Mina

262. UNA NUOVA FESTA

L'angelo custode chiamato nonno
 

 

Mina
 

Con la vana speranza che non sia un ulteriore espediente per muovere le vendite di cioccolatini, torte e oggettini inutili, che verranno comunque conservati come il premio Nobel, salutiamo l’arrivo de «il giorno dei nonni». Per ora votato all’unanimità, senza tema di conflitto d’interessi, da tutti i senatori. Per la cronaca, trattasi del 2 ottobre, giorno che la liturgia cattolica riserva alla memoria dei santi angeli custodi. Oddio, sarebbe stato meglio chiamarlo «il giorno dei bisnonni». Il termine «nonno» non è più applicabile a chi comunque rimane padre del padre. Non esiste più la vecchietta del cacao.

L’iconografia è totalmente cambiata. Oggi i nonni sono freschi e aitanti e non hanno nessuna intenzione di cedere le armi. Alcuni si aiutano con la palestra e con la chirurgia estetica; altri, più fortunati, sono perfetti e ancora «appetitosi» per cavoli loro. Potrei fare un elenco, ma mi limito a riferirvi di un signore di novant’anni che è ancora un gran figo e, se lo guardi negli occhi intelligenti e azzurri, scopri che l’espressione è la stessa, la stessa dei suoi trent’anni.

Ma l’età, come si dice, non ha importanza. Fosse vero... È il ruolo che ci interessa e allora forse è il caso di dire che nonni si nasce. O non si diventa mai. Come documenta, credo, anche una recentissima sentenza della Corte di Cassazione. Un bimbo di tre anni, figlio di una donna ospite di una comunità terapeutica per tossicodipendenti e non riconosciuto dal padre, è stato accudito per tre mesi dalla nonna materna, finché il Tribunale per i minorenni lo ha dichiarato adottabile da un’altra famiglia «a causa dell’età inoltrata» della nonna. La quale non si è data per vinta e a forza di ricorsi è arrivata fino alla Cassazione, che dopo due anni ne ha riconosciuto le ragioni e la capacità di garantire al nipote lo stesso ruolo affettivo dei genitori inesistenti.

Non esiste limite temporale alla possibilità di amare. Picasso dipingeva ancora a 90 anni, Jean Guitton, morto a 98, continuava a scrivere di filosofia pochi mesi prima di andarsene. E volendo citare dei vegliardi di non strettissima attualità, valga il caso di Sofocle che, a 90 anni, trascinato in giudizio per una causa di interdizione intentata da un figlio, per difendersi lesse davanti ai giudici alcune parti di una tragedia che aveva appena finito di scrivere, l’«Edipo a Colono».
 

 

Secondo me: «262. UNA NUOVA FESTA. L'angelo custode chiamato nonno» - di Mina, La Stampa, Sabato 21 Maggio 2005
http://www.minamazzini.com/

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