista tedesco trapiantato in Inghilterra, astronomo dilettante, fu il primo uomo a scoprirne uno dal tempo dei primordi dell'astronomia. 
Urano è al limite della visibilità ad occhio nudo, e, anche se non identificabile come pianeta, è chiaramente visibile con qualsiasi telescopio.
C'è da domandarsi come mai non fosse stato osservato prima!
Per la verità se lo domandarono anche gli astronomi dell'epoca, e, sfogliando vecchi quaderni di osservazione, bozze di mappe stellari e disegni di zone del cielo fatte in passato,si scoprì che Urano era stato osservato e ne era stata rilevata la posizione almeno una ventina di volte!
Pare addirittura che lo stesso Galileo ci fosse inciampato sopra. Nessuno lo aveva identificato come pianeta, e quando, in osservazioni successive, non era più stato trovato, si sarà pensato: "hanno preso un abbaglio, qui non c'è niente". 
Però un vecchio proverbio dice che il lavoro fatto bene non è mai perso!
L'accurato rilevamento di questa stellina evanescente con posizione e data, permise di tracciare l'orbita di Urano disponendo di decenni di osservazioni, quindi con una precisione e tempestività altrimenti impossibile.
In conseguenza di questa scoperta, il Re concesse ad Herschel un vitalizio, che gli permise di dedicarsi a tempo pieno all'astronomia tralasciando la musica.
Come i ciclisti, era "passato professionista". In segno di gratitudine espresse il desiderio di chiamare il pianeta col nome Georgium Sidus, ma gli astronomi ritennero preferibile proseguire nella tradizione battezzandolo, appunto, Urano, equivalente latino del greco Cronos. 
Curiosamente, si trovava ad una distanza dal Sole coincidente con un "posto libero" in una sequenza (detta di Titius-Bode) all'epoca molto popolare.
Questa sequenza aveva un posto vuoto tra Marte e Giove, che già aveva incuriosito gli astronomi.
Ciò scatenò una caccia al "Pianeta Mancante" degna di un film poliziesco. Ne parleremo.

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