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Rino Cammilleri
Silvia Kramar, corrispondente da New York de «Il Giornale», coś il 30
luglio 2005 scrive:
«Nel suo saggio intitolato Press bias and politics Jom A. Kuypers
ammette che il 14% degli americani si autodefinisce liberal, contro il 26%
che si descrive come conservatore. "Invece, tra i giornalisti, c'è la
proporzione inversa", scrive Kuypers. "Il 56% si definisce liberal e
solo il 18% conservatore"».
Si consideri che, solo trent'anni fa, negli Usa c'erano solo sette canali
televisivi, mentre oggi una famiglia media ha accesso a ben settantun reti
(dunque, una moltiplicazione di giornalisti a fronte di una popolazione poco
più che stazionaria).
Come ben sapete, per liberals colà intendono la sinistra. Non credo
che uno studio del genere in Italia darebbe risultati diversi.
Nemmeno in Europa. Quella dei giornalisti, qui, là e dovunque, è una casta
cui si accede per cooptazione. Ma donde l'orientamento a senso unico?
Bisognerebbe interrogare la psicologia del profondo; magari si capirebbe
perché tutti, ma proprio tutti, i rivoluzionari della storia, da Marat a
Lenin, da Mazzini a Sofri, sono passati attraverso il giornalismo. |
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