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Ferdinando
Camon
L'assedio
della malavita si fa sempre più stretto. Ieri nel
napoletano hanno assalito un tabaccaio, che aveva appena
comprato sigarette per 15 milioni di lire, per il normale
rifornimento del suo negozio: era in auto, all'alt dei
malviventi invece di fermarsi ha accelerato, e quelli hanno
sparato. Evidentemente, la sua vita, per gli assassini, vale
meno di una dozzina di scatole di tabacco. Qui s'inserisce
un particolare
angosciante:
la vittima aveva con sé un figlioletto di dieci anni, ed è
stato questo bambino a tirar fuori dalla tasca del genitore
il cellulare per chiamare la madre e dirle che avevano
sparato al padre e che ormai stava morendo.
Ho
detto "angosciante", ma è chiaro lo è solo per
noi: appena conosceranno questo particolare (lo
apprenderanno in questo momento, leggendo i giornali), gli
assassini si sentiranno più forti perché diranno:
"Così anche il piccolo impara". Il vecchio
insegnamento del terrorismo: "Bucane uno, educane
cento", va bene per tutta la criminalità, anche quella
comune, la quale ha bisogno della "docilità"
delle vittime. Ogni ribellione, anche quella che va male, è
un danno.
Dannosissima,
per la malavita, sempre ieri, la ribellione di un
gioielliere di Roma: entrano i banditi, lui ha una reazione
fulminante (forse è un cecchino nato, ma a volte basta la
paura per far scattare i nervi) e spara dodici colpi, si
ferma solo quando il caricatore è vuoto. Se invece di un
caricatore di pistola avesse avuto un nastro di
mitragliatrice, sarebbe ancora lì a premere il grilletto.
Un bandito dev'essere ferito, lui, il gioielliere, è
illeso. Ma questo non vuol dire che è un episodio a lieto
fine. Qui non c'è mai fine, e la malavita cresce ogni ora,
in tutte le città, grandi e piccole.
Chi
di noi si trova in vacanza in paesetti o cittadine, e
legge anche il giornale locale (glielo consiglio: non c'è
modo migliore per immergersi in un luogo, viverlo), resta
sbalordito per la quantità e la gravità degli episodi
malavitosi che succedono lì, e non arrivano alla stampa
nazionale. Ci sono quartieri dove tutte le case,
assolutamente tutte, sono state ormai derubate, e gli
abitanti vivono nel terrore aspettando il secondo giro di
furti. Sono stati visitati e saccheggiati appartamenti
muniti di porta blindata: la porta è stata rimossa così
com'è, intatta, e spostata di lato. Non chiedetemi come:
suppongo che d'ora in poi bisognerà blindare non solo la
porta, ma anche il muro a destra e a sinistra.
I
giornali
locali han già raccontato la soluzione inventata dai
vecchietti singles, che poveretti si fan blindare non solo
la porta d'ingresso ma anche la porta della camera da letto:
uno di loro ha passato una notte intera ascoltando il
rapinatore che, superata la prima porta, scorrazzava per
tutto l'appartamento, e il vecchietto sperava solo che la
seconda porta resistesse. Come un soldato in un bunker di
prima linea. La porta ha resistito. Ma ecco un'altra
rivelazione: il vecchietto temeva che il suo cuore cedesse,
e non è mai riuscito a chiuder occhio, con la mano destra
sul delicato organo, a incoraggiarne i battiti. No,
non si può continuare così.
Troppi
governi si sono disinteressati della nostra sicurezza,
per decenni. Uno Stato dove rischi la pelle non solo se
vendi sigarette o se hai una pompa di benzina, se parcheggi
in garage un po' tardi o se rientri dal cinema dopo l'ultimo
spettacolo, ma anche se dormi in camera da letto blindata,
è uno stato che tradisce il più essenziale dei suoi
compiti: proteggere la vita e il lavoro dei suoi cittadini.
Uno stato fallito. Bisogna farlo funzionare. O adesso o mai
più.
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