Società

La vendetta della natura

Mina



Alla fine, la favola si è rotta. Per due settimane è sembrato che le leggi della natura fossero come sospese, potessero essere bloccate da una scelta di tenera mitezza. Ma poi la logica della normalità del branco ha posto fine a quella che, se non fosse reale, potrebbe essere una storia immaginata da Walt Disney.


Una leonessa del parco nazionale di Samburu, nel Nord del Kenya, si è trovata tra le zampe un cucciolo di antilope.
Invece di azzannarla, l’ha protetta e difesa, quasi adottandola.
E ha addirittura consentito alla madre naturale di continuare a nutrirla. Ma dopo due settimane di custodia la leonessa, che non aveva potuto cacciare, si è allontanata per andare a procurarsi del cibo. A quel punto è sopraggiunto un leone che si è avventato sull’antilope uccidendola. «Una vendetta», spiegano i ranger che hanno osservato la scena, una vendetta perché il leone si è limitato a uccidere l’antilope, senza cibarsene.


«Il lupo dimorerà insieme con l’agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un fanciullo li guiderà. La vacca e l’orsa pascoleranno insieme; si sdraieranno insieme i loro piccoli». Per due settimane questa non è stata solo una bella profezia. La favola si è avverata. Come già accadde negli Anni 30, quando divenne famoso il caso di Amala e Komala, due bambine indiane allevate da un branco di lupi e vissute per anni nella foresta. A dimostrazione che è possibile la convivenza che consente la conciliazione degli opposti.


Ogni cucciolo infonde un senso di tenerezza a cui è difficile resistere. Si tratta di un fatto naturale che caratterizza tutti i mammiferi, che avvertono un istinto di protezione nei confronti dei piccoli, di qualunque specie essi siano, e che sentono abbassarsi il loro tasso di aggressività di fronte a chi ha bisogno di protezione.
Ma, alla fine, la favola è stata spezzata. Si potrebbe discutere a lungo se la leonessa abbia voluto lanciare la propria sfida alla natura, che alla fine si è vendicata e l’ha punita. Forse. Ma forse la leonessa del Samburu Lodge ha espresso la vera essenza di cui è fatto ogni vivente. E la rottura dell’equilibrio non è venuta dal suo gesto, prolungato per due settimane, di vicinanza amorevole alla piccola antilope, ma dalla vendetta violenta e bestiale del leone. Se continueremo a credere che la vera natura sia quella predatrice, il leone l’avrà sempre vinta.


Vincerà il lupo che sbrana l’agnello solo perché gli ha intorbidito l’acqua di cui si stavano abbeverando. Vincerà il leone che froda i compagni di caccia della loro parte. E l’amore gratuito sarà sempre destinato ad essere relegato nelle favole a lieto fine. Belle, consolanti, ma assolutamente finte.

Mina, La Stampa,  12 gennaio 2002

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