Mina

192. Il tornado maldicenza:

SBATTI IL GOSSIP IN PRIMA PAGINA
 

 

di Mina


Un tornado. La calunnia non è un venticello, è un tornado. Che fa morti e feriti. E le sue conseguenze catastrofiche non cambiano un gran che, se la si esercita nelle forme apparentemente più gentili del pettegolezzo, del chiacchiericcio, del passaparola.
Da questo punto di vista, che cosa avranno mai da raccontarsi gli autorevoli relatori che si sono dati appuntamento, proprio oggi, a L’Aquila per un convegno nazionale sul valore della “sana maldicenza” nell’era della comunicazione integrata? Si annuncia, oltre alla presenza di Bruno Vespa, una dotta relazione di Francesco Cossiga.

La nobilitazione delle espressioni più basse dell’intelligenza umana è una stratosferica tentazione, cui è difficile sottrarsi. Soprattutto se, come dice il principe di Gossipolandia, Roberto D’Agostino, “il pettegolezzo per noi italiani è un’abitudine alla quale non possiamo rinunciare”. Sarà. Vorrà dire che io devo proprio essere dell’isola di Bula Bula, dove, come si sa, non esistono giornali, fotografi, tv. E dove alle brutture, alle schifezze, al pattume si riserva grandissimo disprezzo e pochissima comprensione.

Mi immagino la scena e gli argomenti. Si rivaluteranno le maldicenze di Svetonio, che faceva la storia degli imperatori romani dal buco della serratura dell’alcova. Lo si eleverà al rango di grande storico. Si ricorderà come molta parte della politica italiana del Rinascimento si sciorinava tra intrighi di palazzo e confabulose trame di cortigiani.

La dignità culturale (si fa per dire) del pettegolezzo è ormai un fatto sacrosanto, se se considera lo spazio debordante che al gossip viene riservato dall’universo mediatico. Anzi, anche la notizia neutra viene confezionata sensazionalisticamente, con la violenta aggressività dei titoli, con la logica pettegolistica da mercato rionale.

Il messaggio che passa è deprimente. Se pagine di giornali e servizi televisivi vengono dedicati alle preferenze sessuali dei reali inglesi, se un fidanzamento tra una starlette e un bomber del calcio rappresenta un piatto appetitoso, e se un rifidanzamento, con ovvi richiami alla Taylor e a Richard Burton, diventa un argomento irrefrenabile, che cosa dovrà fare la Mariuccia quando si trova sotto il casco della parrucchiera? E tra un “Sai, ho visto Tizia che passeggiava con Caio” e un “Ma non stava con Sempronio?”, lei e la Peppina rimpolperanno l’orda potente del popolo del gossip.

La questione si colloca sul livello della conoscenza. Dall’analisi seria e rigorosa siamo passati al “leggiadro” richiamo del buco della serratura. Lo diceva amaramente Gore Vidal:
“Nessuno più educa, perché educare vuol dire insegnare ai giovani cose che non conoscono ... Così al posto del dialogo socratico imperversa il pettegolezzo. Ma una vita non esaminata non vale la pena di essere vissuta”.
 

 

Secondo me: «192. Il tornado maldicenza: SBATTI IL GOSSIP IN PRIMA PAGINA» - di Mina, La Stampa, Sabato 10 gennaio 2004

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