Società

Il futuro dentro al cuore di donna

Mina



Non si può più tornare indietro. Se fin dall'inizio fossero state le donne a prendere in mano le redini del gioco, probabilmente saremmo ancora all'età della pietra, perché non saremmo state in grado di elaborare progresso. La donna non avrebbe avuto il tempo materiale per produrre conoscenza, che è il motore che trasforma inevitabilmente la storia. In un mondo presieduto dallo specifico femminile, non ci sarebbe stato progresso scientifico, perché questo non trova la sua ragione principale nel mantenimento della specie, che avviene indipendentemente dalla condizione politica, sociale ed economica dell'ambito in cui la donna si trova immersa.


La donna crea per mantenere. La donna conserva, non distrugge. E il vantaggio di un mondo fatto solo di tenace salvaguardia dell'esistente sarebbe stato l'annullamento dell'idea stessa di guerra, perché non ci sarebbe stata nessuna ragione per farla. La donna non subisce le leggi della competizione, della lotta per il potere. La donna possiede la potenza e l'unico potere determinante, che è quello del generare. La donna, questa sconosciuta, bistrattata, rinnegata protagonista della storia, è l'unico motore della creazione. Per questo, forse, Dio è femmina. Non si può più tornare indietro. Dentro l'utopia di una storia che decide di fermarsi perché ha orrore di se stessa, la clonazione potrebbe essere utilizzata per generare solo femmine. Prendendo pezzetti di vita per costruire persone che sono consapevoli custodi della vita.


Oppure, in un colpo di genio di femminile tolleranza, si potrebbe spalancare un'altra ipotesi: concedere l'esistenza al maschio, ma svuotarlo della sua funzione di genitore. E così, completamente inutile al fine della riproduzione e ricondotto ad un'esistenza che dipenda solo da una scelta femminile, il maschio perderebbe l'arroganza. Non si può più tornare indietro. Certo, non avremmo le piramidi, gli aeroplani, le macchine, la penicillina, la televisione, il telefono, la luce elettrica, il riscaldamento e l'aria condizionata. Ma non avremmo nemmeno Caino, le Twin Towers e tutto quello che sta in mezzo. E, tanto meno, la clonazione. Non si può più tornare indietro. E allora è venuto il momento di un passaggio del testimone in un'ideale staffetta. Lasciamo gestire il progresso dalle donne. Finché la scienza rimarrà in mano all'uomo, sarà solo un prolungamento della sua volontà di potenza. La clonazione si trasformerà in una catena di montaggio. Lasciamo fare a chi la vita ce l'ha scritta nella radice di ogni gesto. La donna sa, per esperienza di carne, che l'essere umano non è semplicemente un agglomerato di cellule ben congegnato, una somma di Dna, organi, pompe idrauliche e circuiti elettrici.


Per un esperimento di clonazione occorrono una cinquantina di ovociti. Di inevitabile provenienza femminile. Questo sarà il nostro punto di forza. E, visto che non si può più tornare indietro, saremo noi a determinare il futuro. Certo, perché chi fornisce la materia prima ha in mano le redini della storia. Per tutti il futuro è lì, nascosto nelle pieghe del ventre femminile. E vicino al cuore.

Mina, La Stampa,  13 aprile 2002

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