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Mina
Aiuto! Il pericolo giallo si
riaffaccia. Con occhi a mandorla e cervello a pera cotta. Dopo il grande
successo ideologico e commerciale del traduttore dei versi dei cani, di cui
sentivamo una impellente necessità, oggi viene comunicato che è finalmente
pronta una macchina in grado di tradurre le lallazioni dei bambini. Un
progetto supportato dall'Agenzia governativa di scienze e tecnologia
giapponese ha cercato e, sembrerebbe, trovato il modo di comprendere i versi
dei bambini ad ipotetico vantaggio di mamme insoddisfatte del modo di
relazionarsi con i propri infanti. Il traduttore di vagiti dovrebbe
indirizzare il povero genitore nell'identificazione dei diversi desideri
male espressi dagli incapaci.
Boh! Credevo che i giapponesi non avessero tanto tempo da perdere. Questo
marchingegno deve sicuramente essere frutto della sezione “complicazioni
affari semplici”. Una orribile inutilità. Una devastazione di libertà.
Una oppressione di fantasia e naturalezza. I bambini non vogliono una
cosa piuttosto che un'altra. L'aver bisogno è premessa di tutta la faccenda.
Non una carezza o, in alternativa, un biscotto. Vogliono tutto, sempre.
Contenitori piccolini, ma solo in apparenza, sono in grado di ingerire,
senza fondo, quantità smisurate di nozioni e di trasformarle in
comprensione. Poi fanno innumerevoli tentativi di voglie.
La nostra intenzione di capirli è la vera, potente emozione della parentela
stretta. Ed è da subito, dalla prima ora, che inizia il dialogo d'amore che
ha quella componente di magia che rende il rapporto tanto normale quanto
miracoloso. L'unico viaggio prezioso e emozionante della nostra vita, il
solo che ci dà una ricchezza che non avrà mai fine, ma che, anzi, si
rinnoverà più gli anni avanzeranno nelle delusioni, nelle povertà d'animo,
nelle menzogne, nella grettezza. Oddio, mi vede, mi riconosce, mi sorride,
ha detto “nghe ... nghe”, ricorda la sua idea nei miei confronti e mi usa
per ciò che posso dargli, provando a testarmi in più ambiti. E il viaggio
continua, senza il bisogno di affidarsi a delle macchine, nell'illusione che
tutti, ma proprio tutti, i pezzetti di vita debbano essere supportati da un
chip o da qualche dispositivo che annulli la fatica dell'essere uomo.
Piuttosto, sarebbe assolutamente necessario un attrezzino che traducesse le
parole degli adulti. Quello sì. Mi sarebbe indispensabile. Non capisco, per
esempio, non capisco chi, col sorriso sulle labbra, ci vuole rassicurare sul
nostro futuro politico e fisico. Cosa vorrà dire? Cosa significa? Chi me lo
traduce?
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