|
di Anujeet Sareen
La quantità di
frodi finanziarie a livello di grandi aziende negli ultimi cinque anni ha
spinto più d’uno a chiedersi cosa stia succedendo. Si tratta di casi
singoli, isolati, o sono sintomo di un fenomeno più vasto? In primo luogo,
chiariamoci su cosa sta realmente accadendo. Alcune società, in particolare
Enron, Worldcom, Tyco, e più recentemente Parmalat, hanno commesso delle
frodi: hanno ottenuto dei finanziamenti dalle banche (operazione di per sé
tipica e normale in un regime di espansione di un’azienda) e hanno investito
questo denaro in opportunità di affari allettanti. Nella misura in cui
questi investimenti avevano successo, e crescevano le prospettive di
ulteriori guadagni, le società hanno ottenuto sempre maggiori finanziamenti
che hanno reinvestito. A un certo punto è accaduto che le aspettative di
profitto sono diventate troppo alte e la quantità di denaro ottenuto troppo
grande, tale che le società non hanno avuto più sufficiente liquidità per
pagare gli interessi sui finanziamenti. Solitamente, quando una società
viene a trovarsi in questa situazione, diminuisce in misura considerevole i
propri piani di investimento e/o vende dei beni fino a rimettersi nella
condizione di pagare gli interessi dovuti. Al contrario, ciò che queste
società hanno fatto è stato cercare di nascondere le proprie perdite
attraverso giochi finanziari. Hanno costituito nuove società in Paesi
esteri, utilizzandole per ottenere ulteriori finanziamenti dalle banche e
per suddividere parte delle perdite.
Per fare un paragone, sarebbe come se un privato andasse da una banca per
ottenere un mutuo per acquistare una casa. La banca, valutati i beni e il
reddito del soggetto, gli accorda il mutuo. Nel momento in cui il cliente
inizia a guadagnare di più, acquista una casa più grande con un mutuo più
consistente. Col tempo, inizia a prevedere un incremento dei guadagni
futuri, e quindi continua a trasferirsi in una casa sempre più grande (con
un mutuo più pesante) sino a che si rende conto che quanto guadagna non è
sufficiente a pagare il mutuo. A questo punto dovrebbe vendere la propria
casa e acquistarne una più piccola. Invece inizia a utilizzare le carte di
credito per pagare il mutuo; le usa al limite del credito disponibile, e ne
apre di nuove con altre società finanziarie. Normalmente, le finanziarie e
le banche non concedono nuovi prestiti a un soggetto che sta esponendosi
troppo, ma in questo caso l’uomo usa nomi differenti per ottenere il denaro,
e così truffa le banche e le finanziarie.
Credo ci siano due punti da sottolineare. In primo luogo, queste frodi si
sono verificate nel contesto di uno straordinario progresso dell’innovazione
tecnologica negli ultimi vent’anni, in particolare nel campo
dell’informatica, delle telecomunicazioni, di internet e della
biotecnologia. Il fatto è che gli eventi che precedono la frode sono
realmente qualcosa di molto positivo per la società (innovazione,
creatività, progresso tecnologico). L’energia di una società incoraggia con
forza i progressi generati dalla creatività dell’uomo.
Quello che la frode rivela è
la reazione dell’uomo di fronte alla delusione che nasce quando percepisce
che 1) questi progressi non sono illimitati e non corrispondono pienamente
al suo desiderio di felicità; e 2) che il suo destino non è determinato
dalle sue sole forze.
L’altro punto da ricordare qui ha a che fare con quella che è stata la
reazione della società. Nel 2002, il Congresso americano ha approvato il
Sarbanes-Oxley Act, in base al quale i Direttori Generali e gli
Amministratori di grandi società sono considerati personalmente responsabili
per le frodi commesse nelle società stesse (la legislazione che cerca di
prevenire le frodi dovrebbe essere benemerita, tuttavia la legge già punisce
le azioni fraudolente). Questa legge rappresenta il desiderio della società
di impedire all’uomo di commettere qualunque peccato – il concetto che
Direttori generali e Amministratori debbano essere ritenuti personalmente
responsabili per le frodi commesse da qualsivoglia membro della loro azienda
(e non solo della propria personale frode) è irragionevole.
Inoltre va detto che ciò che è accaduto in tutti i casi citati è dovuto a un
eccessivo ottimismo e a una scarsa attenzione alla realtà da parte di
diversi soggetti: le banche (che avrebbero dovuto valutare i destinatari dei
propri finanziamenti con maggiore cura e che invece hanno condiviso la
stessa esaltazione delle società), i revisori dei conti (che non hanno
esaminato con la dovuta cura i documenti dei loro clienti, anch’essi
credendo nelle luminose previsioni di profitto) e le società stesse. In un
Paese secolarista-protestante, purtroppo, la reazione a questi eventi si
traduce esclusivamente in un richiamo a una maggiore responsabilità
personale, che l’uomo può sempre sperare di raggiungere con le proprie
forze.
Non è chiaro quali conseguenze tali eventi avranno in futuro. Anche se
l’economia sempre progredisce nel lungo periodo, è pur vero che in questa
traiettoria l’economia oscilla ciclicamente fra le vette dell’ottimismo e i
baratri della depressione.
La cosa più importante, credo,
è cercare di comprendere questi casi di frode all’interno della tensione
drammatica fra l’enorme creatività dell’uomo e il suo peccato originale: che
cosa accade all’uomo quando concepisce la propria capacità creativa come un
modo di controllare il proprio destino mettendosi in condizione di compiere
da solo il proprio desiderio di felicità?
|
|