Società
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"Si
può amare anche a 80 anni"
Che c'è di strano? Chi può
stupirsi di fronte ad una notizia come questa? A quale età dovrebbe
fermarsi l'amore, la passione per la propria indipendenza, e al tempo
stesso l'attaccamento ad un'altra persona? Senza amore, senza il
riconoscimento di questo bisogno che ci costituisce a livello di
essere, si muore.
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Mina
Che c'è di strano? Chi
può stupirsi di fronte ad una notizia come questa? A quale età
dovrebbe fermarsi l'amore, la passione per la propria indipendenza, e
al tempo stesso l'attaccamento ad un'altra persona?
Innanzitutto i fatti. Lui, Mario, è un ex alpino veronese, classe
1915. Lei, Angela, è una donna siciliana che si porta sulle spalle 78
anni di fiera bellezza. Entrambi vedovi, si conoscono alcuni anni fa
in una località di mare e dalla loro reciproca frequentazione nasce un
rapporto di stima, un legame di sincera attrazione. All'inizio
dell'estate decidono di fare il passo decisivo del matrimonio. Ma a
questo punto subentrano i figli, che cercano in tutti i modi di
intralciare il rapporto tra Mario e Angela. I quali fuggono in una
sorta di luna di miele sulla riviera romagnola. Al loro ritorno, altre
discussioni, minacce di reclusione in qualche casa di riposo,
reprimende fatte «per il loro bene». E di nuovo un'altra fuga.
Abbiamo costruito
una finta immagine della vecchiaia. Così come abbiamo riempito le
città di ospizi per anziani, ipocritamente ribattezzati «case di
riposo», con l'aggiunta di qualche nome vezzoso, come «Villa Fiorita».
E così la nostra buona coscienza si è collocata nella quiescente
tranquillità di aver risolto un «problema sociale». Ci siamo
dimenticati, però, che le persone depositate in un ospizio non sono
dei malati e neppure dei «problemi». Sono uomini, donne, memorie
storiche, accumuli di anni di vita che spesso si traducono in una
saggezza inimmaginabile. E soprattutto sono cuori che, forse,
anche a causa di una maggiore consapevolezza, sanno vivere i
sentimenti con la purezza di chi non ha altro da chiedere alla vita,
se non il bene dell'altro legato al proprio.
Due persone, sì, innanzitutto persone, gentili e sensibili come Angela
e Mario, ci dicono che la vita non è riducibile a schemi quantitativi.
Non è misurabile in anni o stagioni. E che l'amore non è prerogativa
esclusiva delle canzonette per adolescenti.
Non c'è limitazione a
questo bisogno profondo che rappresenta uno dei massimi segni della
grandezza dell'uomo. E senza amore, senza il riconoscimento di questo
bisogno che ci costituisce a livello di essere, si muore.
Le categorie, le consuetudini, le catalogazioni per età e soprattutto
i «Che cosa dirà la gente?» ce li siamo costruiti noi, con l'ipocrisia
di voler sistemare tutto nelle presunte certezze sociali. Severino
Boezio diceva:
«Ma quale norma può mai
costringere gli amanti? L'amore è in sé una legge più grande».
Lo so. Ci saranno pure le facili ironie di qualche ignorante che avrà
immaginato la quantità industriale di Viagra nella valigia di Mario.
Me ne scuso io per loro. Per affermare l'amore bisogna stare su un
altro terreno. Quello del proprio invincibile senso di dignità. Quello
dei gesti semplici e degli sguardi che non hanno bisogno di parole. Un
fiore per il vostro matrimonio, carissimi Angela e Mario! I vecchi non
esistono.
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