Mina

260. Parole ed emozioni

Il fascino del libro la carta da salvare
 

 

Mina
 

Lo stesso destino. Autorevoli firme e cartoni per la pizza sono ugualmente calamitati dalla raccolta differenziata e destinati al trituraggio cartofago. L'arte del riciclo macina senza rispetto parole gonfie di pensiero e confezioni della pasta in cartoncino leggero. Tra la mortal carta solo al libro è garantito destino imperituro. Nessuna anima, per quanto bestiale, riserverà alla pagina stampata il triste finale di macerare nell'acqua per farne cartapesta per i carri di Viareggio. La forma ridotta del libro previene dalla tentazione di usarne le pagine per ritagliare un cartamodello per un tailleurino primaverile o per foderare vecchi bauli. Le parole lì depositate, quelle perenni e quelle pericolose, resisteranno, a dispetto di ogni inchiostro corrosivo o carta di cattiva qualità.

Resisteranno e saranno disponibili, pronte a rimbalzarti nell'anima, quando si decida di far tacere il mondo e godere di una sorta di specchio che permette di capire ciò che, senza libro, non avresti forse mai visto in te stesso. Ascoltare, lasciarsi trapassare dall'intelligenza dei grandi, capire come la vita scorre nei loro occhi e come poi cade nelle loro pagine. Attingere con emozione alle parole di poeti e romanzieri, create magari centinaia d'anni fa, con un'impressione di suggerimento presente, come talvolta non si prova neppure nei rapporti quotidiani. Ma se, come scriveva Cartesio, “la lettura di tutti i buoni libri è come la conversazione con gli uomini migliori dei secoli andati”, occorre abbassare le luci e far tacere gli schiamazzi. La conversazione richiede che il mondo all'intorno zittisca, che non vi siano interruzioni per i consigli per gli acquisti o per rispondere al telefono. Abbiamo costruito barriere contro le parole, ingombrando la vita di ammennicoli che rendono inattuabile la lettura. Atomizzando e frantumando il tempo, l'abbiamo trasformato in una scheggia veloce, dove è impensabile distendere gli attimi, lasciarli scorrere lenti e pazienti, per appoggiarvi sopra il godimento della lettura.

Occorre il coraggio di tornare ad essere quasi assorti, con un libro sotto gli occhi che conduce su una radura montana da cui il mondo appare sotto altre prospettive, di certo più ampie. Se volete, fate un giro al Lingotto tra il fruscio della carta e gli incontri letterari. Chiedo scusa se io, pur benedicendo l'ostinazione di chi ancora crede nei libri, preferisco ri-ri-rileggere i miei amati classici. Il che contiene un tantino di perversione. Ma anche di grande delizia.
 

 

Secondo me: «260. Parole ed emozioni: Il fascino del libro la carta da salvare» - di Mina, La Stampa, Sabato 7 Maggio 2005
http://www.minamazzini.com/

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