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La
lotta dell'America contro il terrorismo non è una difesa
dell'America ma del mondo. Schierandosi con l'America
la Nato difende ciò che deve difendere, cioè noi. Il
terrorismo protegge o produce stati assolutisti: il
comunismo, il nazismo, il fascismo nacquero così, e
integralisti sono i paesi islamici che generano
terrorismo. Ecco perché l'America non può smettere la
lotta al terrorismo, e perché l'Europa deve stare con
l'America.
Bush
dice: "E' una lotta tra il Bene e il Male".
Ieri la contrapposizione era americanismo-comunismo, ed è
finita con la morte della seconda civiltà, una morte non
per uccisione ma per fallimento. Adesso la
contrapposizione è Occidente-Integralismo: dov'è
l'Integralismo, da cui vengono i terroristi, c'è solo
Islamismo, nessuna conciliazione è possibile. Detto tutto
questo, che spiega perché l'Occidente deve rispondere
alla guerra con la guerra, credo che dobbiamo però
modificare
il giudizio che corre sui terroristi, come "malati di
cervello" o "malati di cuore".
Per
la fine del terrorismo, il primo problema che bisogna
spegnere è il conflitto
Israele-Palestina.
Il rapporto Stati Uniti-Israele, ed Europa-Israele, s'è
fissato quando Israele è nato e ha inaugurato la sua
storia. Aiutare
Israele era per noi europei una forma di espiazione delle
nostre colpe verso gli ebrei. Ma un conto sono gli ebrei
della diaspora, che tendevano verso uno stato, altro conto
sono gli ebrei di questo stato, che tendono
all'espansionismo. Pochi
giorni prima di questa vampata di terrore c'era stata la
dichiarazione, nella Conferenza Mondiale di Durban,
del
"sionismo come razzismo".
Affermazione infelice e inaccettabile. Razzismo c'è
quando dai la caccia a un uomo perché è quello che è,
bianco o nero. Sei disposto a pagare per avere quell'uomo,
e poterlo eliminare. Il razzismo europeo così faceva. Il
sionismo così non fa. Il sionismo è disposto a pagare
purché gli stranieri escano dai suoi territori, ed anche
dai loro territori, che il sionismo invade.
E'
dunque un espansionismo. Tra le questioni in cui il
terzo e il quarto mondo, il sud e l'est della terra,
sentono come controparte l'America,
la questione palestinese è la più incancrenita e
dolorosa.
E oggi, tre giorni dopo l'attacco, lo è ancora di più.
Perché la prima risposta data da Israele è stata
l'occupazione di altre città palestinesi.
I kamikaze
islamici, i martiri, i piloti-suicidi, gli uomini-bomba,
non sono nati pazzi: sono diventati pazzi. Non
sono da considerare malati di cuore per le stragi che
fanno: sono stati pietrificati nel cuore per le stragi che
hanno patito.
L'Irak ha la più alta mortalità infantile della terra. L'Afghanistan
si attacca al fanatismo come rimedio all'arcaismo.
La Palestina vuole una terra che già aveva e che un
presidente israeliano le aveva già restituito. Bisogna
tornare a quella restituzione. Ieri il presidente del
Consiglio italiano ha detto: "Per
spegnere i focolai di terrorismo nel mondo bisogna
spegnere i focolai della disperazione".
L'arretratezza,
la miseria, il fanatismo, l'esilio spingono ad azioni
folli e criminali e ingiustificabili, ma punendo con le
bombe e con i missili la follia e la criminalità si
aggravano l'arretratezza, la miseria, il fanatismo e la
disperazione.
Il terrore del mondo si nutre di questa contraddizione.
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