Galatro
ed i suoi
Poeti:

Sac. Rocco Distilo


A vent'anni dalla morte:

Ricordando Don Rocco Distilo

di  Michele Scozzarra



Sono  passati  vent'anni. Il 2 agosto del  1973,  Don  Rocco Distilo   moriva  improvvisamente  a  Galatro:  in   quel   caldo pomeriggio di agosto, quando le sorelle andarono a svegliarlo dal sonno pomeridiano, lo trovarono morto.


Ricordo  ancora lo sgomento di quei momenti... e lo  ricordo bene, perché‚ io ero uno dei chierichetti di don Rocco, lo seguivo passo passo, e la sua morte mi ha turbato non poco: era il  "mio" prete, il prete della mia infanzia, al quale erano legati tutti  i miei ricordi collegati alla Chiesa, ed alla Chiesetta del Carmine in particolare.


Per  questo,  nel  ricordare don Rocco,  voglio  evitare  di cadere nella fredda commemorazione, e provo anche una certa paura nello  scrivere  di lui, non volendo sciupare con  le  mie  tappe cronologiche,  il  caro ricordo di una presenza amica che  mi  ha accompagnato fino al giorno della sua morte.


Don  Rocco  Distilo è nato a Galatro, da  Domenico  e  Maria Annunziata  Zito,  l'11 novembre 1908. Ha frequentato  le  scuole elementari  a  Galatro e, nell'anno scolastico 1923/24,  entra  nel Seminario  vescovile di Mileto, dove frequenta i cinque  anni  di ginnasio  e ottiene la licenza con la media del 10. A  Catanzaro, presso il Seminario  teologico  Pio  X, frequenta il liceo filosofico e ottiene la licenza liceale con 10 e lode.


Doveva  frequentare  il  corso  di  teologia  nello stesso Seminario, ma ha dovuto interrompere gli studi perché‚ chiamato  a fare il militare. Svolge  il  servizio  presso   il   Comando distrettuale  di  Ascoli  Piceno, dove sta  al  fianco  del  Col. Francesco  Pancrazio,  il  quale conosciute  le  doti  morali  ed intellettuali  di don Rocco, gli ha fatto un elogio che  è  stato pubblicato sul "Giornale del Soldato".


Nell'anno 1933, ottenuto il congedo, andò a Firenze,  presso il  Collegio  alla  Querce di San Domenico di  Fiesole,  dove  ha frequentato  i  primi  tre  anni di  Teologia.  Il  quarto  anno, l'ultimo,  per volere di Mons. D. Paolo Albero, al tempo  Vescovo di  Mileto, l'ha  frequentato a Catanzaro,  presso  il  Seminario teologico Pio X.


Il  1  agosto 1937 viene ordinato sacerdote.  Il  1  ottobre dello  stesso anno viene mandato quale parroco a  Feroleto  della Chiesa,  dove svolge il suo apostolato per ben 17 anni.


Nel  1954 gli  viene  affidata la Parrocchia di Maria SS.  delle  Grazie  a Monsoreto,  e  qui resta per sei anni.


Nel 1961,  viene  nominato Arciprete della Parrocchia di San Nicola in Galatro, ove esercita la sua missione fino alla morte.


Ma, oltre questi riferimenti biografici, posso dire di  aver conosciuto bene don Rocco, solo da grande, dopo aver letto i suoi scritti,   nei   quali   ne  ho   scoperto   l'intelligenza,   il temperamento, la sensibilità e la fede.


Don  Rocco era dotato di una invidiabile cultura  filosofico letteraria,  scrisse  tanti articoli su molte riviste,  ha  avuto dispute  filosofiche  con  filosofi  di  grande  fama  e  scrisse moltissime poesie in lingua ed in vernacolo.


Dai suoi scritti, da "Prime luci nella valle" a "Di sentiero in sentiero", da "Uno è l'amore" a "Giornate di sole" (pubblicato nel  1981, quando è stata intitolata al suo nome la Scuola  Media Statale di Galatro), risalta la preoccupazione fondamentale di don Rocco, cioè quella di fare della Chiesa il punto di riferimento dei suoi giudizi, non rinunciando a giudicare nessun avvenimento,  piccolo o  grande  che  fosse, da un punto di vista della  vita  e  della realtà cristiana.


Don  Rocco ha avuto molte onorificenze e moltissimi  critici hanno  parlato  di lui. E' stato anche un suonatore di  organo  e pianoforte  ed  ha  composto diversi inni  sacri  e  tante  opere musicali.  Ma, soprattutto, è stato un predicatore di gran  fama: moltissimi sono i panegirici tenuti nei vari paesi della Calabria in occasione delle feste religiose.


Sono passati vent'anni da quel 2 agosto del 1973: le sorelle non  hanno  toccato niente nella sua stanza, ancora oggi  è  così come  l'ha lasciata don Rocco, in quel caldo pomeriggio di  venti anni  fa. 


Ed io che ho avuto modo di apprezzare le tante  qualità di  questo figlio della nostra Calabria innamorato della  Chiesa, ancora  oggi,  ogni  qual volta mi ritrovo a  guardare  verso  la finestra  della  sua  stanza, mi sembra ancora  di  vederlo,  con l'immancabile  sigaretta  in mano, il colletto slacciato  per  il sudore... e mi sembra ancora di udire il suono maestoso del pianoforte.


Ma  don  Rocco  non c'è più, ora non vive  più  tra  le  sue stanze,  ma vive nella gloria di Dio, dove è stato accolto  dalla Madonna  che ha tanto amato e predicato, dai suoi  genitori,  dai suoi parrocchiani, dai suoi amici...


E  sono  sicuro  che, da lassù, guarda anche a  noi  che  ci ricordiamo di lui


E intercede per noi... 

di Michele Scozzarra
Proposte, Agosto 1993

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