Società

Dal mago per un sorriso

Mina



Ma non eravamo il popolo dei cinici, di quelli che non si fidano di nessuno, di chi guarda sempre tutto e tutti con aria di sospetto? Boh!


Ora, invece, mentre dilagano le inchieste su maghi e ciarlatani, esce allo scoperto un popolo sommerso, quello dei truffati. Quello fatto di migliaia di singoli, soli e spauriti, che cominciano a denunciare un mondo fatto di speranze, promesse, minacce, ricatti ed estorsioni.


Sgomberiamo subito il campo da equivoci. La magia, l’occultismo e tutto il paranormale sono un grande imbroglio. A volte i danni non si percepiscono.


Addirittura ci possono essere anche effetti benefici. Se una smazzata di tarocchi potesse aiutarci a capire se è meglio non strapazzarci il cuore pensando a quell’appetitoso postino che tutti i giorni passa sotto casa, o se invece val la pena di fare la figura della scema e chiedergli quanto costa un’affrancatura per Bogotà, potrebbe anche essere una forma di autoconvincimento.


Una sorta di effetto placebo della psiche, una buona medicina per risollevarci da stress e incazzature che covano nel fondo più serpentoso dell'animo umano. Ma il dramma è che tutto questo non è gratis.


La magia dei ciarlatani e dei truffatori è l’arte di convertire la superstizione in moneta sonante. E dietro l’angolo delle pozioni e dei tarocchi c'è la certezza pesante dell'inganno.


I dati sono impressionanti: tra veggenti, medium, chiromanti, occultisti, astrocartomanti, esperti di tarocchi, maghi e radioestesisti, con l’aggiunta di chi si spaccia per discendente di qualche faraone egizio, il giro d’affari, che coinvolge 10 milioni di italiani, raggiunge i 4000 miliardi all’anno.


C'è chi ha sborsato 30 milioni per farsi fare una pozione magica contro l'Aids. Se poi a tutto questo bello scenario di «fantasisti» col cappello a punta aggiungiamo le sette, la New o Next Age eccetera, il giro di soldi è ancora più impressionante.


Sarà forse una sorta di nuovo oppio dei popoli, uno stucchevole spiritualismo postmoderno, senza regole né dogmi, in cui si professa la fede nell'insostenibile leggerezza del tarocco, si divinizza il mago Otelma e ci si bea di improbabili mix di pozioni e spilloni.


Tutto al fine di poter comprare una finta felicità nel gran supermercato del miracolo, che in realtà è il miracolo del mercato, che fa felici soprattutto quelli che hanno avuto la preveggenza di fiutare il business.


Certo è che tutta questa salsa di paranormale e di truffe rivela un abisso di solitudine. Siamo soli come cani e per questo disposti a pagare pur di avere una briciola di felicità comprata dal primo consolatore che promette paradisi che non si realizzano mai.


Non abbiamo ancora imparato a costruire la vita nella fatica e nella speranza di ogni giorno, attaccati alla semplice e grandiosa essenzialità delle cose, nella dignità del nostro compito.


Per questo abbiamo bisogno di un’attenzione, di una consolazione, di una parola buona che ci faccia sopportare quello che abbiamo fuori e dentro di noi.


E, pur di ottenere una qualche considerazione, una pacca sulla spalla, un sorriso, siamo disposti a pagare. E a lasciarci squattrinare da delinquenti che minacciano disgrazie, sciagure e morti. Siamo messi proprio male. 

Mina, La Stampa,  23 febbraio 2002

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