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Mina
Il ragionier Giustini sta tornando dal paesino dove è nato. È andato dalla
sartina, la signora Candida, la stessa che gli allungava i pantaloncini
quando cominciava a crescere. Veramente era sua madre che se ne occupava;
lui, però, doveva andare a provarli. Sì, andavano bene. Come andavano bene i
due vestiti, uno blu e uno spezzato che aveva appena fatto stringere. La
signora Candida era stata cortese e premurosa e aveva accettato di fare quel
lavoretto, anche se era ormai da tanto tempo che non cuciva più. Ma per il
figlio della Rosa aveva fatto volentieri uno strappo. E uno strappo l'aveva
fatto anche al momento del pagamento del conto. Aveva capito tutto e si era
fatta dare quel minimo che aveva calcolato non avrebbe imbarazzato il
ragionier Giustini e non l'avrebbe messo nella condizione di profondersi in
ringraziamenti. Certe donne del popolo hanno una grazia che non si impara.
Gli alberi erano gli stessi di quando era piccolo, mentre la corriera
sembrava andarsene da un luogo baciato da Dio. Come era stato felice da
piccolo! Si considerava un privilegiato per la sua infanzia soave, amorosa,
dolce. Quando un tramonto, un fiore, un panino col prosciutto, un tappo di
bottiglia, vinto giocando a sperlenghini, lo facevano sorridere. Quando non
conosceva neppure l'esistenza del denaro.
Adesso i soldi sembravano restringersi nelle tasche del ragionier Giustini,
sembravano diventare piccoli come quelli del Monopoli. E lui, pur facendo i
conti per bene, non se la cavava con quel benedetto euro. La puntigliosità
che aveva sempre espresso nel suo lavoro di diligente ragioniere l'aveva
applicata anche alla gestione delle sue spese ordinarie, già parche di
natura. Aveva provato a raggiungere quel supermercato dove i prezzi erano
bassi e adesso, addirittura, li avevano bloccati, ma era lontano. Troppo
lontano e gli andavano via troppi soldi nei mezzi. Insomma, non ne valeva la
pena.
I colleghi di lavoro gli consigliavano di acquistare negli outlet, di fare
shopping on-line, di comprare col leasing o col factoring. Ma a sentire
quelle astrusità anglofone, Giustini abbassava gli occhi e pensava al volto
sereno e familiare della panettiera sotto casa. Allora, piano piano, ha
cominciato a comprare meno carne, meno pasta, meno verdura. A quell'età
essere belli asciutti era tutta salute, pensava. Tutta salute.
Ma non si sentiva povero, non si era mai sentito povero. La sua ricchezza
era ben custodita nella scatola di latta con sopra le bandierine di tutto il
mondo. Ogni settimana qualche soldino. Ogni settimana. E alla fine
dell'anno, sotto Natale, faceva i conti. I suoi risparmi, tutti, erano per
il consueto regalo da lasciare sul davanzale della sua Fiamma Fuochini. Fare
economia, pensava, ha senso solo se è per un dono, per rendere gli occhi
della sua Fiamma più grandi e morbidi di stupore e più celestini di gioia.
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