Mina

291. LA CAMPAGNA ELETTORALE

Blazer, cravatte e sassi in faccia

 

 

Mina

CIAMPI, adorato, si affanna a invitare tutti a toni più pacati. Condivido, Presidente, a costo di sorbirmi serate come quelle che ci allietavano nelle perdute ere andreottiane.
Meccanismi infantili di comportamento fatti di litigiosità, permalosità, provocazioni. Giochi preferiti: schiaffo del soldato, nascondino e un po’ di Monopoli, che non guasta mai. E non possono permettersi di giocare a Guardie e Ladri, attività, entrambe, che un minimo di lavoro lo richiedono e che poco tempo lasciano alle «ciciarade». C’è poi l’austera presa di posizione di non volersi mai schierare tra i ladri, perché qualcuno senza ironia potrebbe pensare male. E a Guardie e Guardie non si può giocare.
Nel loro parchetto dei divertimenti scorribandano da mane a sera, parlando parole purtroppo comprensibili, perché così vuole la vera Democrazia, e si mostrano graniticamente certi della nostra fragilità burrosa, infilzabile con propaganda calda.
Sono tutti lì impettiti a guardarsi dall’alto al basso con l’arietta di pronunciarsi vicendevolmente la fatidica frase «giù le mani, come si permette!». Dovremmo ridere, ma scrutiamo se per caso si possa identificare in un occhio o in una punteggiatura una parvenza di sincerità che ci permetta una stiracchiata preferenza. Si accorgono che stiamo al gioco e ci tengono di mira con la coda dell’occhio per accelerare o rallentare gli svolazzi. Il resoconto dei sondaggi dell’indomani farà il resto a proposito della loro soddisfazione.
Se vengono smascherati nella finta accalorazione guardano clericalmente al cielo e si rifanno la faccia con il trucco della profonda passione politica e ideologica culturalmente corretta e storicamente supportata. Un po’ seriosi, un po’ supponenti, un po’ ridicoli, troppo ingombranti e ripetitivi come gli spot pubblicitari che non possono non occupare televisione, radio, giornali. Non ci possono abbandonare e noi non ce la possiamo fare. Debordano, nessuno escluso.
E io non ce la posso fare, apro con circospezione la porta di casa col terrore di vedermeli lì seduti sui miei divani bianchi. Vado in bagno con la certezza di trovarmene uno di destra nella vasca e uno di sinistra che si fa la doccia. E visto che i sassi in faccia, con la mazzafionda, non se li possono ancora tirare, stridono i blazer di buon taglio e le cravatte ben scelte con un linguaggio che si acconcerebbe di più a una canotta bucherellata o a dei calzonacci tenuti su con la corda. La soluzione ci sarebbe: Antonio La Trippa. Vota Antonio, vota Antonio, vota Antonio!
 

 

Secondo me: «291. LA CAMPAGNA ELETTORALE Blazer, cravatte e sassi in faccia» - di Mina, La Stampa, Sabato 21 Gennaio 2006
http://www.minamazzini.com/

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