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Mina
Chissà se il mestiere più antico
del mondo è quello della puttana o quello di andare a
puttane. Uovo o gallina. Dipende dai punti di vista. I
princìpi che informano il mercato della prostituzione sono
gli stessi che caratterizzano qualsiasi mercato, anche
quello della frutta. Domanda e offerta. I riti che regolano
le eterne repliche dello spettacolo della prostituzione sono
celebrati da due gruppi di attori. Prostitute e clienti.
Se lo spettacolo è osceno, dipende da tutti gli attori
attivi nella rappresentazione. Alcuni in macchina, alcuni a
piedi, alcuni che fanno domande, altri che rispondono. Chi
pretende, chi offre, chi contratta, chi esibisce, chi si
nasconde, chi fa una faccia accattivante, chi la fa cattiva,
chi compra o ruba. Nessuna regola etica in nessuno dei
partecipanti. Nessuna regola estetica.
Gli abbigliamenti delle passeggiatrici,
così simili a
quelli di subrettine di pomeriggi televisivi e di ladies
alle varie prime, sono «così trash, ma così trash che
sono quasi chic». Tanta goffaggine patetica nei tentativi
di anonimato di qualche finto curioso e autentico puttaniere.
Diamo una occhiata al backstage?
Un po' di bastardi
schiavisti, partner ignari, bambini incolpevoli e
inconsapevoli figli di tutti gli attori e degli spettatori
indignati. Intendo di quelli in macchina e di quelli a
piedi. Veramente un bel teatrino. Così elementare nelle sue
implicazioni che tutti se ne possono occupare. Vero
argomento da bar, come il calcio e i marziani. Politici di
tutte le parti, scienziati della sociologia e della
sessuologia, morbosi filosofi moralisti, religiosi di tutte
le religioni, mogli addolorate, bevitori di caffè, tutti a
parlare di prostituzione.
Qualcuno ne intravede i risvolti scenografico-panoramici
e
auspica sfondi più limpidi e stellati o paraventi di
velluto. Chi si occupa dell'aspetto sanitario non sa come
districarsi tra le accuse di razzismo e i cavilli della
privacy. Altri si buttano nella soluzione urbanistica
attribuendo alla viabilità ricostituita la decisiva
priorità.
Qualche coraggioso utopista vuole debellare lo schiavismo
senza fermare i mercanti, ma piuttosto accogliendo gli
schiavi e proteggendoli fino all'affrancatura. Velleitari e
ridicoli «psicologisti» invitano il mondo delle consorti a
una svolta fondamentale nella scelta della biancheria
intima.
Potrebbero essere tutte buone idee, ma nessuna da sola è
risolutiva. E intestardirsi per partito preso porterà
all'ennesimo insuccesso.
Lo sfondo di un eidophor passa scene di prostitute spavalde
che tentano appeal improbabili per appetiti comunque
probabilissimi, immagini di qualche targa e qualche faccia
coperte da mascherature vibranti e dietro un albero la
sgusciante figura di uno sfruttatore che controlla il suo
patrimonio. Davanti allo schermo incompetenti che urlano le
ragioni della propria proposta per la risoluzione dello
scandalo.
Se dobbiamo stabilire se lo spettacolo è osceno e,
soprattutto, dove realmente si trovi l'oscenità, sarà
meglio guardare non il marciapiede ma verso la strada dove i
nostri padri, i nostri fratelli, i nostri mariti, alla
patetica e trista ricerca di una rassicurazione, di una
conferma sulla loro forza di amatori, sprecano soldi e
dignità pagando quello che non potranno mai avere. Sì,
bisogna pulire le strade e, quando saranno pulite, non ci
sarà più bisogno di pulire i marciapiedi. Ci sono le
puttane e quelle che fanno la puttana. E spesso le puttane,
quelle vere, quelle d’animo, non sono donne.
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