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Comunicato
stampa di CL
E’
stato vigliaccamente e freddamente ammazzato un uomo, un
padre di famiglia, un professore, per la sua collaborazione
alla revisione delle leggi sul lavoro. Vogliamo innanzitutto
essere vicini alla moglie e ai figli con la preghiera a
Cristo, l’unico che può redimere il loro infinito dolore,
l’unico che può dare speranza a una morte che partecipa
della Sua, per noi.
Proprio la ricerca
della speranza ci costringe a invocare un cambiamento di
vita e di mentalità. Non si può pensare di avere la verità
in tasca, di servirsene invece che servirla, di usarla come
un’arma contro gli altri. La presunzione di essere
portatori di bene, contro tutto e contro tutti, è il cancro
della società e il principio di una violenza
autodistruttiva. Bin Laden è vicino più di quanto si
pensi; l’esperienza del terrorismo non è di altri, ma
nostra, come se incubassimo la negazione di noi stessi.
Nella esecrazione sincera del delitto tutti si affannano a
proclamare che il terrorismo nulla c’entra con la modalità
tipicamente italiana della lotta politica, fatta di assurde
intemperanze verbali, delegittimazioni reciproche, faziosità
che negano la realtà sostanzialmente democratica del nostro
Paese. Cosa c’entra il terrorismo con festosi girotondi e
manifestazioni popolari che vanno “inevitabilmente” un
po’ sopra le righe, con discorsi che diventano
“inevitabilmente” virulenti e intolleranti, con un
confronto ideologico che “inevitabilmente” va verso lo
scontro sociale, con il sostegno di posizioni che
“inevitabilmente” finiscono nella negazione del
compromesso? Fa scandalo anche il solo pensare che il
terrorismo c’entri. In questo scandalo ipocrita qualcuno
muore e il terrorismo si alimenta.
Noi proponiamo invece di seguire l’esempio di chi – come
Marco Biagi – ha lavorato e lavora affinché, come ha
detto oggi il Papa, “si
affermi nella cara Nazione italiana un clima di intesa fra
le parti sociali, per una pacifica soluzione dei problemi in
atto”.
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