Terrorismo |
Gino Strada, |
di Renato Farina Chi non lo conosce, il dottor Gino Strada? Ha fondato "Emergency", l'associazione umanitaria che ha aperto due ospedali in Afghanistan. Gino Strada è un chirurgo, cura le vittime della guerra, gira i villaggi del Panshir per portare l'elettricità. Ormai il suo nome e il suo volto sono circondati da un alone di luce. Anche perché ci sono molti riflettori delle tivù. Niente di cui scandalizzarsi. C'era un santo, ed era don Bosco, che predicava: "Fa' il bene e fallo sapere". Così qualcuno poi magari ti imita. Madre Teresa di Calcutta dovunque arrivasse veniva filmata, e con i cameramen si dirigeva a curare i moribondi, serviva i pasti ai derelitti. Lei indicava il motivo, molto semplice: «In loro vedo Gesù». Sosteneva non avere alcun merito nell'amare. Qual è la molla di Strada? Uno potrebbe dire: contano i risultati, quelli parlano da sé. Tra essi c'è la cura dei malati, ma anche la ferita che egli infligge alla verità. O se uno fa il bene poi basta la parola? L'umanitarismo, l'innato senso che ci spinge verso il fratello in pena sono di certo i condimenti del l'azione meritoria di Emergency. Ma - ahimè - c'è anche tanta, tantissima ideologia. Strada la sta con l'altoparlante della Rai e dei grandi quotidiani seminando in Italia: coincide con il giudizio temerario che chi sia favorevole ad un intervento armato per ciò stesso è un assassino o complice di assassini. Non esiste la guerra dei terroristi cui risponde l'Occidente. Ma: «... di guerra... ce n'è una sola, quella fatta di morti e feriti, di vite sacrificate alla "guerra globale contro il terrorismo"» (lettera agli amici di Emergency, 1° novembre). No, neanche l'uomo che da la sua vita per gli altri, può dare dell'omicida a chi non la pensa come lui. Non ci si può ergere sulle spalle dei bambini che si aiutano per mettere l'aureola alla propria ideologia. Che definirei così: antiamericanismo post-comunista. Lo dico sapendo che mi tiro in testa un sacco di sarcasmi. E me li meriterò pure: chi sono io per scalfire con un pennarello il gran busto di Strada che la sinistra porta in giro dappertutto per contrapporlo al guerrafondaio Berlusconi? Ma sì, sono un teppista. Non ho guarito nessuno. Inoltre per i poveri non faccio quasi niente, e quel poco che do credo non lo veda neanche Dio che pure ha la vista acuta. Ma non ce la faccio più a guardare con aria meravigliata e dolente i proclami di Strada contro la guerra, che ora sono stati sottoscritti anche da trecento calciatori. C'è un uso orribile della bontà: ed è l'adoperarla come strumento di propaganda. In questo caso della sinistra e del pacifismo. Esempio, giovedì notte. Feltri era in diretta a Primo piano del Tg3. Spiegava perché ritenga graditi a Bin Laden i parlamentari italiani che hanno votato no all'intervento armato in Afghanistan. Ed ecco appare in video un filmato dove Gino Strada scrive al computer il suo messaggio perché l'Italia voti no alla guerra. Ci sono bambini feriti, e c'è lui che da quelle remote regioni ci condanna. Uno è spiazzato. Sostenere che Strada ha torto sembra quasi di dar torto al bene. Vauro, il vignettista, in un libro uscito immediatamente dopo il settembre racconta poeticamente di come nel suo ospedale (ora chiuso) di Kabul, Strada avesse piantato le bouganvillee. "Hanno diritto di vedere un po' di bellezza, le vittime della guerra". Ed è magnifico. Ma proprio in quel libro c'è la prova, grande come una casa, di come l'ideologia faccia Strada cieco. L'introduzione di questo libro intitolato "Afghanistan anno zero" di Giulietto Chiesa e Vauro è proprio scritta dal medico umanitario. In queste pagine Strada riesce a dare la colpa agli americani anche dell'intervento sovietico del 1979-80: sono stati loro i veri organizzatori della Jihad, la guerra santa islamica La Cia - secondo Strada - ha fornito i biglietti aerei ai musulmani che sono corsi dalle parti di Kabul per combattere i russi. Dopo di che sono tornati a casa loro a rifarsela, questa Jihad. Scrive proprio così: «I mujaheddin dopo la ritirata sovietica hanno importato la Jihad nei loro Paesi d'origine. Dall'Algeria alle Filippine, dalla Cecenia al Sudan, i veterani della Jihad afghana si sono messi a organizzare la loro Jihad casereccia, E quel tale Osama, prima in buoni rapporti con la Cia, ha finito col dichiarare apertamente guerra... agli Stati Uniti!». Colpisce la data dello scritto di Strada: 3 settembre. E Strada a dire che Bin Laden ha dichiarato guerra all'America. Strada sa che i Talebani lo ospitano. Ma fa niente, la colpa è dell'America, qualsiasi cosa accada. Combattere i talebani, almeno convincerli a consegnare Osama? Non se ne parla. Strada li considera evidentemente sub-uomini, senza responsabilità in nulla: è il razzismo dei filantropi occidentali.
Ho
detto che Strada è cieco. Mi viene in mente un grande e
generoso oculista ucraino. Il filantropo Svyatoslav
Nikolayevìch Fyodorov. Suo padre fu condannato a 17 anni
di Gulag nel 1938. A quel tempo Fyodorov aveva 11 anni. Lui
si iscrisse comunque nel 1957 al Partito comunista.
Divenne un medico famoso. Girava il terzo mondo con una
nave, operava e restituiva con sistemi geniali la vista ai
ciechi. Poi sedeva al Soviet Supremo e chiedeva la pace nel
mondo. Come si può dubitare dell'Urss con un uomo cosi che
la difende?
I Gulag erano aperti, c'era finito il padre, ma
non li vedeva. Ce l'aveva con l'America e chiedeva la
pace. Così mi pare Strada. Che so bene sta rischiando la
vita per fare il bene, e merita ogni rispetto. In fondo
aveva ragione Berlusconi a dire di lui: «Di reputazione
integerrima e di idee confuse». |
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Renato Farina
Libero, 10 Novembre 2001