Mina

200. L’invasione dei robot:

ALMENO LA MUSICA LASCIATELA ALL’UOMO
 

 

di Mina



Gli avrei fatto indossare un bel fracchettino, una gardenia all’occhiello, scarpine lucidissime di vernice nera e poi l’avrei sbattuto giù dal più alto grattacielo giapponese. Si chiama Krio ed è il primo direttore d’orchestra artificiale. È l’ultimo robot umanoide costruito dalla Sony. Ha preso in mano la bacchetta e ha diretto nientemeno che l’orchestra filarmonica di Tokyo nella celebre Quinta sinfonia di Beethoven. L’appuntamento, al quale sono stata fiera di mancare, era fissato per sabato scorso. È stata la prima mondiale. E speriamo che sia stata anche l’ultima. Sì, perché mi sfugge il senso di operazioni di questo genere.

È alto 58 cm, poverino, e scandisce tempi, sulle prime del tutto improbabili, a professori d’orchestra dall’aria tra il perplesso e il disorientato. “Scusate, abbiamo sbagliato, riproviamo” e giù inchini di scusa da parte del “Maestro”, inappuntabile nella dizione con la sua voce sintetica. Sì, perché Krio parla anche, aiuto!

Il concerto è stato riservato ai bambini, che probabilmente non avranno fatto neanche una piega, abituati come sono ai videogiochi più ripidi e impervî. E poi, magari, non hanno mai visto un vero teatro, un vero concerto con un vero direttore d’orchestra. Come avranno capito la differenza? Perché la differenza è totale, profonda e assoluta.
L’uomo ci sta deludendo, sempre più definitivamente. L’uomo, decapitato dalla sua stessa mano, ci sta facendo correre verso l’annientamento, la distruzione. Alla malora. Sarebbe il caso di togliergli il libero arbitrio per palese incapacità del cuore e del cervello. E, quel che è peggio, l’uomo non si riconosce miserabile.

Però il robot no. La specie umana è sempre stata pazza e suicida, fin dall’inizio. Ma è pur sempre un miracolo. Cerchiamo di non sostituirla con della ferraglia che, alla lunga, ci può prendere la mano. Vi ricordate Hal 9000, in “2001: Odissea nello spazio”, il sofisticatissimo computer che si ribella agli ordini e causa la morte degli scienziati a bordo di un’astronave in viaggio per Giove? Sembrava un delirio irrealizzabile creato dalla mente di quella meraviglia che era il regista Stanley Kubrick. Invece no. Ci siamo, quasi. Confesso di cominciare a guardare con sospetto il frullatore, lo spremiagrumi e persino la lavastoviglie che si accende e si spegne da sola.

Lasciateci almeno la musica. La musica potrebbe salvare l’uomo. Herbert Von Karajan non è sintetizzabile, robotizzabile. La Sony assicura che quella del robot direttore d’orchestra non è altro che una tappa per il perfezionamento dell’intelligenza artificiale. Ma non sarebbe meglio occuparsi del perfezionamento dell’intelligenza umana?

Il rischio, quasi la certezza, è che Krio alla fine del concerto, girandosi per ricevere gli applausi del pubblico in sala, non abbia visto che una platea di suoi simili. Di robot spettatori che applaudono un robot direttore d’orchestra.
 

 

Secondo me: «200. L’invasione dei robot: ALMENO LA MUSICA LASCIATELA ALL’UOMO» - di Mina, La Stampa, Sabato 20 Marzo 2004
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