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Maria

Questa è la storia di una bambina di nome Maria, che aveva dei neri capelli, un corpicino esile e dormiva beata su un mantello di lana. Maria, svegliatasi, cominciò a camminare, cadendo e rialzandosi, finché capì che la sua mamma non c’era. Uscì fuori di casa, e forse perché affamata, stava per mangiare un pezzo di sughero, quando, fra tre grosse pietre, la vide, la prese e la succhiò. Era la domenica dell'8 Agosto 1126, e ciò che la bambina aveva trovato, era la mammella di Sant’Agata. Intanto, la mamma di Maria, non trovandola, si spaventò, e quando la ritrovò, vide che la bambina non apriva la bocca e stringeva  qualcosa tra i denti. Così corse in strada con la bimba in braccio. La gente gridava: “Maria, la figlia della Tarantina, a qualche cosa in bocca e non riescono a liberarla, corriamo in chiesa”. Così si fece, e il Vescovo prese la piccola e cominciò a recitare delle litanie, fu proprio invocando il nome di Sant’Agata che Maria aprì la bocca, sorridendo. In quel momento, la madre capì che a svegliarla dal sonno era stata la Santa. Dopo quest’episodio, la vita di Maria cambiò, entrò in Convento e lì rimase sino al giorno della sua morte. Maria in principio non era felice della sua vita in Convento, ma dopo aver sentito la storia della Santa, raccontata da padre Paolo, la quale diceva che ogni anno, nel giorno della sua festa, la Santa si porta qui su un guscio di noce spinto dallo scirocco e, dopo aver ricevuto le sacre funzioni, torna in Sicilia spinta dalla tramontana, da allora, Maria non fece altro che aspettare il giorno in cui l’avrebbe rivista. Morì sola all’aperto, la trovarono all’alba e videro due file d’impronte che, dal suo corpo, andavano verso il mare.