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di Renato Farina
Un giudice ha di nuovo deciso sulla crocifissione di Gesù. Ne ha già avuti
abbastanza: Ponzio Pilato e il Sinedrio, oltre che la piazza. E' scandaloso
che sia la magistratura a decidere di faccende un po' più grandi di una
pretura di provincia.
Se poi un musulmano pretende di eliminare il crocifisso, usando contro di
noi l'idea di libertà religiosa che i Paesi islamici calpestano
orrendamente, allora lo scandalo è al quadrato.
E si giustifica la ribellione dei capi politici, per una volta sostenuti
dalla grandissima maggioranza del popolo italiano, contro questa truffa
morale. Però. Adesso ci sono dei però. E sono contro. Adesso che anche il
presidente Ciampi si è pronunciato ottimamente, ed il Crocifisso resterà
sicuramente appeso sulle pareti di aule e tribunali, e siamo contenti tutti
perché ci si è sollevati contro la duplice arroganza togata e islamica.
Adesso vorrei l'avessero tolto sul serio.
Perché il prezzo che sta pagando questo povero Gesù per restare esposto nudo
e sanguinante dinanzi ad alunni e professori, è di non essere più se stesso,
di diventare muto, in fondo insignificante, trasformato addirittura in
sigillo dello Stato laico, al posto dello stellone dei timbri del catasto,
oppure eletto a testimonial dei " valori occidentali".
Valeva la pena per lui la fatica di nascere in una grotta, essere
flagellato, inchiodato e morire, per essere trattato come il garante dei
cazzi nostri? E mi si scusi questo linguaggio poco liturgico, ma di meno
sarebbe un eufemismo. Adesso che il mondo intero, tranne l'onesto e coerente
Pannella (e Gian Enrico Rusconi), lo vuole onorato e appeso al muro, io dopo
aver ringraziato, da meschino e indegno credente, dico: non a questo prezzo.
Non al prezzo di in filargli un altro chiodo dentro le ossa, non al prezzo
di spolparlo. Grazie, già fatto duemila anni fa.
Le motivazioni sostenute da tutti i politici e purtroppo anche dai vescovi e
dai preti, per difendere il ritratto pubblico del Dio-Uomo morente, sono
assai ragionevoli.
È lui il collante della nazione. I più furibondi in questa affermazione sono
i laici militanti. La prima è stata Oriana Fallaci, dopo l'11 settembre, a
dichiararsi atea, e insieme a riconoscere le campane e persino l'incenso
come parte della sua identità. Aggiunse: identità cattolica. Ribadì: non ci
credo. Ora molti altri riconoscono che la nostra forma dell'animo, i famosi
valori e tra essi quello della libertà dell'individuo, nascono storicamente
da quel Galileo. Ma se questo è vero, guai a cristallizzarlo in una cosa già
saputa, non si può metterlo in bacheca come un reperto glorioso.
La pretesa di Cristo è dì essere ancora vivo, di turbare ancora.
Ce ne ha parlato la nonna, ci portava il venerdì santo a baciare quel
crocefisso in una chiesa dove Gesù si offriva alle nostre carezze con una
barba vera e ispida.
La morte di Cristo come livida realtà, la gola gli si strozzava per la sete.
Non era una faccenda statale, ma una vicenda che impone di decidere: chi è
quest'uomo? Invece ora niente. Cristo è lì, ma non dice niente, al massimo
serve per farci sapere: Dio è con noi. Lo Stato vota l'aborto? Perfetto, lo
facciamo in nome di Cristo difensore dei valori dell'Occidente.
Umberto Bossi oggi si dichiara " cattolico tradizionalista' . In che senso?
Nel senso che è il cemento di un'ideologia cristianoide? Sei anni fa
professava la fede nel Dio Po, detto più confidenzialmente Eridanio. Ora
Gesù chi è, il figlio di Eridanio o suo fratello ? Perché giocare cosi con
il Mistero? Uno può non crederci, additarlo come nemico. Ma per favore non
se ne impossessi nessuno come se fosse una cosa morta e imbalsamata, utile
per la propria politica, magari persino giusta.
Quasi quasi adesso preferisco Adel Smith. Almeno lui sa chi è, questo
Crocifisso. È un nemico, un cadaverino odioso. Lo prende sul serio, non lo
vuole tra i piedi. Ma questi che adesso lo difendono, e non se ne fanno
nulla della sua pretesa di essere Dio, e lo riducono a sintesi etica di
quello che loro già praticano, trasformandolo da uno che li guarda dicendo:
vuoi seguirmi?, in un tale che serve a difendere i propri privilegi di
occidentali pasciuti: questo per favore no.
Gesù è oro fuso, che brucia la lingua e purifica, uno pieno di esigenze,
eppure buono. Non si può trasformare l'oro nel bronzo sordo di una corazza.
Per favore no.
Gesù Cristo come mero simbolo dell'Occidente, il Crocifisso come baluardo
politico? Appendete la foto di Ciampi, magari persino quella di Bush: ed io
apprezzo molto entrambi; se poi un giorno dovessimo applicare ai muri pure
il ritratto di Berlusconi, meglio ancora. Ma il Nazareno è unico, una
persona, non un simbolo. Come, simbolo va bene il monogramma della
Crocerossa. Ma il Crocifìsso non è l'incrocio di due segmenti ad angolo
retto per il comodo dell'Occidente.
Ci guarda, bisogna rispondergli. Per amare l'Occidente bastano il vino e la
coca cola.
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