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Rino Cammilleri
L’antidoto di oggi è riservato a voi, cari lettori. Vi sarete accorti che le
mie risposte alle vostre mail sono stringate. Ciò per diversi motivi: uno,
per conservare lo stile degli Antidoti, quasi mai prolissi (sono convinto
che a buon intenditor poche parole bastano e avanzano); due, sono
personalmente sintetico, cosa che mi impedisce di pubblicare lenzuolate sui
giornali cui collaboro e mi costringe altresì a pubblicare poco sugli
stessi, giacchè quando non ho niente da dire sto zitto (a differenza di
troppi colleghi); tre, i chiacchieroni mi infastidiscono, li stimo
complessati e superbi, perciò obbedisco al Vangelo che consiglia di parlare
poco; quattro, grazie a Dio siete così tanti che non posso passare le notti
a corrispondere, solo la brevità mi consente di rispondere a tutti.
Ora, accade ogni tanto che, tra voi, ci sia, ahimè, a) il petulante, b) il
permaloso, c) l’ipersuscettibile, d) quello che vuole avere l’ultima parola
e che ucciderebbe la madre pur di averla, e) l’infiltrato che vuol vedere
fino a che punto arrivo (e che ha un sacco di tempo da perdere al computer),
f) quello che mi apprezza, sì, ma stavolta non è d’accordo perché magari gli
ho inavvertitamente pestato l’orticello e così diventa urtante e poi
maleducato. Ed è incredibile l’inezia del dettaglio a cui certuni si
avvinghiano (per esempio, è sconcertante scoprire quanta gente odia fino al
sangue la prospettiva di un ponte a Messina: misteri del cuore umano).
Ovviamente, a costoro lascio la soddisfazione dell’ultima parola, nel senso
che non rispondo più. Perché negare il piacere agli onanisti dei puntini
sugli “i”? C’è chi va a letto beato al pensiero di avermi dato il fatto mio,
magari lezioni di cattolicesimo; e chi sono io per negargli questa miserrima
beatitudine in una vita altrimenti avara? Solo, mi chiedo: ma perché diavolo
si iscrivono agli Antidoti? Mah. Vi prego, dunque, di far sapere agli
adoratori del battibecco di vostra conoscenza che il tempo è prezioso, e non
vale la pena di sprecarlo per «darmi una lezione». Ultima cosa: ogni tanto
qualche lettore mi avvisa di siti islamico-anarchici che, bontà loro,
esibiscono la mia foto con corredo di parecchie pagine tese a dimostrare che
i «cristianisti» (così ci chiamano) falsificano la storia.
Ecco altri che hanno un sacco di tempo da buttare gratis. Beh, è roba
vecchia di anni e anni, ma è giusto che voi, miei affezionati, sappiate di
cosa si tratta. Parecchi anni fa un piccolissimo editore milanese mi assediò
a lungo per avere qualcosa di mio da pubblicare. Alla fine, stremato, gli
diedi delle pagine che avevo tirato giù a tempo perso (all’epoca ne avevo),
a memoria e senza consultare testi. Ne uscì un manualetto di revisionismo “à
la carte” per liceali, strutturato come una specia di conversazione a tavola
ma con l’avvertenza di affiancarsi al normale manuale scolastico di storia.
Date le dimensioni pocket e lo stile colloquiale, quel «Fregati dalla
scuola» (così fu intitolato) uscì per la Effedieffe e, grazie a un inusitato
tam-tam, spopolò in migliaia di copie. A quel punto, imbarazzato, pretesi
dall’editore una edizione riveduta e corretta (di mio pugno). Ma quello, che
voleva smaltire le giacenze, ancora nicchia e aspetta prima di spendere per
la nuova edizione. Risultato: intanto ho preso le distanze da lui,
riservandomi di arrabbiarmi sul serio.
Il fatto è che, molti anni fa, qualche ragazzino mise on line l’intero testo
di quel primo «Fregati dalla scuola». A questo testo, sparato in rete senza
il mio permesso, un pincopallino “antagonista” ha fatto le pulci rigo per
rigo, facendolo rimbalzare su parecchi siti, dove ancora campeggia (come
sapete, quel che va in rete è eterno). Tutto qui. Perciò, se digitando il
mio nome vi imbattete in insulti o altro, sapete di cosa si tratta.
Ovviamente, se un giorno leggete sui giornali che qualcuno mi ha tagliato la
gola, ecco un indizio per la polizia. Ed ora scusatemi per la lunghezza di
questo Antidoto: non si ripeterà. Buone vacanze.
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