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Mina
Sarà quanto meno fastidioso
attardarsi a guardare la luna, nelle sere quiete e chiare che ti permettono
di sederti in un posticino, al buio, con gli occhi che si stringono per
cercare di vederla meglio e restare lì il più possibile a pensare, a
riassumere, a valutare, a riflettere, ma anche a non pensare a niente,
perché no, finché non si nasconde dietro le montagne.
Dicevo, sarà fastidioso godere della luna, sapendo che ci sono dei
deficienti che le ruotano intorno, giusto per fare un giretto, alla modica
cifra di 100 milioni di dollari.
E non è uno scherzo. L'annuncio è di una compagnia americana che dal 2008
organizzerà viaggi turistici intorno alla luna. Durata di due o tre
settimane. Condizioni di vita proibitive. Costi naturalmente proibitivi. Per
quella cifra, che sulla terra ti darebbe diritto a non so quante suite
imperiali, ti offrono assenza d'atmosfera in uno sgabuzzino tipo quello
delle scope.
Ora, ognuno può fare quello che vuole del proprio denaro, per carità, ma
l'utilizzo di una massa così ingente di soldi per una tale imbecillità mi
sembra, prima che scandaloso, ridicolo. Superfluo elencare le delizie che il
viaggiatore cretino potrebbe fare proprie con tutti quei soldi, come
superfluo è ridire quanti bisogni urgentissimi ci sono da soddisfare sulla
terra prima di guardare in alto.
Non so voi, ma io non l'ho mai capita questa corsa spaziale costata miliardi
di miliardi di dollari. E chissenefrega del “piccolo passo per un uomo, ma
un balzo gigantesco per l'umanità”. L'umanità, intesa come individui, se
avesse un minimo di voce in capitolo, direbbe che piccoli e grandi passi
devono essere compiuti qui, dove la fame, le malattie, l'avidità, il potere
ottuso e cieco stanno mandando a picco tutta la melunera.
Ho la vaga sensazione di aver già calcato la mano, in altre occasioni, sugli
stessi argomenti. Vi sembra la solita banalità? A me no.
Lasciamolo lì quel cielo notturno, che sconcerta gli occhi e trapassa il
cuore. Energie e soldi per conoscenza e risoluzione dei problemi spostiamoli
dall'infinità che ci sovrasta ai campi di questo mondo, più che mai
bisognosi di essere compresi, arati e sfruttati.
Devo, dal mio pulpitino, smentire i fragori e svilire la retorica
dell'astronautica. Mi perdonino gli studiosi, cui non dedico altro che
rispetto, e nello stesso tempo si sbilancino nella promessa di non mettere
in disordine l'extraterrestre incontaminato. Troppo spesso il giochino della
ricerca, tramutata in scompigliata truffa, ha rovinato storia e geografia.
Abbiate pietà.
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