Crocifisso


 

IPOCRISIE: Hanno trasformato il Crocifisso in un baluardo politico. Peccato

A CHE PREZZO GESÙ RESTA APPESO AL MURO

 

Adesso che il mondo intero, lo vuole onorato e appeso al muro, da meschino e indegno credente, dico: non a questo prezzo. Non al prezzo di in filargli un altro chiodo dentro le ossa, non al prezzo di spolparlo. Grazie, già fatto duemila anni fa.
 

 

di Renato Farina


Un giudice ha di nuovo deciso sulla crocifissione di Gesù. Ne ha già avuti abbastanza: Ponzio Pilato e il Sinedrio, oltre che la piazza. E' scandaloso che sia la magistratura a decidere di faccende un po' più grandi di una pretura di provincia.

Se poi un musulmano pretende di eliminare il crocifisso, usando contro di noi l'idea di libertà religiosa che i Paesi islamici calpestano orrendamente, allora lo scandalo è al quadrato.

E si giustifica la ribellione dei capi politici, per una volta sostenuti dalla grandissima maggioranza del popolo italiano, contro questa truffa morale. Però. Adesso ci sono dei però. E sono contro. Adesso che anche il presidente Ciampi si è pronunciato ottimamente, ed il Crocifisso resterà sicuramente appeso sulle pareti di aule e tribunali, e siamo contenti tutti perché ci si è sollevati contro la duplice arroganza togata e islamica. Adesso vorrei l'avessero tolto sul serio.

Perché il prezzo che sta pagando questo povero Gesù per restare esposto nudo e sanguinante dinanzi ad alunni e professori, è di non essere più se stesso, di diventare muto, in fondo insignificante, trasformato addirittura in sigillo dello Stato laico, al posto dello stellone dei timbri del catasto, oppure eletto a testimonial dei " valori occidentali".

Valeva la pena per lui la fatica di nascere in una grotta, essere flagellato, inchiodato e morire, per essere trattato come il garante dei cazzi nostri? E mi si scusi questo linguaggio poco liturgico, ma di meno sarebbe un eufemismo. Adesso che il mondo intero, tranne l'onesto e coerente Pannella (e Gian Enrico Rusconi), lo vuole onorato e appeso al muro, io dopo aver ringraziato, da meschino e indegno credente, dico: non a questo prezzo. Non al prezzo di in filargli un altro chiodo dentro le ossa, non al prezzo di spolparlo. Grazie, già fatto duemila anni fa.

Le motivazioni sostenute da tutti i politici e purtroppo anche dai vescovi e dai preti, per difendere il ritratto pubblico del Dio-Uomo morente, sono assai ragionevoli.

È lui il collante della nazione. I più furibondi in questa affermazione sono i laici militanti. La prima è stata Oriana Fallaci, dopo l'11 settembre, a dichiararsi atea, e insieme a riconoscere le campane e persino l'incenso come parte della sua identità. Aggiunse: identità cattolica. Ribadì: non ci credo. Ora molti altri riconoscono che la nostra forma dell'animo, i famosi valori e tra essi quello della libertà dell'individuo, nascono storicamente da quel Galileo. Ma se questo è vero, guai a cristallizzarlo in una cosa già saputa, non si può metterlo in bacheca come un reperto glorioso.

La pretesa di Cristo è dì essere ancora vivo, di turbare ancora.

Ce ne ha parlato la nonna, ci portava il venerdì santo a baciare quel crocefisso in una chiesa dove Gesù si offriva alle nostre carezze con una barba vera e ispida.

La morte di Cristo come livida realtà, la gola gli si strozzava per la sete. Non era una faccenda statale, ma una vicenda che impone di decidere: chi è quest'uomo? Invece ora niente. Cristo è lì, ma non dice niente, al massimo serve per farci sapere: Dio è con noi. Lo Stato vota l'aborto? Perfetto, lo facciamo in nome di Cristo difensore dei valori dell'Occidente.

Umberto Bossi oggi si dichiara " cattolico tradizionalista' . In che senso? Nel senso che è il cemento di un'ideologia cristianoide? Sei anni fa professava la fede nel Dio Po, detto più confidenzialmente Eridanio. Ora Gesù chi è, il figlio di Eridanio o suo fratello ? Perché giocare cosi con il Mistero? Uno può non crederci, additarlo come nemico. Ma per favore non se ne impossessi nessuno come se fosse una cosa morta e imbalsamata, utile per la propria politica, magari persino giusta.

Quasi quasi adesso preferisco Adel Smith. Almeno lui sa chi è, questo Crocifisso. È un nemico, un cadaverino odioso. Lo prende sul serio, non lo vuole tra i piedi. Ma questi che adesso lo difendono, e non se ne fanno nulla della sua pretesa di essere Dio, e lo riducono a sintesi etica di quello che loro già praticano, trasformandolo da uno che li guarda dicendo: vuoi seguirmi?, in un tale che serve a difendere i propri privilegi di occidentali pasciuti: questo per favore no.

Gesù è oro fuso, che brucia la lingua e purifica, uno pieno di esigenze, eppure buono. Non si può trasformare l'oro nel bronzo sordo di una corazza. Per favore no.
Gesù Cristo come mero simbolo dell'Occidente, il Crocifisso come baluardo politico? Appendete la foto di Ciampi, magari persino quella di Bush: ed io apprezzo molto entrambi; se poi un giorno dovessimo applicare ai muri pure il ritratto di Berlusconi, meglio ancora. Ma il Nazareno è unico, una persona, non un simbolo. Come, simbolo va bene il monogramma della Crocerossa. Ma il Crocifìsso non è l'incrocio di due segmenti ad angolo retto per il comodo dell'Occidente.

Ci guarda, bisogna rispondergli. Per amare l'Occidente bastano il vino e la coca cola.
 

 

Crocifisso: «IPOCRISIE: Hanno trasformato il Crocifisso in un baluardo politico. Peccato. A CHE PREZZO GESÙ RESTA APPESO AL MURO», di Renato Farina, Libero 28.10.2003

 

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