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Quasi una favola
CARO GESU' BAMBINO
di Michele Scozzarra
Si
avvicina il Natale... distratti come siamo, non riusciamo
più a trovare il senso ed il valore del tempo che passa.
Babbo Natale, il Presepe, l'Albero ormai sono ridotti a
spot pubblicitari che servono solo per reclamizzare dei
prodotti da vendere... entrano nelle nostre case, giusto
tra una pausa e l'altra del film o del varietà che tiene
"raccolta" la famiglia.
Una volta si usava scrivere la letterina a Gesù Bambino
o a Babbo Natale... ora non c'è più
tempo... o, molto più drammaticamente,
si pensa che si può comprare tutto quello
che si desidera: è sparito il dono, il
desiderio, ingenuo e profondo, che ha
accompagnato centinaia di generazioni: l'attesa del
Natale.
Però, a pensarci bene, quale stupore, se
un giorno, anche
noi, come un personaggio nato dalla
fantasia di Giovanni Guareschi, tra la
posta notiamo una lettera, con la nostra carta
intestata, respinta al mittente: una semplice
letterina scritta con una scrittura infantile,
indirizzata semplicemente: "Al bambino Gesù".
Naturalmente con un timbro applicato sul la busta:
"Respinta al mittente per indirizzo
insufficiente".
Certamente ci sentiremmo avvampare da una fiamma di
sdegno: "Come possono pensare quei burocrati delle
Poste che, una persona come me può avere tanto tempo da
perdere da scrivere una lettera al Bambino Gesù?".
E se, spinti da un impeto di rabbia e sdegno,
vogliamo proprio vedere chi ha avuto l'imprudenza di
usare la nostra carta personale, quale stupore, nel
constatare che la lettera era scritta con
l'inconfondibile calligrafia pasticciata del proprio
bambino...
E, nell'attesa di sistemare la faccenda,
pensando i
provvedimenti da prendere per il
caso, bisogna pure prendere visione della lettera
rispedita al mittente "per insufficiente
indirizzo".
E, come il personaggio del Guareschi, ci troviamo a
leggere: "Caro Bambino Gesù... sono un bambino
di otto anni e faccio la
terza elementare avendo saltato una classe,
perché il mio papà dice sempre
che il tempo non ce lo può imprestare nessuno,
quindi è più importante del danaro. E allora gli anni
che si risparmiano da bambini si ritrovano
dopo: ma, per la mamma, questa è una
stupidaggine: come uno che, per fare un piano in più
nella casa, risparmia il materiale delle fondamenta
".
A questo punto, diabolicamente, si
potrà pensare che la madre
confonde le idee al bambino,
insegnandoli delle cose che lo
tengono lontano dal successo, ma con la
coda dell'occhio, si continua a leggere: "
Caro
Bambino Gesù, io avrei voluto scriverti per Natale
dell'anno scorso e, una sera, domandai alla mamma che
francobollo ci voleva per scrivere al Bambino Gesù
riguardo ai regali. Ma c'era anche
papà e disse che ai bambini
non si doveva riempire
la testa di fantasie e di favole, perché
dopo si trovavano male davanti alla realtà
della vita. E spiegò che, ai bambini, i
regali glieli fanno i genitori. Ma
la mamma, dopo mi disse come stanno le
cose. Cioè: il Bambino Gesù, per
Natale, fa un regalo ai bambini di tutto il
mondo. Un regalino piccolo
perché i bambini sono centinaia
di milioni. I poveri
devono accontentarsi del regalino di Gesù Bambino.
I figli dei ricchi, invece, ne hanno di più
perché sotto Natale la segretaria
richiama il loro papà: 'Mi permetto di
ricordarle che presto è Natale e
bisognerà pensare ai regali...'. E
papà risponde: 'Va bene signorina.
Provveda come al solito'. Allora la segretaria
va in giro per i negozi e compra i regali per il
figlio e la moglie del suo
'principale'. Chissà cosa regalerà per Natale,
a me ed alla mamma, la segretaria del mio
papà? ".
