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di Mina
Lieve sarà il Natale del ragionier Giustini. È già una settimana che sorride
di più. Ma non con l’aria di chi si scusa nel rendersi conto di provocare un
fastidio nella gente che avvicina. Il suo sorriso sembra quello di un angelo
che vede, capisce, sopporta, ama. Gli piace tanto il Natale perché gli
sembra che solo in questo periodo gli uomini gli assomiglino un po’ di più.
Gli appaiono più sereni, disponibili, affettuosi e lui crede che, guarda un
po’, abbiano subìto una modificazione. Sì, sono finalmente migliorati.
Beato sarà il Natale del ragionier Giustini. Una decina di giorni fa, mentre
rincasava dall’ufficio, in quella vietta stretta che porta a casa sua, vede
come un fagottino per terra. Si avvicina, si abbassa per guardare di che
cosa si tratti. Sente un lamentino piccolo e vede due occhi che sembrano
supplicare pietà. Fa due passi verso casa e il cagnolino lo segue. Ne fa
altri tre e la bestiolina continua ad andargli dietro. È proprio vero che
gli animali riconoscono le persone buone a prima vista. Fatto sta che i due,
da quel giorno, non si sono più lasciati. “Un cagnolino, che bello! Un
canetto tutto per me. Me lo deve aver mandato Babbo Natale. Lo chiamerò
Maurizio, come il mio compagno delle elementari, quello gentile e schivo,
quello che si preoccupava per me. Quello che prendeva le mie difese quando
gli altri mi prendevano in giro. Caro Maurizio, chissà dove sarà”.
Emozionante sarà il Natale del ragionier Giustini. Adesso ha qualcuno di cui
occuparsi, a cui confessare le sue piccole gioie. Su quel cagnolino col nome
di bambino, stretto fra le braccia come mai ha fatto con alcun essere umano,
farà risuonare i suoi batticuori, nell’attimo in cui si affaccerano alla
memoria i ricordi dei suoi Natali infantili. E nella liturgia del tirar
fuori dall’armadio gli stessi pacchettini dell’anno prima e di dieci anni
prima, gli sussurrerà all’orecchio il nome di colei a cui è destinato il
solo pacco pesante e gonfio. Gonfio come il suo cuore nel pronunciare quel
nome che ha conservato dentro di sé per la vita intera. Pesante come l’amore
puro e infiammato che è l’unico vero regalo che sa donare.
Silenzioso sarà il Natale del ragionier Giustini. È da quasi un mese che
rialza il bavero del suo cappotto un po’ sdrucito, l’unico che ha, mentre
torna dall’ufficio. Le strade sono cariche di rumori che si affievoliscono
soltanto man mano che il suo passo si avvicina alla viuzza di casa. Chiude
la porta e si lascia alle spalle il frastuono. Poi si abbandona nella
poltrona con il poggiatesta bianco fatto all’uncinetto e lì, con le palpebre
leggermente abbassate, si mette ad ascoltare il suo pensiero.
Le uniche parole che sente salirgli dal cuore dicono solo bellezze. Sono
parole di vita semplice e di speranza. Le sole che conosce. Quelle parole
non dette che si fermano sul limitare delle labbra. Le stesse parole che
faccio mie e che ripeto a ciascuno di voi. Che sia un buon Natale. Buon
Natale davvero.
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