Mina

222. Letteratura e show:

PER FORTUNA C'È IL SONDAGGIO
 

 

di Mina


Vedi? Leggiamo di più. Cioè, compriamo più libri. Ma non eravamo quelli che vedono la carta stampata come il demonio? Non è una vita che ci sgridano perché siamo fondamentalmente degli illetterati senza voglia di migliorarci, senza curiosità, senza alcun piacere per la lettura?

Un sondaggio, che mi aspetto che venga smentito da un momento all'altro, ci dice che lo scorso anno il cinquantatré per cento degli italiani "ha aperto almeno un libro", con un aumento dell'uno per cento rispetto al 2002. Il che è motivo sufficiente per far circolare un'agenzia di stampa che, con tono da piccolo trionfalismo e con forma che esprime massimo spregio per l'ortografia, ci dice (sic!) che gli "italiani leggono un pò di più". E così mi convinco che l'estensore dell'agenzia probabilmente appartiene a quella fetta di italiani che i libri li compra e magari li apre, ma solo per nascondere la foto dell'amante o il biglietto della lotteria.

Dati più o meno simili, e quindi ispirati al massimo dell'aleatorietà, ci erano stati presentati in tv quasi un mese fa. Era la sera in cui si assegnava il Premio Strega. Archiviati il garbo e l'intelligenza con cui, in trasmissioni sempre uguali a se stesse, Luciano Luisi presentava i libri della cinquina, intervistando autori e critici poco avvezzi ai microfoni e alle telecamere, ora la tv requisisce il Ninfeo di Villa Giulia, trasferisce le poltrone bianche di "Porta a porta" e imbastisce l'ennesimo salottaccio. E invece di dare spazio agli "amici della domenica", la giuria, che sono forse tra i pochissimi che leggono ancora almeno cinque libri all'anno, si snocciolano i dati degli ultimi sondaggi sul rapporto tra gli italiani e la lettura. Così comincia il balletto dei commenti. Gli italiani affermano di leggere veramente oppure confessano di voler leggere? Comprano i libri e poi li leggono? Non possono e non vogliono, oppure vogliono ma non possono? Si legge per cultura o per relax? Leggono più le casalinghe o gli idraulici? Uffa!

Sembra quasi che la tv, dovendosi scusare con i teleimbesuiti per aver deciso di trasmettere un evento culturale, debba trovare qualche mezzuccio per far ingoiare la pillola amara della letteratura. E così, per rendere il tutto meno indigesto, lo si camuffa, con cinica insensibilità, con un ridicolo e ridanciano spettacolino. Qualche presenza vippica ad ampie scollature, due politici di parti opposte a tutela della par condicio, un sondaggino con relativi commenti, e il servizio (pubblico) si sdebita nei confronti della letteratura.

Non si vede più chi ci dica come e perché aggirarsi tra librerie e gusti o chi ci faccia capire il fascino del navigare in un mare pressoché infinito di scoperte e di emozioni. Siamo condannati all'inutilità di chi pretende di fotografare la realtà con le percentuali. E allora cocchiamoci i sondaggi.

 

 

Secondo me: «222. Letteratura e show: PER FORTUNA C'È IL SONDAGGIO» - di Mina, La Stampa, 24 Luglio 2004
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