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Mina
Lo stesso destino. Autorevoli
firme e cartoni per la pizza sono ugualmente calamitati dalla raccolta
differenziata e destinati al trituraggio cartofago. L'arte del riciclo
macina senza rispetto parole gonfie di pensiero e confezioni della pasta in
cartoncino leggero. Tra la mortal carta solo al libro è garantito destino
imperituro. Nessuna anima, per quanto bestiale, riserverà alla pagina
stampata il triste finale di macerare nell'acqua per farne cartapesta per i
carri di Viareggio. La forma ridotta del libro previene dalla tentazione di
usarne le pagine per ritagliare un cartamodello per un tailleurino
primaverile o per foderare vecchi bauli. Le parole lì depositate, quelle
perenni e quelle pericolose, resisteranno, a dispetto di ogni inchiostro
corrosivo o carta di cattiva qualità.
Resisteranno e saranno disponibili, pronte a rimbalzarti nell'anima, quando
si decida di far tacere il mondo e godere di una sorta di specchio che
permette di capire ciò che, senza libro, non avresti forse mai visto in te
stesso. Ascoltare, lasciarsi trapassare dall'intelligenza dei grandi, capire
come la vita scorre nei loro occhi e come poi cade nelle loro pagine.
Attingere con emozione alle parole di poeti e romanzieri, create magari
centinaia d'anni fa, con un'impressione di suggerimento presente, come
talvolta non si prova neppure nei rapporti quotidiani. Ma se, come scriveva
Cartesio, “la lettura di tutti i buoni libri è come la conversazione con gli
uomini migliori dei secoli andati”, occorre abbassare le luci e far tacere
gli schiamazzi. La conversazione richiede che il mondo all'intorno zittisca,
che non vi siano interruzioni per i consigli per gli acquisti o per
rispondere al telefono. Abbiamo costruito barriere contro le parole,
ingombrando la vita di ammennicoli che rendono inattuabile la lettura.
Atomizzando e frantumando il tempo, l'abbiamo trasformato in una scheggia
veloce, dove è impensabile distendere gli attimi, lasciarli scorrere lenti e
pazienti, per appoggiarvi sopra il godimento della lettura.
Occorre il coraggio di tornare ad essere quasi assorti, con un libro sotto
gli occhi che conduce su una radura montana da cui il mondo appare sotto
altre prospettive, di certo più ampie. Se volete, fate un giro al Lingotto
tra il fruscio della carta e gli incontri letterari. Chiedo scusa se io, pur
benedicendo l'ostinazione di chi ancora crede nei libri, preferisco
ri-ri-rileggere i miei amati classici. Il che contiene un tantino di
perversione. Ma anche di grande delizia.
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