Silenzio sul Gulag
Se il comunismo è
davvero morto e sepolto, come mai non abbiamo ancora visto
l’equivalente sovietico di Schindler list? Il libro della Applebaum
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di Newbury Richard
Gli impulsi edipici parricidi
di Jean Jacques Rosseau lo portarono a trasformare il Peccato
Originale di suo padre pastore protestante svizzero in una Virtù Originale -
cosa peraltro smentita dalle personali e scandalose Confessioni del figlio.
Il filosofo proclamava che «l’uomo è nato libero e dappertutto è in catene».
Quando lui e tutti i successivi Robespierre scoprirono che l’uomo in uno
stato libero e rivoluzionario non era sempre “per natura” fraterno e giusto,
risultò necessaria o la sua fucilazione o la sua rieducazione con catene più
efficienti. Questa liberazione forzata fu imposta, da Napoleone in poi, da
uno Stato sempre più sovrano e dalle forze armate. Tale aberrazione non era
l’inevitabile fattore concomitante di libertà e progresso. Le rivoluzioni
anglosassoni del 1640, del 1688 e del 1776 stabilirono il contratto
lockiano secondo cui «l’unico modo in cui ciascuno possa privarsi della
propria naturale libertà e assumersi i vincoli della società civile è
l’accordo con gli altri uomini di raccogliersi e unirsi in comunità… Il
grande e sommo fine, dunque, di uomini che si uniscono in comunità e che si
sottomettono ad un governo, è quello di preservare la proprietà». Per
Locke, la proprietà fondamentale dell’uomo è il suo corpo. I coloni
americani dichiararono di «tenere questa verità di per sè evidente» - una
questione di scelta in un mercato libero - mentre la felicità veniva
definita un’ambizione personale da cercare e non un’imposizione attuata
dalla società. La guerra fredda è stata combattuta fra le estrapolazioni di
queste due concezioni del mondo. Tutte le società del XX secolo hanno visto
l’introduzione del Fordismo, lo slittamento del lavoro
dall’agricoltura all’industria e alla meccanizzazione della produzione
alimentare. In Occidente questo processo ha dato origine, attraverso indubbi
traumi sociali (vedi Furore di John Steinbeck), alle più
ricche società che si siano mai viste al mondo. Nell’Unione Sovietica e nei
suoi satelliti, invece, esso ha prodotto una Russia tipo Zaire armato di
nucleare con il Pil dei Paesi Bassi e governata da un colonnello della
polizia segreta. Infatti quest’ultimo, nell’anniversario della fondazione
della Ceka (polizia segreta sovietica, ndr) ha dedicato una targa a Yuri
Andropov, ambasciatore sovietico a Budapest nel 1956, capo del Kgb nonché il
leader post-stalinista più repressivo. Il modello sovietico implicava il
terrore piuttosto che l’incentivazione. Dato che “ogni proprietà è
furto”, lo Stato semplicemente rubava tutto quanto, così da assicurarsi che
nessun cittadino corresse il pericolo di commettere il gravissimo crimine di
accumulare un surplus per sviluppare un mercato finanziario. Il risultato fu
il lavoro forzato del gulag, attraverso cui passarono fra il 1929 e il 1953
18milioni di russi, il 25% dei quali vi morirono. Al suo culmine, nell’anno
della morte di Stalin, c’erano due milioni e mezzo di detenuti che
consumavano il 9% del budget russo e il piano quinquennale del 1951-1955
calcolò un aumento di spese del 100%. La follia del sistema rispecchiava la
follia del modello sovietico. Esso richiedeva 2,3 miliardi di rubli di
sussidio statale e la sua produttività del 32% implicava che il Mvd
(ministero degli Interni, ndr) ammettesse - ma non davanti a Stalin - che se
il 50% della forza lavoro schiava fosse stata salariata, ciò avrebbe
aumentato la produttività del 200%. Molte delle linee ferroviarie costruite
non sono mai state usate mentre il canale del Mar Bianco, costato la vita a
circa 25mila di quei 150mila che l’hanno costruita, viene attraversato da
due navi alla settimana. Queste opere sono state costruite a mano con
attrezzi improvvisati per esempio da donne con ancora addosso i vestiti di
seta con cui erano state arrestate. Il Gulag di Anne Applebaum
ne è un’implacabile e atroce descrizione, il cui dettaglio minuziosamente
ricercato fra le memorie mostra cosa significhi veramente “governo del
terrore” e perché in Occidente avevamo ragione a rischiare e spendere così
tanto - 5mila miliardi di dollari - per combattere e vincere la Guerra
fredda. Tuttavia il suo proposito non è “così che possa non succedere più”,
ma far capire a noi stessi che accadrà ancora così come sarebbe accaduto se
i sovietici avessero avuto successo nei loro piani - oggi chiari per tutti -
di occupare l’Europa occidentale. Aiutati indubbiamente dagli “utili idioti”
della “piazza europea” che celebrano la loro libertà inneggiando alle gioie
del totalitarismo e all’uguaglianza della schiavitù. |
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Comunismo: «Silenzio sul Gulag», di Newbury Richard, Tempi, Numero: 24 - 12 Giugno 2003 |