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Mina
La fenomenologia è quella di un immediato respiro di sollievo cui segue la
nausea. Viene assestato un colpo ad un’organizzazione di venditori di
turismo sessuale. Che Dio li fulmini. Una buona operazione poliziesca,
qualche schifoso figliodiputtana smascherato. Come capita spesso,
soprattutto quando è più conveniente, ci viene dato in pasto uno stuzzichino
più che consolatorio. È evidente che, in questo momento, l’esploratissimo
target aveva bisogno di questo. Il grande rilievo dato alla notizia prevede
un risultato eclatante. Il cuore in pace, la coscienza chetata a costo zero.
Ci eravamo distratti con le compere di Natale e ci eravamo dimenticati che
nel mondo due milioni di bambini tra i 6 e i 15 anni vengono sfruttati
sessualmente. Per fortuna qualcuno veglia in vece nostra e ci informa
immediatamente dei successoni ottenuti nella bonifica di questa piaga.
La responsabile del settore turismo dell’Ecpat (onlus contro la
prostituzione minorile e la pedopornografia), Perla Goseco Savino, commenta
l’evento: “La notizia è arrivata come un macigno. Fino ad ora si pensava, o
meglio si sperava, che non esistessero tour operator che organizzavano
viaggi con tale scopo. A questo proposito la legge italiana parla molto
chiaro: chi organizza o promuove viaggi finalizzati allo sfruttamento
sessuale dei minori è punito con la reclusione da 6 a 12 anni e con una
multa da 15mila a 150mila euro”. Ah, beh, allora è tutto a posto.
Dopo il respirone la nausea. Magistrati, pm, poliziotti, gente che rischia
veramente, per intenderci, tutti in un’operazione complessa che raggiunge
l’obiettivo. Grazie. Ma poi?
Durante la conferenza-stampa, in cui si spiegava il torbido giro, si è
sentito: “La polizia federale interveniva identificando le giovani
prostitute. Nessun cliente è stato arrestato poiché nessuno di loro è stato
colto in flagranza di reato”. Nausea. La Savino rincara la dose: “Oltre ad
un maggiore monitoraggio sulle agenzie di viaggio, occorre studiare i
clienti per lavorare su un cambiamento culturale e porsi la domanda ‘perché
succede?’. La risposta è forse nella miseria, nella povertà”.
E mentre vomito, mi chiedo se non si tratti di uno scherzo. Sicuramente la
miseria c’entra qualcosa, se pensiamo alle piccole prostitute brasiliane. Ma
i clienti quale giustificazione hanno se non quella di essere spregevoli
maiali, fottuti impuniti e inconsapevoli ladri di vita?
È come se una sorta d’indistinzione morale cercasse di livellare tutto e di
spegnere ogni capacità di risentimento, ogni forza di reazione. Mai pensiamo
che quel bambino violato, quella ragazza usata potrebbero essere nostri
figli. L’eccesso di cinismo o l’indifferenziata ipnosi da cui ci siamo
lasciati sommergere hanno mortificato quel pensiero primo e originario che
si chiama umanità.
Molto bene. Ci risentiamo alla prossima meravigliosa e serenissima notizia.
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