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«Innamorarsi a comando» |
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di Mina Visto che devo rassegnarmi a tutto, mi becco anche questa. Ebbene sì, lo confesso: per più di quarant'anni ho cantato una truffa, sono stata un'abilissima mistificatrice nel raccontare in musica storie d'amore che non erano altro che palle. Ci sono certezze che possono crollare sotto i colpi di teorie che, soprattutto da oltreoceano, rimettono spesso in discussione i principi più sacrosanti e le convinzioni più radicate. Come quelle sull'amore. Il distruttore di certezze, stavolta, è un importante psicologo americano, che risponde al nome di Robert Epstein e che dirige la rivista «Psychology Today». Lo scorso anno aveva esposto la sua teoria, secondo la quale l'amore può essere costruito a tavolino. «Dobbiamo scegliere qualcuno con cui ci sia una compatibilità di base e con cui condividiamo una certa attrazione e poi fare un serio sforzo per imparare a desiderarlo. L'amore non ha niente di magico, non ci sono forze misteriose e coincidenze significative. È scienza, fatti nudi e crudi, oltre che duro lavoro. Con determinazione e impegno totale possiamo innamorarci tutti». Epstein aveva lanciato un appello per cercare una donna disposta a sottoporsi all'esperimento. Una volta individuata la preda, i due avrebbero dovuto frequentarsi per quattro mesi e insieme sarebbero stati sottoposti all'analisi di consultori e terapisti per approfondire la loro conoscenza. A quel punto sarebbe scattata la scintilla dell'amore. In una perfetta sincronia di tempi, Epstein approfitta del giorno di San Valentino per annunciare al mondo che la preda è stata scovata, tra oltre mille candidate, e che il contratto di innamoramento è stato regolarmente stipulato. Si attende a breve la pubblicazione del libro del secolo in cui si racconteranno i mirabolanti retroscena della cotta a comando. C'è una specie di sindrome da nuovismo obbligatorio. Sul sentimento più autentico e più antico del mondo pare che si debba per forza sdottorare una nuova teoria, se non si vuol correre il rischio di essere banali. E allora c'è chi tira in ballo le reazioni chimiche, chi la teoria sull'origine olfattiva dell'amore, chi annulla tutto, riducendolo ad un puro contratto. Tacciano gli psicologi che pretendono di frugare nel cuore dell'uomo; e tacciano pure gli scienziati. Se c'è qualcuno che può parlare d'amore sono solo, forse, i poeti. L'amore, o più semplicemente una storia d'amore, è un evento privato. L'amore, quello vero, è inutile da rappresentare spesso addirittura allo stesso amato. Dirlo, descriverlo, mostrarlo è sempre inadeguato. Sentirlo è sufficiente, non di più. Condividerlo è impossibile, così come duplicarlo. Averlo dentro, viverlo e morirne è la sua essenza definitiva. Quando arriva è duro e drammatico, al punto che ti strappa violentemente da quello che ti eri costruito e ti mette nella condizione di dover fare delle scelte definitive. Ma non puoi farci niente. Quando arriva è come un camion che ti prende in pieno e tu puoi soltanto morire. Accade, dunque è vero. Non c'è cosa più misteriosa, e quindi più autentica. Come è accaduto qualche giorno fa in un piccolo paese lombardo. Un'anziana signora è stata ricoverata in ospedale. Il marito ottantenne si è trovato solo e sperduto, per la prima volta nella vita. Ha tentato un suicidio calibrato ed ha chiamato il 113 per farsi ricoverare nello stesso ospedale dove stava la donna della sua vita. Accade, dunque è vero. Sembra un sillogismo, ma non lo è. Come diceva Chesterton: «L'aspetto più incredibile degli avvenimenti inspiegabili è che accadono». |
Società: «Innamorarsi a comando» - di Mina, La Stampa, Sabato 22 Febbraio 2003