da LA REPUBBLICA, 1-12-1997

Napoli ultimo ma col sorriso
di FRANCESCO RASULO

Ultimo, da ieri. E da solo. Però un po' più sollevato. Quasi felice. E' il Napoli di Galeone, che ha conquistato il primo punto dopo sei sconfitte consecutive (due di Mutti, quattro con Mazzone in panchina), ma soprattutto la gente. Applausi a scena aperta dopo il primo tempo, incoraggiamenti convinti anche alla fine di una partita che pure qualche rimpianto l'ha lasciato. Un'altra squadra, rispetto a quella degli ultimi due mesi: aggressiva, coraggiosa, rivoltata in campo dal nuovo allenatore. Zona pura, quattro-tre-tre quasi speculare con quello della Fiorentina, le stesse ingenuità difensive della squadra viola, in qualche caso sottolineate e quasi favorite dal terreno di gioco, scivolosissimo per la pioggia che ha battuto negli interi 90'. Galeone ha portato una ventata di novità nel gioco, ma anche negli uomini: Crasson e Facci non giocavano con Mazzone, lui li ha sistemati esterni in una difesa nella quale solo Ayala - ieri superlativo - e Baldini sono stati confermati (Taglialatela, febbre, è rimasto a casa). Giannini ha giocato, ma è stato spedito dal tecnico sulla sinistra, dove ha fatto la sua parte, pigliandosi nel finale anche un'espulsione non del tutto meritata. Al suo posto, centrale, Goretti, un giocatore trasformato rispetto alle precedenti domeniche. Davanti due ali (con Bellucci sacrificato a sinistra), e l'ordine a Protti di rimanere al centro, tornando il meno possibile. Il pubblico, poi, ha apprezzato anche lo spirito nuovo, spingendo all'ironia Galeone: «Chissà i tifosi che partite hanno visto prima per applaudire tanto adesso...». Può bastare, per il momento, tanto più che il tecnico è convinto di poter «far giocare meglio questa squadra a patto che la società mi ceda sei o sette giocatori: per fare solo il campionato, una rosa di diciotto elementi è più che sufficiente». La Fiorentina ha giocato nella solita maniera. Fin troppo spregiudicata, dalla cintola in su tutti gli uomini di Malesani si sentono attaccanti. E non è un caso, probabilmente, che il gol del vantaggio, arrivato in un momento in cui a passare poteva essere a rigor di logica solo il Napoli, l'abbia realizzato Firicano, un difensore. E fin troppo allegra dietro, neanche qui è casuale il pareggio del Napoli, nato da un grazioso regalo confezionato da Toldo e Schwarz insieme, colpevole più il portiere che lo svedese. Batistuta s'è visto poco, "ingabbiato" dal modulo difensivo napoletano, e più ancora dal tempismo di Ayala, che evidentemente aveva per l'argentino un occhio particolare. Molto di più ha giocato Morfeo, forse l'unico in casa viola ad avere le idee chiare, finché è stato in campo: Malesani lo ha richiamato a metà ripresa piuttosto inspiegabilmente. A sprazzi, s'è esibita la Fiorentina. Generosa nel concedere brividi sia in fase d'attacco sia in fase difensiva. Più continuo il Napoli, che alla fine si lamenterà molto per l'arbitraggio di Treossi: chissà se a ragione su un "rigore" indietreggiato di mezzo metro (fallo su Rossitto) al 39' della ripresa, sicuramente a ragione, invece, su tre o quattro fuorigioco chiamati alla squadra di Galeone persino su falli laterali e calci d'angolo. L'arbitro ha lasciato correre un po' troppo, confondendo brutte entrate e "scivolate" sul terreno pesante. Lo stesso Malesani, credendo di parlare a microfono spento, s'è lasciato scappare in un' intervista radiofonica che «Treossi ha arbitrato bene: ci ha favoriti...». I gol, tutti nel primo tempo, sono stati strani. La Fiorentina è passata in contropiede (28') con Firicano che ha raccolto un cross basso di Oliveira, trenta secondi dopo un clamoroso palo di Protti e pochi minuti più tardi di un'occasione facile fallita da Giannini. Il Napoli ha pareggiato (34') su un malinteso tra Schwarz e Toldo, che ha spalancato la porta davanti a Turrini. Nel secondo tempo, un erroraccio per parte: ancora Turrini (28', destro alto quand'è solo) e Oliveira (29', di testa in tuffo con la porta vuota).

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