272. PER VEDERE LA TV IN PACE
Un condannato per spaccio di
droga sta scontando la pena agli arresti domiciliari. Non a casa sua, ma
come ospite della sorella, in un quartiere di Roma. Trascorre le sue
giornate prono davanti al televisore, con estremo fastidio della sorella che
non lesina rimbrotti. All'ennesima lite, il condannato scappa per recarsi
alla più vicina caserma dei carabinieri e per chiedere di essere riportato
in galera, dove potrà finalmente vedere la tv in santa pace. |
||
Mina
Un condannato per spaccio di
droga sta scontando la pena agli arresti domiciliari. Non a casa sua, ma
come ospite della sorella, in un quartiere di Roma. Trascorre le sue
giornate prono davanti al televisore, con estremo fastidio della sorella che
non lesina rimbrotti. All'ennesima lite, il condannato scappa per recarsi
alla più vicina caserma dei carabinieri e per chiedere di essere riportato
in galera, dove potrà finalmente vedere la tv in santa pace. |
Secondo
me: «272. PER VEDERE LA TV IN PACE. Meglio la galera della sorella. Un
condannato per spaccio di droga sta scontando la pena agli arresti domiciliari.
Non a casa sua, ma come ospite della sorella, in un quartiere di Roma. Trascorre
le sue giornate prono davanti al televisore, con estremo fastidio della sorella
che non lesina rimbrotti. All'ennesima lite, il condannato scappa per recarsi
alla più vicina caserma dei carabinieri e per chiedere di essere riportato in
galera, dove potrà finalmente vedere la tv in santa pace» - di Mina, La Stampa,
Sabato 20 Agosto 2005
http://www.minamazzini.com/