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Capo Horn
Di Pietro Planezio

Ogni tanto qualcuno si domanda come mai Capo Horn abbia una così triste fama….
Be', già è il punto più a Sud dei continenti. Molto vicino all'Antartide, quindi un posto freddo e dal clima infelice. Poi la Patagonia, di cui è l'estremità meridionale, si protende per mille chilometri dentro il letto dei venti dominanti che girano liberi intorno al polo Sud da ovest verso est, costringendoli dentro un imbuto, lo "stretto di Drake", dove acquistano ancora più velocità e violenza!
E fin qui non ci sarebbe niente di particolarmente complicato: anche in questo posto infame arrivano giornate belle e giornate brutte, nella stagione adatta ci sono discrete probabilità di riuscire a doppiare il "capo dei capi" senza incappare in gravi disavventure. Però la Patagonia, che culmina con capo Horn, è un posto "distante da tutto". Non ci sono porti, città, niente attorno. Le rotte che doppiavano capo Horn all'epoca dei Clippers per bene che andasse partivano dalla zona centrale del Cile, ma molto più spesso dall'Australia, o dalla Cina, o dall'India. Quindi per arrivarvi si attraversavano migliaia di chilometri di Oceano, settimane lontani da qualsiasi porto, in mezzo ai mari più tempestosi ed infelici della Terra. In un intervallo di tempo e di spazio simili, per quanto fortunati si fosse, era praticamente impossibile "passarla liscia" ed arrivare al capo Horn, doppiarlo e ritornare verso acque temperate nell'Atlantico senza incappare in parecchie tempeste, una peggiore dell'altra. In nessun'altro mare del mondo si sono perse tante imbarcazioni e consumate tante tragedie, non necessariamente nel punto culminante, ma nelle immense distese di mare che si devono attraversare per arrivarci e per allontanarsene! Questo posto era la sfida per antonomasia del marinaio a vela, come la finale olimpica per l'atleta! (con la piccola differenza che qui si rischiava la pelle). Capitanare una nave con tre alberi carichi di vele, spinta da un vento di burrasca, incalzata da onde alte come una palazzina viaggianti alla velocità di una locomotiva, non era alla portata di un comandante qualsiasi! Senza dimenticare che diverse manovre, con le velature di quell'epoca, dovevano esser fatte salendo sugli alberi! Fa accapponare la pelle solo a pensarci! Non per niente c'era un'associazione internazionale, detta dei "Cap Horniers", che radunava tutti i comandanti che avevano doppiato capo Horn alla vela! Farne parte era una laurea sul campo di "grande marinaio".


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