A questo punto non
possiamo non inorridire... tutto il
sarcasmo della lettera non si riesce proprio a
capirlo. Sarebbe
proprio pazzesco buttare via del
tempo per girare i negozi... Poi, con le
code che ci sono sotto Natale, sarebbe
un suicidio.
Questo le mogli ed i figli dovrebbero
capirlo, ed essere riconoscenti per il regalo... Non si
può dire per il pensiero, perché in verità
bisogna riconoscere che quello era sempre della
segretaria. Ma, in questi casi, di fronte a dei richiami
così forti, dobbiamo pur riconoscere che i soldi non li
sborsava certo la Segretaria... e poi, in fondo che
cos'è, alla fine, una segretaria se non un'agenda
parlante. Allora bisognerebbe pensare: "Chissà cosa
mi regalerà l'agenda del papà...".
Ma, nonostante l'irritazione, bisogna rimettersi a
leggere, bisogna vedere come andrà a finire la lettera:
"
Io rimasi un pò incerto e dissi che, se le
cose stanno così, un bambino ricco, ricevendo tanti
doni, non può capire quali siano quelli della segretaria
e quello del Bambino Gesù. Ma la mamma si mise a ridere
e rispose: 'Se il bambino ricco è stupido, non capisce
niente. Ma se è intelligente, guardando bene i
regali capirà subito qual'è il regalo del Bambino
Gesù'. Io domandai se c'è un segno speciale e lei disse
di no:'Non c'è nessun segno particolare: però si
capisce, perché mentre i regali della
segretaria potrebbero piacere a tutti i bambini della tua
età, quello del Bambino Gesù piacerebbe solo
a te'. La mamma queste cose le sa bene. Tanto è vero
che, venuto il Natale, mi accorsi
subito quale era quello di Gesù Bambino.
L'automobile fuori serie a pedali, il trenino elettrico,
il meccano erano bellissimi, ma sarebbero piaciuti a
tutti i bambini che conosco io. Invece la cosa che agli
altri che conosco io non sarebbe piaciuta era uno
slittino di legno e uno di quei berretti di lana che
stanno su con la visierina fuori e poi vengono
giù fino al collo e, davanti, resta aperto il buco
per la faccia... ".
Anche a voler dimostrare che la mamma bluffa, non
si riesce lo stesso a stare in pace... perché
ancora più vicino ai quaranta che ai cinquant'anni, e
coetaneo della moglie, si vede costretto a leggere:
" Il papà è una brava persona ma certe cose non le
può capire... è vecchio mentre la mamma è molto
giovane. E, quando si può tirar via tutti gli addobbi da
signora, sembra una signorina".
C'è veramente tanto da levare il
fiato per lo stupore e, diciamolo pure,
per l'indignazione... ed a niente vale
consolarsi col pensare che se la moglie avesse
le sue preoccupazioni allora le cose cambierebbero
parecchio. Ma ancora la lettera
non è finita... cosa diavolo vuole questo
bambino ancora: "...Caro Bambino Gesù: adesso sai
quasi tutto di me e ti chiedo una cosa. Risparmia il tuo
regalo di Natale. Anzi, io ti manderò, dove tu mi
indicherai, anche i regali che mi farà la Segretaria di
papà; ma vorrei da te un dono speciale...".
Ora, lasciando Guareschi, del quale,
fino ad ora, di troppe cose, indebitamente
ci siamo appropriati, vale la pena che anche noi, in
prossimità del Natale, rivolgiamo due paroline al
Bambino Gesù... Che si avvicini all'orecchio di
tanti genitori e figli, distratti e deviati dal
consumismo idiota, e dica loro due paroline..., per farli
sentire meno complicati e formali (per non dire
ipocriti!), e più genuini ed attenti... per non ridurre
la bellezza del Natale a tredicesima, regali, panettone,
pranzo, cenone e... delusione.
E, con queste domande e queste attese, possiamo augurarci
"Buon Natale"... quello vero però!
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