Mina

256. In classe fino a 18 anni:

SE L'OBBLIGO SCOLASTICO DIVENTASSE RETROATTIVO

 

 

Mina


Mi toccherà tornare a scuola per completare la quinta ragioneria. Sì perché, dimenticavo, il provvedimento governativo sull'obbligo scolastico ha effetto retroattivo. Volesse il cielo!

Tutti gli interrotti in schiera, con strumenti scolastici del loro ricordo, o comunque del loro passato, si presenteranno all'appello. Cartelle, cinghie per i libri, sussidiari, scartafacci, pennini lombardi, gomma pane, righe, quadretti, fogli di protocollo. Tutto rispunta dalla memoria e dalle soffitte a rigenerare discenti nelle solite scuole, inadatte da cinquant'anni a contenere e ad elargire ciò che dovrebbe essere istituzionalmente garantito: l'istruzione. Siccome non ci si riesce alle elementari e alle medie, allora proviamoci fino alla fine delle superiori. Le buone intenzioni, la malafede di ritorno, le illusioni, le nobilissime e agguerrite sirene elettorali picchiano il monotono e stonato tasto.

Si risveglia attonita e curiosa la signorina Antonioli, mia adorata professoressa di italiano. È soddisfatta, perché questa volta ci riuscirà a tenerci legati ai nostri banchi per un tempo lunghissimo. Disporrà di saecula saeculorum per inculcarci la voglia e il godimento per Dante, Leopardi e tutti gli altri giganti della nostra amazing letteratura. Ma lei, che non ha visto né Sessantotto né conati di riforme, si troverebbe un po' spaesata nel baillame della scuola che ha nell'azienda una gamba d'appoggio per essere al passo coi tempi. Insensibile alle sirene della videoscrittura, insisterebbe a infliggerci compiti da consegnare in bella grafia amanuense, Li chiama ancora "temi". Su fogli di protocollo, rigorosamente divisi a metà, ci chiederebbe, con un lieve imbarazzo, di elencare in rassegna la lirica d'amore, da Saffo a Sandro Penna. Le analisi testuali, che sminuzzano il gusto delle parole nel frullatore dello strutturalismo, non sa neppure dove stiano di casa. Anche se i ministri le richiedono all'esame finale. Lei è nata decenni prima di De Saussure e qualche millennio prima della scrittura funzionale, fatta solo per redigere curricula di lavoro.

Il ministro la obbligherà a frequentare qualche corso d'aggiornamento. Necessario per far fronte ad un'utenza (non si dice così, oggi?) allargata, poco avvezza alla scrittura in bella prosa e all'uso acconcio del punto e virgola. La signorina Antonioli, che è "ante", litteram e non solo, si siederà pur'ella sui banchi, e ascolterà qualche funzionario dissertare sulle teorie della didattica in un'epoca di istruzione non più elitaria. Lo farà, remissiva. Senza nulla pretendere.
 

 

Secondo me: «256. In classe fino a 18 anni: SE L'OBBLIGO SCOLASTICO DIVENTASSE RETROATTIVO» - di Mina, La Stampa, Sabato 26 Marzo 2005
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