Mina

194 La Chiesa e i contraccettivi:

ANCHE “QUELL’ARMA” PER BATTERE L’AIDS
 

 

di Mina



Si è voluto aggiungere alle milioni di voci che da tutto il mondo, da tempo, chiedono con forza che si faccia qualcosa per il problema del costo delle medicine contro l’Aids. Sacrosanta decisione, sacrosanta autorevole sollecitazione, sacrosanta preghiera che, temo, non sortirà nessun effetto, neppure questa volta che è il Papa a chiedere.

I soldi sono meglio della morte, anzi della vita di milioni di persone che non hanno neppure da mangiare, e che figuriamoci se hanno la possibilità di comprarsi delle carissime medicine per cercare di non morire, di non lasciare i figli senza niente e nessuno. Con un cocktail di farmaci antiretrovirali del costo di 10-12 mila dollari all’anno si possono ottenere importanti risultati nella cura del morbo. Ma stiamo parlando di cure che sono del tutto fuori portata per chi vive, o per lo meno cerca di non morire, in paesi dove il reddito medio pro capite è inferiore ai 1000 dollari all’anno.

Ma in Occidente sibila un indifferente “chissenefrega”. I soldi sono meglio. I soldi che lavano le coscienze di quei povericristi, che Dio li perdoni, che non prendono neppure in considerazione la possibilità di dare, almeno all’Africa, le medicine salvavita a prezzi meno elevati.

E poi siamo maestri nella costruzione dei meccanismi per il lavaggio delle coscienze. Basta snocciolare una bella serie di “distinguo”.

E allora avanti ... il problema è più ampio della semplice disponibilità dei farmaci ... bisogna cambiare la cultura e la mentalità in un’Africa che diffonde l’Aids con la pratica della poligamia ... bisogna premere sui governi perché attuino politiche di prevenzione ... gli africani non sono capaci di applicare perfettamente le terapie che, tra l’altro, devono essere personalizzate ... addirittura vendono i farmaci al mercato nero, non appena stanno un po’ meglio.

E così, di “distinguo” in “distinguo”, si va tutti insieme, dritti filati, verso il baratro. A meno che, me lo si lasci dire, in tutta questa riluttanza ad intervenire drasticamente in favore dei paesi poveri che sprofondano nella morte, non giochi la convinzione non detta che la vita di un africano non valga la pena di essere aiutata ad uscire dalla tragedia.

E allora, di fronte ad un massacro, perché di massacro si tratta, per fermare la strage che sta mietendo milioni di vittime, è necessario ricorrere a quasiasi mezzo. È una guerra, Santità. E spesso nelle guerre si è costretti a usare delle armi considerate improprie. È una guerra e il preservativo potrebbe essere un inizio di soluzione. Capisco tutto, capisco la posizione della Chiesa in relazione a questo strumento, ma è una guerra, Santità. E Gesù stesso sta guardando giù e aspetta che l’uomo dia un segno della “immagine e somiglianza” con suo Padre.
 

 

Secondo me: «194. La Chiesa e i contraccettivi: ANCHE “QUELL’ARMA” PER BATTERE L’AIDS» - di Mina, La Stampa, Sabato 31 Gennaio 2004

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