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Ma sulla Luna ci siamo stati per davvero?
Di Pietro Planezio

Un'inchiesta condotta recentemente negli USA ha confermato che una parte della popolazione non crede che, trent'anni fa, si sia arrivati sulla Luna.
Indagini successive non solo avrebbero confermato questo fatto, portando "prove inoppugnabili", ma avrebbe anche stabilito chi fosse il regista della gigantesca messinscena (se non vado errato, Spielberg).
Addirittura anche l'entità del compenso, cioè il finanziamento di non so quali opere sue successive.
Naturalmente anche qui da noi se ne è parlato diffusamente, con trasmissioni televisive, tavole rotonde in cui esperti, generalmente un presentatore, un giornalista, talvolta un prete, uno psicologo, una ballerina scosciatissima (è l'audience che conta, non dimentichiamo) discutono e considerano.
Ci si può domandare il perché attecchisca un discorso simile (che non è una novità: io ricordo tanto tempo fa un contadino da cui compravo il vino: già ne era convinto, diceva che lui sapeva come ci avessero preso in giro).
Per la verità me lo disse subito dopo avermi rivelato che la stazione ferroviaria di Alessandria era la più grande d'Europa.......non so che autorevolezza potesse avere.
Ora, nel considerare questo fatto, non bisogna dimenticare una cosa: le inchieste, i filmati, i documentari, (e spot pubblicitari connessi), le migliaia di libri sull'argomento, SI VENDONO, NON SI REGALANO!
Attorno a questa bufala ci girano tanti di quei milioni (di Euro) che il fatto che sia o meno verosimile, non importa a nessuno!
Ricordate Atlantide? Come promozione turistica, si cercò addirittura di spostarla alle Bermude, che con l'antica Grecia c'entrano tanto quanto la Patagonia...
Ma se dicessero, semplicemente: Creta fu sommersa dallo tsunami provocato dall'eruzione del Santorini, tutto quadra, chi comprerebbe più libri, riviste, documentari sul mistero di Atlantide? 
Quelli che sanno che sulla Luna ci siamo andati, ne restano convinti, non sono certo questi dibattiti da avanspettacolo ad insinuare dubbi.
Però agli altri possiamo vendere qualcosa.
E più è misterioso, intrigante, che faccia supporre congiure megagalattiche (per dirla con Paolo Villaggio) meglio è: non bisogna dimenticare che la "dietrologia" è uno degli sport preferiti dagli Italiani.
Il Loch Ness, il posto in America dove viene custodito l'Extraterrestre (e dove, naturalmente, vendono marzianetti di terracotta), dovrebbero pur insegnare qualcosa, no?
Tornando a parlare seriamente, le "prove inoppugnabili" di solito non reggono tre minuti, sono studiate apposta per persone che non conoscano minimamente l'argomento.
Tanto per dire, viene presentato come decisivo il fatto che nelle foto degli astronauti sulla Luna non appaiano stelle.
Chiunque (ripeto, chiunque) abbia provato a fare una foto alle stelle sa che, per farne restare una sul fotogramma, i tempi di esposizione sono centinaia di volte superiori a quelli necessari per fotografare Neil Armstrong.
Non si possono prendere una balena ed un'acciuga con la stessa fiocina.
Talvolta la NASA viene accusata di non avere allora, quando ancora avrebbe potuto farlo, fornito "prove immediate" del fatto avvenuto.
A parte che sulla Luna ci sono dei riflettori lasciati dagli astronauti su cui facciamo rimbalzare raggi laser (con cui controlliamo il progressivo allontanarsi del nostro satellite), credo che tutto avrebbero pensato, poveretti, tranne che di dover portare prove per difendersi un giorno da così ridicole insinuazioni!
Però una parte (piccola, spero) di pubblico vuole i fantasmi.
Nei castelli non ci sono più (tranne in Inghilterra, qualche sterlina ad apparizione, se non sbaglio) allora glieli devono inventare: mucca pazza, Uranio impoverito, ecc.
Diciamoci la verità: l'unica cosa veramente importante forse è che "Non siamo stati sulla Luna" può sottrarre un po' di pubblico (chiaramente, si rivolge allo stesso uditorio) al "Grande fratello"...

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