Mina

241. Niente più “leva”:

ADDIO AL “MILITARE”. LA FINE DI UN DOVERE
 

 

 

Mina


Il ragionier Giustini ha l’aria più lieve. Aveva saputo che i commercianti del suo paese celebravano il prossimo Natale, tenendo aperti i negozi anche di domenica. Non aveva in mente la lista degli acquisti. Lui i regali, sempre gli stessi, li prepara sempre con almeno due mesi d’anticipo. Voleva solo uscire e girare per le strade per guardare le facce della gente. Per vedere quei volti che, per una impercettibile modificazione, sembrano più simili al suo volto, che non ha bisogno del Natale per guardare tutto con comprensione, amore, accettazione.

Ha rialzato il bavero del suo cappotto. La sera è già calata e il freddo è più pungente. E mentre il suo passo lo riaccompagna verso casa, si affievolisce il frastuono delle strade piene di gente. Cerca la chiave, rimugina contento all’idea che basta poco perché il mondo sia lieto. E sulle sue labbra questo pensiero si trasforma nel sorriso di un angelo. Rimane fermo di fronte all’uscio di casa per un tempo più lungo del necessario, per assaporare l’idea di un mondo felice, più che per rovistare nelle tasche alla ricerca della chiave. La voce di Bianca, la vicina di casa, lo richiama con fare gentile. Un saluto a breve distanza. Le mani della donna sono occupate da quattro o cinque borse di plastica. Il ragionier Giustini risponde al saluto a mezza bocca, per non perdere neppure un instante nell’andarle incontro. Senza dir nulla, si fa dare le borse e la accompagna per quelle poche decine di metri che rimangono prima della casa di lei. Sorride e pensa che è proprio bello non comprare niente, che è meglio avere le mani libere, per poter aiutare i vicini a portare i loro pacchetti.

Bianca non sa come ringraziarlo. Forse per sdebitarsi, si mette a raccontargli qualcosa che la rende particolarmente contenta. Suo figlio Giacomo ha avuto la conferma che non partirà per il servizio militare. È nato nel gennaio del 1986 e sarà uno dei primi a beneficiare della fine della leva obbligatoria.

Il ragionier Giustini ascolta, ma la sua mente lo riporta a quando si sottopose alla visita militare. Le armi non gli son mai piaciute. Fin da piccolo, quando i suoi compagni si divertivano a giocare coi fucili, lui costruiva cestini di vimini con i giunchi che trovava nei boschi vicino a casa. Che poi regalava a tutti gli abitanti del cortile dove viveva. Alla visita militare era stato scartato per insufficienza toracica, anche se lui, ligio a tutto, il servizio militare l’avrebbe fatto di sicuro, solo per il fatto che un dovere non si può, non si deve rifiutare.

Ripensa a quella visita e a quel torace che non si è mai ingrossato. Ma si tiene dentro tutto per sé, per non rovinare la gioia di Bianca e per pensare che il suo torace può anche essere insufficiente alla misura dei centimetri, ma che è gonfio di un bene che le parole non dicono.
 

 

Secondo me: «241. Niente più “leva”:  ADDIO AL “MILITARE”. LA FINE DI UN DOVERE» - di Mina, La Stampa, Sabato 11 Dicembre 2004
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